L’inizio della “fine”

26 / 9 / 2012

Ospitiamo volentieri il contributo di Manuel Cecchinato e Annamaria Coppola impegnati nella rete 'Precari Uniti contro i Tagli' che ci aiuta a fare un quadro dell'intricata problematica del precariato nella scuola, una declinazione settoriale della più complessiva precarizzazione del rapporto di lavoro.

Cominciamo dal finale, con l‘esposizione del seguente, recentissimo, triste e ridicolo, aneddoto. Il 25 settembre, una delegazione di docenti del Coordinamento precari scuola Roma si presenta presso la sede del Pd di Roma per chiedere a Bersani di rendere conto del concorso e della mancata stabilizzazione dei precari da anni sepolti nelle graduatorie ad esaurimento. Viene contestata al Pd la pesante assenza (fin dal 2009) di una posizione chiara circa i problemi dei precari della scuola. Il colloquio si tiene nell’androne della sede, di fronte ad un Bersani frettoloso, che ha lasciato alle responsabili Puglisi e Coscia il compito di dire che il partito ha presentato molti emendamenti, che sono in minoranza (!), che hanno convocato il Ministro in VII commissione, per dissuaderlo dal bandire il concorso a soli sei giorni dalla preannunciata uscita del bando (che tempismo!), che non si poteva far niente, neppure un atto politico che esprimesse almeno la difesa dei nostri diritti, dato che il bando è un atto amministrativo e che l’opposizione avrebbe come conseguenza la caduta del governo. Sembra davvero che il Pd non abbia in agenda né i precari né il concorsone e che sia preoccupato solo di Monti, delle prossime elezioni e delle alleanze di partito.

Questo pare essere davvero l’inizio della fine per i precari della scuola, il cui destino è sempre stato affidato agli umori del ministero dell’Economia e ai tagli ripetuti al tessuto culturale del paese? Lavoratori trattati come zavorra da scaricare in nome della “normalizzazione” della scuola, come dice il ministro Profumo e qualche parlamentare del Pd e diceva, tempo fa, Mariastella Gelmini. Cosa si possa ancora normalizzare in una scuola che manca di 150.000 tra docenti ed ATA e di 8 miliardi, dopo lo sfascio indotto dalla legge 133 Tremonti-Gelmini, resta un enigma tutto da esplorare!O sarà, invece, l’inizio della fine di un partito di “sinistri” che è sempre stato di destra? Il Pd ha perorato la posizione di Marchionne imponendola di fatto agli operai Fiat, ha votato la fine dell’art.18, ha elogiato la Fornero, se ne è fregato degli “esodati”, ha votato il Fiscal compact, il pareggio in bilancio, la Spending review, e ha detto “un Monti bis può andare”. Ha invitato ai dibattiti delle sue “feste” il ministro Profumo, trattando i precari che intervenivano come disturbatori, sottoponendoli a perquisizioni da parte del servizio d’ordine.

Dal 22 settembre esiste un Movimento

Facciamo un passo indietro. Alle 14.30 del 22 settembre Precari uniti contro i tagli si riunisce a Roma come Movimento contro la scuola Gelmini-Profumo (dopo un faticoso presidio al MIUR dal 4 al 9 settembre e relativa partecipatissima assemblea finale). Da piazza dell’Esquilino si snoda un corteo di 15.000 persone che arriva festoso, rumoroso e colorato fino a piazza Bocca della verità. Il movimento porta a manifestare molte sigle del mondo politico e sindacale: Prc Fds, Sel, Idv, Cobas, Usb, Cub, Usi Ait, Unicobas, Anief, Flc, Associazione nazionale Scuola della Repubblica, Coordinamento scuole secondarie Roma, Tavolo regionale del Lazio per la difesa della scuola statale. I partecipanti vengono da tutta l’Italia: Torino, Milano, Ravenna, Cesena, Venezia, Bologna, Roma, Cosenza, Napoli, Salerno, Pescara, Palermo, Bari, Taranto, Pisa, Livorno, Firenze, Lucca e relative province. Il corteo ha espresso un dissenso pacifico contro il Ministro e contro i partiti che lo stanno corteggiando appoggiando il governo Monti. Le parole d’ordine sono le seguenti:

NO AL CONCORSO-LOTTERIA INIQUO, COSTOSO E VESSATORIO!

ASSUNZIONE SU TUTTI I POSTI DALLE GAE; RITIRO DEI TAGLI!

