L'estate è arrivata. La capitale del turismo di massa non può permettersi gaffes e così via libera a controlli delle forze dell'ordine in tutti i non luoghi - invisibili e dimenticati nei restanti mesi dell'anno ma sotto gli occhi dei riflettori nei mesi estivi - retate, denunce e sgomberi.
Non luoghi prodotto di scelte politiche imprenditoriali - come l'area ex Hera - che hanno consentito negli anni la cementificazione di un intero territorio favorendo meccanismi di speculazione e rendita. E oggi si vogliono utilizzare questi mostri di cemento, figli del capitalismo finanziario, attraverso la retorica del degrado e dell'insicurezza, contro i poveri, contro chi non ha la casa, contro chi non può accedere alla sfera dei diritti a causa delle politiche di austerità, in nome della retorica del degrado e dell'insicurezza ma che in realtà proprio la rendita e la speculazione hanno prodotto.
Questa la loro finta soluzione.
A questo deserto chiamato sicurezza opponiamo relazioni, diritti, riappropriazione di nuove forme di welfare e autoreddito, sogni e passioni vive che dal 7 dicembre 2013 hanno un nome: Casa Madiba. È questa l'alternativa che opponiamo al vostro deserto. È questo l'orizzonte che abbiamo nei nostri occhi e con il quale pensiamo e costruiamo nuove città e un'altra Europa, senza l'ipocrisia delle barriere e il ricatto dei confini.
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Rassegna Stampa