Non sono solo "manganellate"

Un commento dei Coordinamenti studenteschi del Nord-est in seguito ai fatti di Pisa.

27 / 2 / 2024

Qualche giorno fa, il 23 febbraio a Pisa il corteo studentesco è stato bloccato da un ingente schieramento di celere, che tra il Liceo Artistico e la Scuola Normale ha manganellato senza remore chi stava manifestando pacificamente per chiedere il cessate il fuoco in Palestina. Un intervento spropositato che ha avuto come risultato teste spaccate, mani e braccia rotte, addirittura due manifestanti sono stati trascinati a terra e ammanettati.

Non solo a Pisa; la stessa dinamica l’abbiamo vista anche a Catania e Firenze, dove la polizia è intervenuta per bloccare il corteo e manganellare con violenza le mobilitazioni studentesche, nel primo caso davanti a Mc Donald - azienda che fornisce pasti gratuiti all’esercito israeliano, nel secondo caso nei pressi del consolato americano.

Azioni di questo tipo nei confronti di persone che stanno esercitando il loro diritto di manifestare sono inaccettabili. Tuttavia non ci sorprendono minimamente, in quanto sono totalmente in linea con le politiche repressive che l'attuale governo ha adottato.

Nel panorama di un’Italia che si astiene dalla votazione per il cessate il fuoco, di una rete di media sioniste che manipola le informazioni, di istituzioni che non fanno altro che girarsi dall’altra parte, vediamo come la premier Meloni cerchi di imporre delle ideologie degne del Ventennio. 

Dinamiche riconducibili ad un'unica matrice, ossia una cultura patriarcale e reazionaria, finalizzata a mantenere le soggettività oppresse sempre più subordinate, soprattutto nel momento in cui queste decidono di organizzarsi e di esplicitare il proprio dissenso contro il genocidio in Palestina.

Quella generazione a cui è stato insegnato a “ricordare per non ripetere”, è la stessa che si ritrova compagnɜ di scuola pestatɜ a sangue dalle forze dell’ordine per aver ricordato in piazza che le nostre scuole, le nostre università e il nostro Stato hanno le mani sporche del sangue.

Una violenza così irruenta ci ricorda che scendere nelle strade e nelle piazze è l’arma più potente che possiamo utilizzare per esprimere il nostro dissenso. Sappiamo che il dissenso fa paura a chi sponsorizza l'individualismo, a chi ci vorrebbe incapaci di organizzarci e di rispondere. Ed è proprio per questo che non dovremmo mai dimenticare che farci sentire è nostro diritto, ed è proprio quando questo diritto viene negato a calci e pugni e manganellate che dobbiamo rispondere e scendere in piazza più forti e più unitɜ di prima.