NO ALLA RICONVERSIONE SUL SOSTEGNO DEI DOCENTI IN ESUBERO E ALLA "DEPORTAZIONE" DEGLI INIDONEI!

NO ALLA LEGGE APREA (L. 953), CHE PRIVATIZZA LA SCUOLA SOSTITUENDO GLI ORGANI COLLEGIALI CON UN CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE IN CUI I PRIVATI LA FARANNO DA PADRONE!

NO ALLA RIDUZIONE DI UN ANNO SCUOLA ALLE SUPERIORI (progetto Rossi Doria – PD1)! PERCHE' QUESTO SIGNIFICHEREBBE LA FINE DELLA SCUOLA STATALE, GIA' VESSATA DAI TAGLI DELLA LEGGE 133 E LA FINE DEI PRECARI NELLE GAE PER VIA DEGL ULTERIORI TAGLI DI PERSONALE!

Il Movimento nasce il 21 aprile a Milano sotto il Pirellone, per dire no alla legge Aprea e a Formigoni, che vogliono sperimentare il reclutamento dei docenti per chiamata diretta da parte dei presidi. Esiste e lavora per la difesa della scuola statale, dei docenti, e degli studenti. Si batte contro la legge 133/2008, e stigmatizza l’opposizione che a forza di dire “non potevamo fare di più” ha perso credibilità. Una delegazione sale il 16 e il 26 luglio alla Camera, in VII Commissione Cultura, per illustrare ai partiti la piattaforma della manifestazione del 22 settembre. Il Movimento riesce così ad avere visibilità nonostante il silenzio-censura, pilotato e sapiente, di molti media asserviti al “regime tecnico”. Il 23 settembre alcuni delegati di Precari uniti contro i tagli partecipano al seminario dell’Associazione nazionale Scuola della Repubblica, per saldarsi attivamente alla loro lotta contro la privatizzazione della scuola voluta dalla legge Aprea, votata senza indugi da Pd e Pdl, non accolti dagli altri partiti gli emendamento presentati dall’IDV, unica sigla politica ad avere esercitato un’opposizione.

Perchè i precari della scuola sono contrari al concorso?

E cosa non va nella procedura concorsuale?

I precari della scuola hanno già, in passato, superato una o più procedure concorsuali molto più selettive ed idonee di un concorso, volte a stabilire la preparazione di un docente. Molti precari nelle GaE provengono dalle costose SSIS di durata biennale, periodo durante il quale i futuri docenti svolgevano 200 ore di tirocinio diretto in classe, oltre ad avere l'obbligo di superare i 25 esami previsti dal piano di studi. In pratica, si è trattato di portare a termine un'altra laurea magistrale. La scelta di Profumo di estendere il concorso ai laureati prima del 2003 senza abilitazione, suona inoltre come una beffa per tutti i docenti che hanno già superato prove concorsuali e che hanno maturato un certa esperienza a scuola. Si rischia di immettere in ruolo, con criteri discutibili, persone che non mettono piede a scuola da quando si sono diplomate, escludendo chi ha alle spalle un lungo servizio. La prova preselettiva, inoltre, non ha nulla a che fare con l'insegnamento delle discipline e mortifica la professionalità dei docenti acquisita nel corso anni. Infine, la prova orale con la simulazione di lezione davanti ad una commissione di tre persone ha le caratteristiche di qualcosa di grottesco e ridicolo, visto che molti precari sostengono quotidianamente lezioni frontali in classi composte da 30 e passa alunni (quelli veri).

Perchè un concorso?

Per capire ricominciamo da qualche anno fa

Perché un ministro uscente si preoccupa di lasciare in eredità un concorso apparentemente inutile, rivolto a docenti pluriabilitati e sperimentati nelle scuole? Cosa c’è dietro il “concorso truffa” che è riuscito finalmente a risollevare un movimento in favore della scuola statale? Forse soltanto il fatto di rispalmare su due o tre anni la assunzioni, quello che l’ultima tranche del piano triennale prevedeva di esaurire in un solo tempo? O forse si vuole assumere il meno possibile, prima che vada a regime la privatizzazione della scuola statale prevista dalla legge 953 (ex-Aprea)? Quello che non si può comprendere limitandosi ad ascoltare il mantra sul concorso - che i media si sono prestati con tanta disponibilità a ripetere negli ultimi tempi - è che lo stato attuale del lavoro di Profumo è una risultante, sorta di somma algebrica tra posizioni disparate, circa la destinazione al settore privato dell’intero sistema della Pubblica Istruzione italiana. Per comprendere le pressioni che negli ultimi venti anni hanno indotto i governi ad accanirsi sul sistema scuola è utile ripercorrere lo sviluppo dell’idea neo-liberista sulla privatizzazione del sistema scolastico.

