Pisa - Il Municipio dei Beni Comuni di Pisa: un nuovo laboratorio per la partecipazione.

Un contributo dal Progetto Rebeldia

22 / 10 / 2012

Ci siamo, siamo dentro.

Sabato 20 ottobre 2012 il Municipio dei Beni Comuni ha liberato l’ex Colorificio Toscano, dando uno spazio fisico concreto alla necessità della cittadinanza attiva pisana di tornare ad avere un luogo per ricomporsi, aggregarsi, ripensare la città.

Ma com'è cominciato tutto questo? Difficile definirlo con precisione.

Forse nel gennaio del 2011 quando, di fronte alla minaccia di uno sgombero forzato dalla sede di via Battisti, 51 delle oltre trenta associazioni che fanno parte del Progetto Rebeldìa, un corteo di migliaia di cittadini e cittadine, collettivi e organizzazioni, scese in piazza accanto al Progetto per difendere quello che a Pisa esso rappresentava sin dalla sua nascita, nel 2003: un laboratorio di partecipazione e azione politica “dal basso”.

O forse nel dicembre 2011, quando si è tenuta la prima seduta del Municipio dei Beni Comuni.

In quell'occasione il Progetto Rebeldìa rivendicava l'assegnazione diretta dei locali di via Andrea Pisano, individuati dalla Conferenza dei Servizi come nuova sede del Progetto, ancora oggi semideserti e preda di bandi pubblici non esattamente trasparenti.

Una seduta molto diversa da quelle dei consigli comunali consueti, poichè in questa non si assecondavano interessi politici mirati, non si deliberava a vuoto, non si marginalizzavano le istanze sociali provenienti dalla cittadinanza, bensì si discutevano questioni di primaria importanza per la città: l'emergenza abitativa, particolarmente urgente in una città di studenti e migranti, la necessità di recuperare zone verdi contro la vergognosa cementificazione delle aree ad essi destinate, l'individuazione di spazi adeguati all'aggregazione e alla tessitura della rete associativa cittadina, la difesa dell'acqua pubblica dopo la vittoria del referendum e il tentativo da parte di tante amministrazioni di cancellarne il risultato.

Si metteva finalmente al centro il concetto di bene comune.

Culmine di questo lungo percorso è stato il 13 ottobre scorso, quando il Progetto RebeldÌa, Legambiente, l’Unione inquilini, l’associazione studentesca Sinistra per, il WWF, Rifondazione comunista, Sinistra Ecologia e Libertà, e tanti altri gruppi, cittadini e studenti pisani, dopo un intenso lavoro di discussione, sono scesi in piazza riuniti nel Municipio dei Beni Comuni, in una coloratissima Commonstreet – scortata da un ingente dispiegamento di forze dell’ordine in assetto antisommossa – diretta a liberare l’ennesimo spazio abbandonato in città, l’ex Colorificio Toscano, la cui storia è oggi raccontata in un libro bianco curato dal Progetto RebeldÌa e gratuitamente scaricabile dal suo sito (Rebelpainting. Beni comuni e spazi sociali: una creazione collettiva).

Come leggiamo in quelle pagine questo spazio rappresenta, «la vittima di un processo di ristrutturazione guidato da una multinazionale delle vernici industriali –J Colors – che agisce appropriandosi dei marchi per usarli a proprio piacimento sui mercati, speculando sulla trasformazione di quello che un tempo era un luogo di lavoro, produzione e vita – la fabbrica – in uno spazio da distruggere e ricostruire con palazzine ad uso abitativo, seguendo solo la logica delle colate di grigio cemento che già sta soffocando Pisa come altre città in Italia» (p. 8).

E' da questo spazio che il Municipio dei Beni Comuni intende ripartire con le proprie attività, scegliendo come prima delibera ufficiale l'assegnazione di questi spazi al Progetto Rebeldìa.

Dall'ex Colorificio Toscano liberato lavoriamo tutti affinchè si affermi un modello alternativo di sviluppo economico e sociale, capace di rispondere alla crisi che stiamo vivendo, ripartendo dal lavoro, dal territorio e dalla società civile, progettando nuove forme di cooperazione e convivenza in un panorama locale e nazionale sempre più desolante.

Un’occasione per riempire di contenuti il concetto di bene comune, valorizzando la funzione sociale della proprietà, pubblica o privata che sia, legittimata e garantita dall'art. 42 della Costituzione italiana.

Un'esperienza tutta da costruire e che già si iscrive nelle cronache recenti del nostro Paese, dal Teatro Valle a Macao, dal Teatro Coppola al Nuovo Cinema Palazzo, passando per gli Ex-Macelli e molto altro ancora. Da tutti loro abbiamo ricevuto saluti e solidarietà che a nostra volta ricambiamo, augurandoci una nuova stagione di diritti.

Pisa esce dal grigiore con un gesto creativo contro la crisi