Nella giornata del 3 marzo studenti e studentesse dell'Università di Bologna hanno contestato il Career Day, rilanciando il percorso #iononlavorogratis e le prossime giornate NO EXPO del 30 aprile e 1-2 maggio.
Di seguito il comunicato #iononlavorogratis:
Oggi
siamo venuti a contestare il Career Day promosso dall'Unibo in
collaborazione con le maggiori etichette dello sfruttamento italiano
per ribadire ancora una volta che siamo consapevoli che le promesse
fatte sono mere illusioni.
Vorrebbero veramente farci credere che
lavorare, senza essere pagati, per grandi opere può servire alla
nostra formazione personale? Che il curriculum è più importante
della nostra integrità?
Dicono che siamo in periodo di crisi, e di fronte a un tasso di disoccupazione giovanile mai raggiunto prima, il 43%, la soluzione proposta sono contratti di lavoro gratuito e condizioni di lavoro che non ci valorizzano né ora né in una prospettiva futura.
È proprio a partire
dall'università che vediamo come la logica della quantità invece
della qualità, della mercificazione dei nostri bisogni, considerati
solo fonte di profitto è la regola e non l'eccezione.
Dai
tirocini gratuiti alle migliaia di "volontari" che
sosterranno il mega evento della speculazione EXPO o F.I.CO a
Bologna, la logica è sempre la stessa: rinuncia ad ogni aspettativa
e sii grato di lasciarti sfruttare.
Siamo entrati con delle
magliette "#iononlavorogratis perché la schiavitù
è finita da un pezzo", "#iononlavorogratis perché il
lavoro si paga", "#iononlavorogratis perché cibo e affitto
si pagano" e altre e abbiamo appeso uno striscione
"#iononlavorogratis per EXPO"; l'interesse e gli applausi
di studenti e studentesse dimostra come non si è più disposti ad
accettare ricatti e si cercano anzi modi per interromperli.
Siamo
venuti qua per dire che non siamo i pezzi del loro puzzle costruito
solo per il guadagno di pochi ma che vogliamo ricreare un disegno in
cui siamo protagonisti e non precari e precarie sfruttati.