Oltre trecento persone hanno partecipato, lunedì 5 luglio, al
dibattito “La nostra Costituente: dalla difesa dei beni comuni alla
conquista del bene comune”, proposto da Sherwood Festival e dedicato
alla memoria di Luciano Ferrari Bravo, a dieci anni dalla sua scomparsa.
Introdotta
dalla lettura di un brano del saggio del 1996 che proprio Ferrari Bravo
aveva dedicato al tema “Costituzione e movimenti sociali” e da uno
spezzone della lunga videointervista a Stefano Rodotà, che
globalproject propone qui a fianco nella sua versione integrale, la
discussione ha visto al partecipazione di Ugo Mattei, Mario Bertolissi,
Massimo Cacciari e Sandro Mezzadra.
E’ stato un confronto
aperto, a tratti vivace, che, prendendo spunto dal dibattito sulle
“riforme istituzionali” in scena sul palcoscenico del teatrino della
politica ufficiale, ha saputo spaziare dalla stranota crisi dello Stato
moderno, della forma partito e della stessa rappresentanza, ai fenomeni
di “rifeudalizzazione”, di governance populista e autoritaria, che
dall’Italia al resto del mondo si stanno profilando nella gestione
capitalistica della crisi.
In questo contesto la proliferazione di lotte sociali, locali e generali, intorno alla difesa dei “beni comuni”, che iniziano a destrutturare la concezione dell’esercizio del potere, per come l’abbiamo conosciuta negli ultimi secoli (Mattei), può offrire la base materiale per la costruzione di processi costituenti dal basso, che abbiano come orizzonte una “repubblica del Comune” (Mezzadra), nel superamento della dicotomia storica tra la dimensione del “pubblico” e quella del “privato”, con tutto il loro portato di obbligazione ed espropriazione.
C’è chi (Bertolissi) ha
cercato di combinare questa visione con una cultura radicalmente
federalista, dove “i principi di autonomia e di responsabilità” possano
guidare la gestione stessa dei beni comuni, proprio a partire dalla
dimensione di prossimità, moltiplicando il ricorso ad istituti di
democrazia diretta.
C’è chi (Cacciari), invece, vi ha contrapposto la pessimistica durezza di una visione “real-politiker” che, pur riconoscendo il ruolo propositivo esercitato dai conflitti e dai movimenti sociali e analizzando, lucidamente, l’esaurimento delle forme politico-istituzionali della modernità, ha cercato di riproporre il primato della rappresentanza e, in ultima analisi, dell’antico leit-motiv dell’ “autonomia del politico”.
Proprio quella concezione contro la quale, da colto materialista e convinto realista quale era, si è battuto tutta la vita, con autentica passione costituente, Luciano Ferrari Bravo.
VIDEO RACCOLTA DEGLI INTERVENTI DELLA SERATA
VIDEO INTERVISTA A STEFANO RODOTA'