La vita di un docente precario è merce lavoro

Siamo nel 2009, quando i tagli del duo Tremonti-Gelmini cominciano a delineare un devastante scenario. Si manifesta così la follia del “risparmio” sul corpo della scuola e cominciano a sparire quelle 150mila unità di personale tra docenti e ATA che è la cifra di un esodo dal mondo del lavoro mai visto prima nella storia del nostro paese (per la cifra dei tagli che intergrano anche quelli del PD di Fioroni, si legga: su rete scuole Milano, 02/07/2008 Berlusconi batte Prodi 109.000 a 47.000, http://www.retescuole.net/stampabile?id=20080702174141). In realtà, l’elemento che è andato a compromettere la stabilizzazione nella scuola e ad alimentare le nomine precarie a danno della continuità educativa e della qualità dell'offerta formativa, soprattutto nella scuola secondaria, è stata anche quella politica degli organici dipendente da ragioni di bilancio più che dalle reali esigenze della scuola. La rivista telematica Tutto scuola del 6 settembre 2010 spiega “virtualmente le assunzioni in ruolo dovrebbero essere effettuate su tutti i posti vacanti. Ma non si tratta di un adempimento automatico da parte dell'Amministrazione scolastica, perché la legge 449/1997 dispone che le assunzioni devono essere autorizzate dalla Presidenza del Consiglio sentito il Ministero dell'Economia e Finanze. In questo modo, se il numero delle immissioni in ruolo non copre i posti lasciati liberi per pensionamento (è successo nei primi anni di questo decennio), occorre ricorrere alla nomina di docenti con contratto a tempo determinato. Se non vi sono autorizzazioni di assunzioni (è capitato per due anni nel 2002/03 e nel 2003/04), ovviamente il livello di docenti con contratto a tempo determinato si alza in modo preoccupante”. Inoltre, le assunzioni in ruolo avvengono sui posti vacanti di “organico di diritto”, che però non corrispondono mai all’”organico di fatto” necessario per garantire il servizio scolastico. E negli ultimi anni la forbice tra “organico di diritto” e “organico di fatto” si è sempre più allargata. Qualcuno – Stefano Micheletti dei Cobas - ricorda ancora le polemiche innescate, dalle allora associazioni di precari della scuola, sulla pubblicazione di un carteggio tra l’allora ministro delle Finanze Visco, siamo nel 1997, e l’allora ragioniere generale dello Stato Monorchio, in ordine alla preparazione/discussione della legge finanziaria per il 1998. In questo carteggio, Vincenzo Visco sosteneva candidamente che nella scuola conveniva mantenere il maggior numero possibile di posti in “organico di fatto, senza stabilizzarli in “organico di diritto”, perché, essendo i posti “di fatto occupati da personale con contratto a tempo determinato, il risparmio per l’Amministrazione sarebbe stato notevole.

Un po’ di dietrologia

Ora facciamo un po’ di dietrologia per capire cosa e chi possa esserci di tanto pressante dietro la foga concorsuale di Profumo, di Pd, Udc, Lega, Pdl, e alla loro patologica ansia da valutazione dichiarata da tempo, per cui la scuola deve assolutamente essere valutata, invece che autovalutarsi per migliorarsi dall’interno. Si capisce ormai che il precariato nella scuola è un problema di sfruttamento. E malgrado ciò, dalla fine del 2009, la Fondazione Agnelli, tramite il suo direttore Andrea Gavosto, contribuisce a diffondere un’immagine discreditata del corpo insegnante. Li definisce “migranti” che relegano la continuità didattica ad una delirante “intermittenza” ai danni dei discenti. Si vedano il Corriere della Sera del 10.10.09: La scuola dei prof in bilico. Uno su quattro cambia sede. A rischio la continuità didattica. Di lì all’abolizione della Graduatorie ad esaurimento, il passo é breve: vedi l’Avvenire del 10.10.09 Abolire la graduatorie e premiare i meritevoli.

Si aspettavano, i precari, di essere assunti su posti di organico che non sono stati coperti da personale a tempo indeterminato per decine di anni. I professori, dopo anni di lavoro in cattedra, si vedono invece declassati nelle proprie competenze, e invitati oggi a inserirsi in un sistema demenziale di concorso a quiz, ultima umiliazione e delegittimazione di fronte all’opinione pubblica. Scoppia una nuova ondata di mobilitazioni (prima nell’ottobre 2010 a Roma).

