COSTRUIRE IL COMUNE, LIBERARE I LUOGHI, COMBATTERE IL FASCISMO

Messina: "teatro in fiera occupato" contro il fascismo, contro le speculazioni e contro l'abbandono dei territori

Dopo il corteo antifascista di stamattina contro il raduno regionale di Forza Nuova a Messina, più volte deviato e ostacolato dalla Questura, nel quale si è voluto evitare uno "scontro tra tifoserie", i militanti antifascisti liberano uno spazio storico della città restituendolo ai cittadini.

Utente: marlet
15 / 12 / 2012

#Messina 15 dic 2012

LE STRADE SONO DI CHI AMA

Oggi abbiamo voluto regalare alla nostra città un momento di allegria, di bellezza, di creatività di lotta e di confronto, per non abbandonare Messina alla soldataglia rancorosa che nel pomeriggio appesterà il centro. Le forze reazionarie del nostro paese, Questura in testa, non solo hanno permesso che formazioni chiaramente neo-fasciste sfilino nelle nostre strade, ma hanno ostacolato in più modi il libero svolgimento dell'iniziativa antifascista di oggi che, nell'assenza totale di un intervento pubblico, rappresenta l'unico antidoto contro il dilagare delle in-culture reazionarie, nazionaliste, omofobe e razziste.  Avevamo detto che non ci interessava uno scontro fra tifoserie: chi oggi si è mobilitato vuole dire agli strati più poveri di questa città che ribellarsi collettivamente non solo è giusto  ma è anche possibile. Ed è possibile riprendersi gli spazi che le istituzioni hanno abbandonato, farli rivivere e restituirli al legittimo proprietario: la collettività. Mentre i fascisti gridano che dalla crisi si esce mettendo una clava in mano ai penultimi da scagliare contro tutte le diversità ( contro i "ricchioni", contro i "clandestini"), noi vogliamo dire a tutti che l'ordine sociale esistente può essere scardinato solo con azioni collettive capaci di moltiplicare e valorizzare le differenze. Cos'altro sarebbe la cultura se no? Una cultura che si chiude a riccio su se stessa, prima o poi muore di asfissia, perchè le viene a mancare l'aria, la sua linfa, la sua energia: lo scambio tra le differenze, l'incontro delle moltitudini. La rovina del Teatro in Fiera, lasciato marcire per anni dalle istituzioni, è il segno evidente di questa involuzione culturale. Oggi questo spazio è stato riaperto per tutti: per gli uguali e per i diversi, per gli italiani e per i migranti, per gli etero sessuali e per i gay, per i credenti e per gli atei, per le famiglie e per gli anziani. Quando un luogo torna ad essere comune, la cultura si valorizza e la città cresce: il fascismo, lo sfruttamento e la discriminazione si combattono solo garantendo a tutti l'accesso alla cultura. Questa città, evidentemente, ha per anni preparato il terreno per la resurrezione delle forze reazionarie, visto lo stato in cui sono ridotti i teatri, l'archivio storico messinese le scuole e l'università. 

Le forze di stampo massonico-clientelare hanno occupato tutti i luoghi di potere mandando in rovina tutti i settori produttivi di questa città: la Fiera di Messina è stata per anni una tappa fondamentale del commercio internazionale, piena di mercanti provenienti da tutti i paesi, ricca di programmi culturali di spessore (come il Festival internazionale del cinema organizzato allo Schalet a mare negli anni 50). Oggi rimane una struttura spettrale, che negli ultimi anni aveva prodotto solo 15 giorni di mercatino e che ha lasciato a casa 15 lavoratori. L'ente fiera è stato definitivamente chiuso. Adesso a trattare per la sua riqualificazione, ci va il solito Vincenzo Franza, con il solito Ivo Blandina (al quale proprio ieri  è giunto un avviso di garanzia per aver comprato uno yatch con soldi della regione): loro, insieme all'assessore provinciale Bisignano, ci garantiscono che non ci sarà alcuna speculazione. Dopo aver fatto marcire, nell'indifferenza generale, uno spazio fondamentale della collettività, lo si vuole definitivamente sottrarre consegnandolo ad un manipolo di affaristi, i soliti: che prima si allacciano alla mammella succhiando fino a prosciugare il tutto, e poi si trasformano in necrofili del settore pubblico, dicendo viva i privati. Noi, invece, diciamo viva il Comune: viva il Teatro in Fiera "Luogo Comune" della città di Messina. Luogo comune delle differenze, delle molteplicità.

Invitiamo i cittadini ad osservare lo stato di degrado di questo spazio, entrando e condividendo con chi oggi ha provato ad arginare la deriva culturale che questa città ha preso da anni. In questa giornata si terranno performance teatrali, concerti e momenti di discussione per rilanciare la lotta per la cultura e per la trasformazione dell'ordine sociale esistente. No alla guerra tra poveri, si alla rivolta dei poveri contro fascismi e speculazioni per la costruzione di una cultura comune delle differenze, dell'eguaglianza e della condivisione.