Il Fuorisalone del Caporalato

Rho (Milano) - Il Salone del Mobile si allestisce col lavoro nero

La Fiera di Rho è ormai la più grossa piazza del caporalato a Milano.

Utente: Sos Fornace
11 / 4 / 2011

IL FUORISALONE DEL CAPORALATO: IL SALONE DEL MOBILE SI ALLESTISCE COL LAVORO NERO.

La Fiera di Rho è ormai la più grossa piazza del caporalato a Milano. Il luogo in cui migranti alla disperazione  si mettono per pochi euro all’ora a disposizione dei caporali per il lavoro nero nell’edilizia, nei tanti cantieri metropolitani, ma anche il luogo in cui direttamente vengono assoldati per montare e smontare gli stand della Fiera, la vetrina dell’economia italiana, che restituisce specularmente l’impietosa immagine di una crisi e di un modello economico sull’orlo del fallimento.

A pochi giorni dall’inizio del Salone del Mobile, la Fiera più grossa che si tiene nel Polo espositivo di Rho, sono a centinaia i lavoratori immigrati che dalle 7 del mattino attendono nel piazzale della fermata della metropolitana di essere raccolti da uno dei tanti furgoni e dei tanti SUV con i vetri offuscati che intasano le strade che portano agli ingressi Cargo delle merci.

Li abbiamo osservati e ripresi in questi giorni e tra loro c’era anche Michele Sasso, un giornalista de Linkiesta, che si è finto in cerca di lavoro e ha documentato tutto in un video che ora è visualizzabile su youtube:

La contraddizione è clamorosa: all’ombra dei nuovi palazzi rivestiti di lastre dorate che dovrebbero ospitare a breve tutte le società dei vari rami dell’azienda Fiera S.p.A. si svolge quotidianamente il mercato delle braccia, in particolar modo quando c’è da montare e smontare proprio all’interno del polo fieristico. Ma questa contraddizione non deve stupire, perché dietro la vetrina della Fiera avevamo già denunciato più volte un sistema che si basa, oltre che sul lavoro nero, su contratti giornalieri a chiamata, su condizioni di lavoro arretratissime, sulla negazione dei diritti dei lavoratori, su continue violazioni delle norme contrattuali elementari, su ritardi di pagamenti che possono durare anche oltre i 6 mesi, come denunciammo lo scorso anno, proprio in occasione del Salone del Mobile, per i lavoratori di Best Union, società che gestisce i tornelli di ingresso.

E’ un sistema quello di Fiera, fatto di appalti e subappalti, in cui ad ogni anello della catena si perdono diritti e diminuisce il costo orario del lavoro, mentre progressivamente si affievoliscono le responsabilità dell’ente Fiera e si fanno largo i caporali e i datori di lavoro poco raccomandabili.

Dietro la vetrina scintillante della Fiera c’è un’economia illegale diffusa la cui competitività si basa tutta sull’erosione di salari e diritti, nel silenzio assordante delle istituzioni, che fingono di non vedere e che, anzi, con Fiera si preparano a spartire la torta di Expo, che accoglierà proprio questo modello come sistema di costruzione delle infrastrutture e di gestione dei servizi per l’Esposizione Universale del 2015.

E mentre si offre l’ennesimo regalo a Fiera, con la quale Provincia, Regione e Comune di Milano costituiranno la società mista che realizzerà il sito espositivo di Expo, aprendo le porte alla successiva speculazione immobiliare di un terreno agricolo trasformato in edificabile, oltre 60 lavoratori di Fiera sono da pochi mesi in cassintegrazione, a dispetto degli utili da capogiro e a conferma di un sistema malato totalmente fuori controllo, che legittima poi la diffusione di pratiche illegali e mafiose nell’ordinaria gestione del sistema fieristico.

Video - Il caporalato in Fiera Milano per il Salone del Mobile