Dai diamanti nascono le bombe, dal letame nascono i fior

Il comunicato del centro sociale Bocciodromo di Vicenza dopo la manifestazione di sabato 20 gennaio contro il padiglione israeliano a VicenzaOro.

24 / 1 / 2024

La festa è finita, gli stand della fiera dell'oro vengono smontati e l'immagine che resta alla città non è quella artificiosa dei costosissimi collier in esposizione nelle teche, ma quella di due manifestazioni che hanno denunciato il genocidio di un intero popolo, finanziato anche dalle pietre esposte in questo evento.

La sofferenza dei palestinesi ha per una volta strappato la prima pagina all’oro e ai diamanti parlando alla città, al paese e al mondo intero. I diamanti, inutili beni di lusso, sono passati in secondo piano e la scena della ribalta se la sono presa le persone che hanno scelto di manifestare contro la guerra! Questa per noi è la cosa più importante ed è stato grazie allo sforzo di tutt*.

Stop global war! Fermiamo il genocidio del popolo palestinese! Pace, pace, pace. Sabato si è sentito solo questo!

La pace va coltivata come un fiore, non è sufficiente menzionarla in modo neutro.

Le cure da dedicarle sono: decolonizzazione, riconoscimento dell'autodeterminazione dei popoli, rifiuto del patriarcato, equità nell’accesso alle risorse, boicottaggio di chi finanzia la guerra, sabotaggio e blocco delle infrastrutture militari, diserzione dalla narrazione guerrafondaia che vorrebbe popoli oppressi in contrapposizione tra di loro.

La terra va zappata con forza e decisione per estirpare alla radice ciò che minaccia la pace ed è ciò che abbiamo fatto sabato mattina contestando i diamanti Israeliani che finanziano le bombe.

Oggi si parla di violenti, delinquenti e di un centro sociale da chiudere. Abbiamo zappato bene e tutto il letame che ci stanno sparando addosso siamo sicur* che aiuterà a fare crescere forte e sano il nostro fiore, vista l'enorme solidarietà che stiamo ricevendo.

Abbiamo scelto di non essere complici e di prendere posizione davanti all'ipocrisia della pacificazione, davanti a un occidente che fa finta di non vedere i morti e invia armi promettendo pace e stabilità per gli affari.

Vogliamo che il fiore diventi una pianta con grandi ramificazioni in grado di arrampicarsi e stritolare i luoghi in cui si progetta e da cui parte la guerra in questo paese, dalle basi militari alle fabbriche di armi.

Se qualcuno ha ancora voglia di proseguire lo sterile dibattito sul diametro delle canalette di plastica utilizzate per difenderci dalle cariche della polizia può farlo da solo.

C'è una guerra globale da fermare e non c'è più tempo da perdere.