Attacco alla libertà di stampa: a Padova un giornalista è stato trattenuto per ore in Questura dopo un blitz di Ultima Generazione

Il collaboratore de Il Mattino di Padova fermato dalla polizia e trattenuto per ore in Questura solo per aver seguito un blitz degli attivisti di Ultima Generazione.

13 / 4 / 2024

La libertà di informazione e di stampa è da sempre considerato uno dei capisaldi della cosiddetta “democrazia”. Senza entrare nel merito di due concetti che meriterebbero ben più di un approfondimento, è indubbio che le tendenze reazionarie a cui stiamo assistendo da tempo stanno generando un’ingerenza sempre più forte del potere politico ed economico nel campo dell’informazione. È notizia di pochi giorni fa l’emendamento approvato dalla commissione di vigilanza della Rai, che prevede un maggiore spazio ai membri del governo durante la campagna elettorale. «La maggioranza di governo ha deciso di trasformare la Rai nel proprio megafono» è l’incipit di un comunicato che è stato letto lo scorso 11 aprile al termine di tutti e tre i principali telegiornali della Rai.

Non solo controllo, ma anche repressione, con il Senatore di Fratelli d’Italia Gianni Berrino che ha proposto di reintrodurre il carcere per i giornalisti (con pene fino a 4 anni) nei suoi emendamenti presentati in Commissione Giustizia del Senato al ddl sulla diffamazione. Se a questo si aggiunge l’approvazione della famigerata “legge bavaglio” approvata lo scorso febbraio, possiamo dire che l’Ungheria di Orban non è poi così lontana.

Ed è in questo clima che dobbiamo raccontare un gravissimo fatto di cronaca avvenuto a Padova venerdì 12 aprile. Edoardo Fioretto, collaboratore del quotidiano Il Mattino di Padova, è stato fermato dalla polizia mentre stava seguendo un’azione degli attivisti di Ultima Generazione alla mostra “Da Monet a Matisse”, a Palazzo Zabarella. Il giornalista è stato portato in Questura assieme agli attivisti ed è stato trattenuto per oltre quattro ore, senza che gli fosse data la possibilità di comunicare con il suo legale o altre persone.

«Sequestrate macchine fotografiche e cellulare, sono stato trattenuto negli uffici della Questura dalle 15:30 alle 20, in un limbo legale (“lei è in stato di “congelamento” signor Fioretto») in cui non avevo facoltà di andarmene o chiamare l’avvocato, ma neppure in stato di fermo ufficiale (poi formalizzato senza però alcuna accusa)» scrive Fioretto sul proprio account instagram. L’avvocatessa del Mattino Orietta Baldovin, che Fiorotto era riuscito ad avvertire prima che gli venisse sequestrato il telefono, è stata è stata costretta a restare fuori dagli uffici della polizia per tutto il tempo del fermo, senza che le fosse resa nota alcuna informazione.

La vicenda, oltre a segnalare una serie di violazioni molto gravi, si tinge anche di ridicolo. La polizia ha infatti trattenuto per sei ore anche un turista trevigiano. È stato identificato, con fotosegnaletica e raccolta delle impronte digitali, gli è stato dato un avvocato d’ufficio e dovrà difendersi per dimostrare che non appartiene a Ultima Generazione. «La sua unica colpa, quella di essere giovane e nel posto sbagliato al momento sbagliato. Gli attivisti hanno più volte ribadito che non avevano idea di chi fosse quel turista impaurito, ma la Questura ha scelto (scelto!) di procedere comunque» ci dice Fiorotto.

Il giornalista ha concluso il suo post con una frase che non può che incontrare tutta la nostra approvazione e solidarietà: «Un “fermo” svolto senza alcun fine se non quello di intimidire un cronista al lavoro. La repressione al dissenso non passa solo per i manganelli, ma anche per la repressione della libertà di parola, di pensiero, di stampa».