Decostruire le identità - Femminismo tra attualità e arte

14 / 4 / 2010

Il 2007 è un anno particolare per quanto riguarda l'arte femminista. Quattro eventi segnano infati una sorta di rinnovato interesse per il femminismo nell'arte prodotta dalle donne.

Wack! Art and the feminist revolution al Museum of Contemporary Art di Los Angeles,  Global Feminism: New directions in contemporary art al Centro di arte femminista del Brooklyn Museum a New York sempre a Ney York al MoMA, The Feminist Future: theory and practice in the visual arts e Gender Battle al Centro d'arte e cultura di Santiago di Compostela.

Da una parte quindi grande visibilità a questo tipo di produzione, dall'altra si registra un pericolo di musealizzazione di questi fenomeni. Alcune protagoniste di questi eventi hanno infatti sottolineato di non voler usare mostre e esposizioni per ricordare le lotte e la produzione artistica negli anni del femminismo ma per dare nuova linfa ai nuovi femminismi. Si tratta quindi di evitare il pericolo di cristalizzazione dell'arte femminista che non è una identità ma lavora, appunto, come dispositivo di decostruzione delle identità.

"Il magazzino" - rubrica della trasmissione Golconda - questa settimana si affaccia sull'attualità registrando il pesante attacco che da più parti stanno lanciando contro la libertà delle donne di decidere sul proprio corpo e sulla propria vita. La querelle sulla ru-486 parla proprio di questo. Di stereotipi, di limitazione della libertà decisionale, di interferenza e di controllo sui corpi, di negazione di diritti, di ipocrisie. Lo fa riprendendo alcune questioni e alcuni interrogativi che hanno attraversato, allora come adesso, quella che viene definita "arte femminista".

Si segnala a questo proposito: "Donna - Avanguardia femminista negli anni '70 dalla Sammlung Verbund di Vienna" - fino al 16 maggio a Roma, Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea, a cura di Gabriele Schor e Angelandreina Rorro

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Il magazzino parla di arte femminista