Raccolti da giovedì 18 agosto già 500 euro con la colletta sociale. Domenica si replica alla spiaggia libera

Rimini - Colletta sociale, rabbia e voglia di giustizia

Pubblichiamo il contributo scritto da Domenico*, dopo questa settimana di iniziative.

21 / 8 / 2010

La vicenda dei dipendenti del HOTEL MOSE' di Torre Pedrera (RN) ha fatto il giro d'Italia portando a conoscenza l'intera nazione, della situazione lavorativa degli stagionali sulla riviera romagnola. Una situazione il cui unico termine per descriverla è "SFRUTTAMENTO". A farne le spese una decina di dipendenti dell'hotel Mosè appartenente al group COSTA ROMAGNA facente capo ad un anonimo Sig.Cavalli e gestita in parte dalla famiglia Coppola.

Come associazione RUMORI SINISTRI in questi 3/4 giorni abbiamo cercato di dare tutta la nostra disponibilità e solidarietà a questi lavoratori, che senza dimenticarlo prima ancora di essere cuoco/a cameriere/a addetto/a alle pulizie ecc.. sono esseri umani con emozioni e sentimenti. Evidentemente a qualcuno cio' non interessava tanto da sfruttare per 14/16 ore al giorno i propri dipendenti perlopiù donne, senza neanche retribuirli. Ma non interessa neanche all'amministrazione comunale, la quale ha dimostrato che la merce contraffatta è più' importante degli esseri umani (albergo sequestrato il 12 agosto perché all'interno ci dormivano dei venditori ambulanti in possesso di merce contraffatta, così dicono).

Come mai viene sequestrato un intero albergo dove c'era della merce contraffatta, e non viene sequestrato un albergo dove si sfruttano i dipendenti, dove non si retribuiscono i dipendenti, dove l'ultimo piano dell'hotel è posto sotto sequestro ma cosa più' importante, la gestione dell'hotel è in mano a dei soggetti che sembrano legati alla malavita organizzata per modi e minacce?

La risposta è semplice, l'hotel Mosè come diceva uno striscione appeso fuori dall'hotel, non è altro che la punta di una iceberg, un iceberg che produce capitale che produce moneta, quella stessa moneta impregnata di sfruttamento, si perché affinché il turista usufruisca dei migliori servizi, dietro le quinte ci sono lavoratori per lo più' stranieri che lavorano tutto il giorno senza essere neanche retribuiti. Con questa mia riflessione non condanno assolutamente chi da buon albergatore gestisce la propria attività nelle norme e nel rispetto dei propri dipendenti, siamo ancora esseri umani e per questo vogliamo in tutti i modi aiutare i dipendenti non retribuiti dal group Costa Romagna.

Tre giorni di presidio fuori dall'albergo, blocchi stradali e informazione su cio' che stava accadendo, questo affinché qualcuno ci spiegasse le ragioni dei mancati pagamenti o meglio che qualcuno venisse fuori con le retribuzioni dei dipendenti. Ma nessuna risposta e a noi pervenuta, niente, come se non esistessimo. Le uniche loro risposte sono stati gli insulti, minacce e come per incanto le forze dell'ordine "carabinieri" che ci hanno identificati tutti. A quel punto dato che i dipendenti impegnati nella protesta erano completamente senza un centesimo e privi di qualsiasi alimento, ci siamo subito attivati per creare una colletta sociale, abbiamo raccolto dei fondi da destinare ai dipendenti, visto che come detto prima sono stranieri e non hanno nemmeno i soldi per ritornare nel proprio paese.

Nella giornata di ieri molti passanti, turisti, residenti, hanno contribuito con quello che potevano, come per esempio la cena offerta da un generoso passante, per i dipendenti impegnati nella protesta. In una città come Rimini dove per la maggior parte dei casi sembrava rimanere immune a qualsiasi problema, dove la maggior parte delle volte mi ha e ci ha fatto sentire soli nelle battaglie in difesa dei diritti si è rivelata sensibile alla questione. Ieri sera in piazza Cavour è stato un momento molto significativo da questo punto di vista. Abbiamo raccolto ad oggi 500 euro con la colletta sociale e domenica continueremo con questa iniziativa alla spiaggia libera.

Ciò mi dà e ci dà la forza di continuare a lottare per difendere il nostro pensiero e queste nuove soggettività del lavoro precario stagionale, costretti a subire le angherie di quella piccola ma grande parte di società che crede di arricchirsi sulle nostre spalle, sulle spalle di chi lavora per poter portare un po' di benessere nella propria vita. Se solo questi sfruttatori, perché così meritano di essere chiamati, riuscissero a guardare negli occhi una madre che lascia il proprio figlio lontano, un padre che lascia la propria famiglia e le altre tante storie di lavoratori stagionali e non, si accorgerebbero "spero" di quanto malessere provocano e di quanto inutili siano al mondo. Sembrerebbe un po' forte la parola "inutili" ma se solo il Dio in cui io non credo potesse esprimersi, neanche lui li perdonerebbe. Continuerò' dopo questa battaglia a credere nella città in cui vivo, continuerò a schierarmi dalla parte del più' debole, perché quando si è uniti, pochi o molti, non si perde mai e sono sempre più' convinto della mia posizione, dall'altra parte...

*Domenico volontario Rumori sinistri e attivista Lab. Paz Project

Colletta sociale Ven. 20 agosto P.zza Cavour @Rimini