Sembra proprio che la Fondazione e il Ministro stiano quindi ragionando assieme. Vediamo cosa riporta Il sole 24 ore del 21.12.11: Nuovi concorsi? Sì, ma a quattro solide condizioni. Rispetto a quest’ultimo articolo leggiamo cosa afferma sui concorsi quando parla della terza condizione: “ la selezione va effettuata sulla base dei risultati conseguiti alle prove di esame del concorso e la mera anzianità di servizio accumulata negli anni di precariato non può compensare esiti insoddisfacenti"; la quarta condizione, poi, é la seguente:“i concorsi non soltanto non dovranno produrre in futuro altro precariato (dovranno quindi essere "secchi": chi vince prende il posto, chi perde non va in coda), ma vanno presi come un'occasione per un definitivo abbandono del perverso sistema delle graduatorie. (...) Soltanto a queste condizioni, nuovi concorsi serviranno a mettere in pratica l'idea di Profumo e qualche "toppa" al cronico problema del reclutamento dei docenti." E qui siamo al tema del recentissimo “concorsone”, per soli 11.542 posti spalmati su due anni! Ovviamente tale misura e ri-verifica delle competenze, “oggettive”, dei docenti non risolve il problema della loro precarietà e del loro numero in forza di almeno 200.000 unità, che stanno servendo l’apparato scuola con fatica e sacrificio da almeno 20 anni.

Il concorso, comunque, tenterà di far funzionare una delirante tagliola iniziale utilizzando dei test: 50, uno al minuto; per passare queste prove relative alla “capacità logiche” si devono avere 35 risposte esatte! Ed essi sono simili a quelli dei Tirocini Formativi Attivi, già condannati per la loro inconsistenza intellettuale da uno studioso come Canfora ed altri 26 suoi colleghi (vedi: Canfora: i test Tfa sono "antieducativi", http://www3.lastampa.it/scuola/sezioni/news/articolo/lstp/465710/), e relegati dentro un tessuto di indagine delle capacità “logiche” dei malcapitati precari che vorranno risolverli. Provate a farne un’analisi e vedete voi: http://www.orizzontescuola.it/node/25907 - Esercitati per il test di preselezione: http://www.edises.it/sim_coc/sim_os.php. Alla fine delle prove di pre-selezione tutti quelli che non le avranno passate che docenti saranno? Senza “capacità logiche” saranno degli incompetenti?

Che fare ora? Ascoltare l’eco recentissimo del 22 settembre, portarlo a saturazione per ritornare e ritrovarsi.

*Per alcuni passi utili alla analisi da noi condotta ringraziamo Stefano Micheletti – Cobas Venezia - per il suo contributo lucidissimo e sempre utile: “Il Precariato nella scuola c’è sempre stato … la precarietà a vita no! E’ stato Prodi ad inventarla”; gli amici del cps Roma e Giovanni Denaro precario di Palermo per alcuni no al concorso citati nel testo.

Per material utili a partecipare a Precari uniti contro i tagli consultare: http://www.myframes.net/precariuniti/

1 Vedi in merito: Al ministero dell'Istruzione si lavora alla riduzione del percorso scolastico di un anno, 13 settembre 2012:
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-09-13/ministero-istruzione-commissione-lavora-174436.shtml?uuid=AbPlP8c

e altro materiale nel VERBALE COMMISSIONE SCUOLA – ASSEMBLEA NAZIONALE PD – 08/10/2010, in cui Rossi Doria, ora collaboratore di Profumo, diceva: “la scuola italiana deve essere ascensore sociale, la funzione pubblica della scuola italiana di oggi è come quella dei tempi di don Milani. L’attuale contratto nazionale della scuola non è compatibile con ciò che viene chiesto in questo documento, occorre quindi mettersi al tavolo con i sindacati e ripensare la scuola. Si deve anche andare oltre quanto chiesto in questo documento, e iniziare a pensare al taglio di 1 anno per la scuola superiore.”. Dopo i tagli della Gelmini ancora tagli? e il Doria è PD! Quale opposizione ha avuto la Gelmini dal 2008? leggete ancora qui: Corriere della Sera del 14.10.08 Bassanini: sui tagli è un errore criticare la Gelmini. «Le scuole di piccole dimensioni creano problemi di costi e di qualità»: http://www.partitodemocratico.it/doc/61314/franco-bassanini-sui-tagli-un-errore-criticare-la-gelmini.htm.