Padova - La mancanza di case uccide

8 / 1 / 2024

La notte tra 6 e 7 gennaio tre persone senza fissa dimora di origine magrebina sono morte, rimaste molto probabilmente intossicate dall'inalazione di monossido di carbonio. La tragedia è avvenuta all’interno dell’ex istituto Configliachi, a Padova. Di seguito un commento dell’Associazione Open Your Borders.

Questo dovrebbe aprire una profonda riflessione cittadina sulla questione abitativa e sul perché la possibilità di accedere ad una casa continui ad essere un problema, specie se in assenza di regolari documenti di soggiorno e di disponibilità economiche. 

Dalle dichiarazioni rilasciate sul Mattino di Padova in data 29 dicembre 2023 da parte dell’assessora all’edilizia Benciolini, sembra che i soldi da mettere a disposizione per riqualificare il patrimonio immobiliare sfitto comunale ci siano e in quell'articolo viene inserita la cifra dell’investimento a bilancio, il numero preciso degli appartamenti del Comune da riqualificare ed entro quanti anni questi fondi verranno utilizzati per ristrutturare tali appartamenti. 

Si parla di futuro nemmeno tanto prossimo, quando le liste delle graduatorie di assegnazione dell’edilizia residenziale sono già ora sempre più corpose e tante sono le richieste rimaste inevase ancora dal 2021 e questo tergiversare lascia morti per strada, come quello che è successo questa notte. 

La connessione con altri uffici territoriali, parimenti, non è da trascurare. A monte, sono infatti le Questure a creare i presupposti per rendere irregolari le persone, creando file di attesa infinite per ricevere le richieste di asilo e fissando i vari gradi di valutazione delle domande sicuramente non in tempi utili per le persone che non hanno nulla in mano, costringendole quindi alla strada, perché

l’accesso alle graduatorie di edilizia popolare è vincolato alla propria regolarità sul suolo italiano e alla possibilità di avere una residenza, quindi di essere iscritto all’anagrafe cittadina, anche essa strettamente legata al permesso di soggiorno. Un circolo vizioso creato ad arte. 

Allo stesso tempo, l'apertura di nuovi stabili per la cosiddetta “emergenza freddo” e la creazione di nuovi posti letto provvisori sono palliativi insufficienti per un fenomeno complesso come quello della casa, che non può essere lasciato a soluzioni provvisorie senza indicazioni precise di accesso ai dormitori che, salvo cambiamenti in corso d’opera, quest'anno sembrano richiedere, come vincolo per accedere, la residenza. 

Sono anni che denunciamo a vari livelli questa situazione, dalle iniziative in piazza ad incontri comunali, per immaginarsi “una Padova città inclusiva”, e non possiamo fermarci.

Dobbiamo continuare a fare pressione per fare in modo che ci sia una reale e veloce presa di responsabilità da parte dell'amministrazione per affrontare seriamente il tema abitativo a Padova.