Sgomberato e sequestrato il centro sociale Lambretta a Milano

Alle 19 appuntamento davanti alla storica sede di Piazza Ferravilla

31 / 7 / 2018

È lunga la tradizione degli sgomberi estivi a Milano. Prima è toccato al Collettivo Zam in Santa Croce e al Lambretta di Ferravilla nel 2014, poi a Zip nel 2016, e l’anno scorso a LUME - Laboratorio Universitario MEtropolitano. Quest’anno la modalità non è cambiata: hanno iniziato con Ri-Make, poi un mese fa hanno sgomberato ancora Zip e oggi è toccato, per la quinta volta in sei anni, al centro sociale Lambretta.

Questa mattina, grazie a un ingente schieramento di forze dell’ordine, è stato messo sotto sequestro lo stabile di via Val Bogna. «Sembrava l’arresto di Totò Riina e invece era lo sgombero del Lambretta» hanno commentato gli attivisti e le attiviste radunatisi nei pressi del luogo, completamente interdetto al passaggio di persone e presidiato anche da due elicotteri.

Lambretta

Lambretta

Dopo la prova di forza di stamattina da parte, i compagni e le compagne del collettivo e i solidali radunatisi nella piazza adiacente hanno lanciato un appuntamento serale davanti alla storica sede di Piazza Ferravilla, alle 19, con un aperitivo all’aperto con cibo e musica. 

Questo il comunicato del Csoa Lambretta in seguito allo sgombero:

Stabile sotto sequestro. Una pratica questa che sembra ormai consolidarsi anche a Milano oltre che a Roma.
Il Lambretta in questo momento è circondato da una presenza così massiccia di Forze dell’Ordine da essere esilarante. Ce n’è per tutti i gusti…Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza e due elicotteri che volano sopra le nostre teste.
Non serve dilungarci nella solita manfrina su come vengano spesi i soldi dei contribuenti (e comunque due domande facciamocele sempre).
Ci interessa invece far notare come questo dispiego di forze sia in realtà per fare, di azioni come quelle degli sgomberi, lo spauracchio da agitare per racimolare qualche briciola di consenso da chi è già esasperato della vita d’abbandono delle periferie come la zone di piazzale Cuoco.
Sembra l’arresto di Totò Riina.
Siamo tenuti lontani dallo spazio, manco fossimo sotto sequestro pure noi.
E’ il secondo sgombero che subiamo in quest’estate. Prima è toccato al cento sociale Zip tenuto dal collettivo della Rete Studenti Milano, oggi a noi. E non dimentichiamo Ri-Make e la Fornace di Rho.
Sono sgomberi che avvengono in un clima in cui i centri sociali e la politica extraparlamentare vengono presi di mira dal Ministro degli Interni con una politica repressiva che passa dagli arresti e perquisizioni preventivi, allo sgombero di molte realtà alla demonizzazione di modelli alternativi come il Lambretta attraverso fasulli gruppi di quartiere che infangano e cospargono odio sui social per screditare (salutiamo il gruppo No al Csoa Lambretta!).
Il Lambretta ovviamente e come sempre non si ferma qui!
5 sgomberi in 6 anni di occupazione….oooh, andiamo avanti come treni!
La Boxe, la Dance hall di Della Move, i progetti in Palestina e Rojava che han visto il Lambretta come punto di riferimento per iniziative che parlano di lotta all’Isis, il lavoro sul genere di DeGenerAzione, in rete con altre collettività, i Black Panthers e il percorso di supporto ai centri di accoglienza, il Casc-coordinamento di studenti…e tutte le altre attività che facciamo….continueranno e spaccheranno…
L’azione politica e culturale che portiamo quotidianamente in città insieme ad altri che collaborano con noi, non è un problema di ordine pubblico, è alternativa che vogliono sopprimere.
L’alternativa a questo mondo razzista, di saccheggio delle risorse personali, di privazione di lavoro e reddito, di precarietà e povertà, di corruzione e di adattamento della cita biologica, culturale e sociale al mercato, c’è.
Non finisce qui.
Lunga vita al Lambretta!