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Siamo un gruppo di lavoratori della BNL, di diversa esperienza, anzianità ed appartenenza sindacale,accomunati dalla legittima preoccupazione per quanto sta accadendo alla categoria e dalla necessità di avere- come meglio tenteremo di spiegare in seguito- un aperto confronto con le organizzazioni sindacali.
Autorevoli quotidiani e settimanali hanno dedicato nei mesi scorsi e stanno dedicando in questi giorni attenzione alle complesse problematiche del settore creditizio in Italia,in particolare alle preoccupanti difficoltà-in parte esistenti già ben prima dell'aggravarsi degli scenari economici internazionali- emerse in seguito alla crisi della zona euro ed alle politiche di austerità adottate nei maggiori paesi europei.
In tale contesto si inseriscono le recenti e meno recenti gravi vicende che hanno interessato importanti istituti di credito nazionali(Monte dei Paschi di Siena,Unicredit),vicende che hanno fatto emergere l'opaca conduzione delle aziende da parte di manager quasi sempre inetti ma con stipendi(e liquidazioni) da capogiro. Purtroppo, i tanti lavoratori che operano nel settore sono stati gli unici a subire le drammatiche conseguenze delle confuse gestioni di coloro che hanno guidato le principali banche italiane. Si può quindi affermare,senza timore di esagerare, che oggi il futuro dei bancari è sempre più segnato dall'incertezza. Molte attività,infatti,sono state portate all' esterno del mondo aziendale, e ciò ha comportato una continua riduzione dei livelli occupazionali. Questo fenomeno di progressiva diminuzione dell'occupazione-di per sé già allarmante- si è accompagnato alla preoccupante e mortificante perdita di professionalità di gran parte del personale bancario: si è verificato,infatti, un depauperamento della cultura professionale principalmente determinato dalla introduzione di processi lavorativi che hanno annullato di fatto la partecipazione creativa del singolo lavoratore. L'ABI,con la disdetta del contratto collettivo nazionale, ha compiuto un arrogante atto di sfida, allo scopo di imporre con forza uno schema autoritario di relazioni. D'altronde,la scelta dello "scontro" risponde pienamente alla logica miope dei vertici delle aziende bancarie,interessati unicamente alla conservazione dei loro benefit ed assai poco attenti ad indicare le linee di uno sviluppo possibile del settore.
La situazione della Banca Nazionale del Lavoro va nel tempo assumendo aspetti che destano legittima preoccupazione nei lavoratori e nelle loro famiglie. La BNL, infatti, al pari di altre grandi banche, ha decisamente imboccato la strada della riduzione dei costi del personale, attraverso la cessione all' esterno delle attività e, a quanto sembrerebbe, anche delle risorse umane attualmente presenti in azienda. Noi dipendenti BNL sappiamo bene che il momento è denso di incognite, che le difficoltà sono rilevanti ed hanno molteplici cause, che la crisi economica non è stata superata, che il Paese sta vivendo una spaventevole fase di declino, ma tutto questo non può tacitare la nostra necessità di conoscere con chiarezza quale futuro ci attende,quale sarà il nostro destino. I sindacati ai quali siamo iscritti hanno il dovere non soltanto di chiamarci ad azioni di lotta(indispensabili per far sentire la voce dei lavoratori) ma anche, e soprattutto, di renderci partecipi delle scelte. Bisogna moltiplicare le occasioni di incontro,di confronto, di analisi. I lavoratori devono essere ascoltati,non possono soltanto ascoltare. Occorre una forte spinta dal basso per superare le resistenze dell' ABI e della dirigenza BNL,ma questa spinta sarà realmente incisiva soltanto se vi sarà la partecipazione più ampia da parte dei lavoratori, che,in questo momento, vogliono soprattutto che le organizzazioni sindacali incalzino decisamente la parte datoriale,non lasciandole il benché minimo alibi. Sarebbe esiziale,a nostro avviso, qualunque forma di" attendismo" sindacale,che,nei fatti, significherebbe consegnare l'iniziativa nelle mani dell'ABI. Sarebbe cosa assai triste se,dopo anni di iscrizione, dovessimo nutrire un sentimento di diffidenza nei confronti dei nostri sindacati, (già maturato in molti di noi), la cui funzione verrebbe totalmente meno se si riducesse a supina accettazione dell' esistente. Se non vi è e non vi sarà chiarezza tra sindacati e lavoratori,il rapporto si lacererà irrimediabilmente e le conseguenze sarebbero gravi per tutti.
Chiediamo alle federazioni sindacali destinatarie di questa missiva di convocare "ad horas", tramite le competenti strutture territoriali, assemblee dei lavoratori, al fine di chiarire i nuovi scenari che si vanno delineando. Una risposta tempestiva alla nostra richiesta non può non rafforzare il sentimento di appartenenza e solidificare il rapporto di rappresentanza.
Firmato
LAVORATORI BANCA NAZIONALE DEL LAVORO GRUPPO BNP PARIBAS