Diritto all’abitare: ancora repressione a Bologna

Divieto di dimora a per sei attivisti di TPO e LABAS che lo scorso ottobre manifestarono contro lo sgombero dell'istituto Santa Giuliana, in via Mazzini.

28 / 2 / 2024

A Bologna ancora una volta le istituzioni rispondono al problema dell'impossibilità per gli studenti e le studentesse di trovare casa con la repressione. Un folle provvedimento di divieto di dimora, infatti, ha colpito sei attivisti di TPO e LABAS, in seguito allo sgombero dell'Istituto Santa Giuliana di via Mazzini nello scorso ottobre. L'intenzione era dare alloggi a chi era senza casa. Si trattava infatti di un grande stabile vuoto e in vendita nella città di Bologna, di proprietà della Chiesa e le parole d’rodine dell’occupazione erano “IN/OUT, dentro la città, fuori dal mercato!”.

Differentemente il pugno di ferro della Procura altro non è che l'ennesima scusa per malcelare l’intenzione di reprimere chi da anni si mobilita per il diritto all’abitare. Un’occupazione per combattere la città respingente dei palazzinari e degli studentati di lusso; a Bologna, dove ormai è diventato quasi impossibile trovare un alloggio.

Riteniamo inaccettabile che sia limitata la libertà di circolazione di chi si mette in gioco in prima persona affinché vengano garantiti dei diritti. Riteniamo, inoltre, inaccettabile il metodo e lo strumento con cui viene colpito chi era in piazza quel giorno. Criminalizzare la generosità di chi si attiva per ottenere diritti è una scelta politica che non potremo mai approvare.

Un attacco del genere alla libertà di dissenso e di espressione non può lasciarci indifferenti.
Azioni di questo tipo non colpiscono solo un individuo, ma sono un grave attacco alla libertà di chiunque.
Si creano precedenti molto pericolosi, nel tentativo di reprimere e zittire chi decide di preoccuparsi non soltanto di sé e dei propri interessi, ma di spendere il suo tempo e le sue energie per il miglioramento della sua comunità.

La solidarietà non conosce barriere né confini e ancora una volta, unendo le forze, supereremo anche questa ondata repressiva per costruire una nuova primavera.