Ovvero sulla retorica cattolica del governo tecnico

Sul ministro Balduzzi e la legge 194

Utente: angel
21 / 10 / 2012

“In questo risiede la novità del neo-fondamentalismo ai tempi dell’economia neoliberale: a fronte di una politica che opera in modo speculativo, il fondamentalismo diventa la battaglia che ripropone la forma della proprietà dentro e oltre l’incertezza del futuro. Questa forma di proprietà, come mostra evidentemente il movimento per la vita, è al contempo sessuale ed economica, produttiva e riproduttiva. E’, in ultima analisi, una rivendicazione di proprietà dei corpi delle donne. La novità è che oggigiorno il nome del padre morto è stato sostituito dall’immagine del bambino mai nato, quasi a fungere da segno  e garante dell’indebitamento essenziale delle donne”
Melinda Cooper- Life as Surplus-

E’ solo della settimana scorsa la notizia che Balduzzi ha presentato in data 8 ottobre la relazione annuale del ministero della Salute sull’attuazione della legge 1941978.

Si tratta di una relazione governativa classicamente tecnica ma che con Balduzzi al Ministero ha assunto la forma di una valutazione, caratterizzata da una retorica cattolica evidente, da denunciare subito.

Considerando il tono generale delle sue dichiarazioni pubbliche, le sue valutazioni sulla 194 si basano su una sottile sintesi di tre tendenze della recente politica italiana: neoconservatorismo, economia neoliberale e cultura pro-life. 

La legge sulla quale il ministro si esprime con toni pro-life, dicevamo, è la 194.  Si tratta di una legge che dovrebbe tutelare maternità e interruzione volontaria di gravidanza, legge per cui hanno lottato molto le femministe e diversi movimenti politici e culturali degli anni settanta. Questa legge, dalla sua approvazione nel 1978, ad oggi, ci ha permesso di garatire al contempo due diritti fondamentali: il diritto alla salute e il diritto all’autodeterminazione. Perchè, è bene ricordarlo da subito, non è che prima del 1978 in Italia non si eseguivano aborti. Anzi, la legge 194 trova una delle sue ragioni di essere proprio nella necessità di limitare il ricorso all’aborto clandestino, pratica molto pericolosa per la salute della donna. In secondo luogo la legge è chiamata a riconoscere il diritto di ognuna di noi all’autodeterminazione della propria vita riproduttiva. 

Di certo, la legge presenta numerose imperfezioni che hanno dato luogo a spiacevoli conseguenze, una per tutte l’obiezione di coscienza da parte dei ginecologi. Ma per adesso urge ribadire un concetto: a fronte dell’incalzante retorica cattolica e pro-life di cui anche il governo tecnico si serve, ricordiamo che la legge 194 è il risultato delle lotte per la dignità  e l’autonomia della persona che si sono dispiegate per quasi un ventennio in questo paese. La legge 194 ha in un certo senso riconosciuto il valore di quelle lotte, registrando sul piano normativo le battaglie di civiltà iniziate dalle donne e poi diffuse tra i movimenti. Per la prima volta le donne potevano dirsi libere di abortire. E questo ha significato per tutte noi la definitiva possibilità di liberarci dall’ossessione riproduttiva, dall’idea dell’atto sessuale come finalizzato alla procreazione. Inoltre l’istituzione dei consultori e la diffusione della contraccezione ha rappresentato l’opportunità di controllare le proprie relazioni e lo stato della propria salute. 

E anche solo ricordando queste poche cose sulla 194 mi trovo atterrita dalla lettura della relazione del ministro. E si, anche se ora al governo ci sono  i Professori  l’ignoranza della storia dei diritti rimane invariata. 

E così la relazione di quello che dovrebbe essere un ministro tecnico si caratterizza per gli spiccati toni morali. Balduzzi è felice, mentre pensa ai dati sulle interruzioni volontarie di gravidanza, del 20092010: gli aborti sono in calo! E diamine è l’unica cosa che vede! Cioè lui, di tutte le problematicità che l’applicazione della 194 ha portato con sè, prime tra tutte obiezione di coscienza e introduzione nei consultori pubblici dei movimenti pro-life, lui vede solo gli aborti in calo!

E si limitasse solo a registrare i dati il danno sarebbe limitato. Il problema è che questo ministro li mistifica, li manipola, si spinge sino ad esprimere giudizi morali sulle nostre scelte riproduttive e sessuali. Il problema è che Balduzzi si è espresso pubblicamente servendosi della stessa retorica dei movimenti cattolici pro-life, parlando di aborto come l’ultimo male, quello da evitare sempre, e descrivendo le donne come deboli, bisognose di aiuto e di guide. In diverse interviste rilasciate dopo la sua relazione il ministro giustifica la presenza dei pro-life nelle istituzioni sanitarie pubbliche, proprio perchè associazioni che tutelano la vita e cercano di evitare il ricorso all’aborto, ultima opzione considerata. 

E già, perchè si sa, nessuno dimentica le proprie radici, e allora vai a vedere che sotto sotto più che un tecnico, più che un docente, Balduzzi si sente ancora Presidente del Movimento Ecclesiase di impegno culturale? 

Come a dire, i pro-life al Ministero della Salute. 

E se non è così, allora vogliamo i fatti. Vogliamo gli antiabortisti fuori dagli ospedali pubblici. Vogliamo solo medici non obiettori. Vogliamo la contraccezione gratuita a scuola, a lavoro, all’università. Vogliamo più fondi per consultori e case delle donne. 

Balduzzi, caro- mi rivolgo a lui perchè la rabbia sale...- il punto della legge 194 non è diffondere la cultura della vita. E se non ti vai a rivedere la legge al più presto veniamo a leggertela noi a voce ben alta.

Il punto della 194 è garantire a noi tutte salute e libera a scelta a fronte di una decisione impegnativa ma sempre personale come la riproduzione.

Perciò se proprio vuoi dire qualcosa che non è tecnico, ti prego risparmiaci i giudizi morali e guarda ai veri problemi che la sua attuazione ha presentato. Perchè nella tua relazione parli di dati stabili sull’obiezione di coscienza? Ti sembra una cosa accettabile che il numero dei medici obiettori sia superiore a quello dei non obiettori? Intendiamoci: se interrompere la gravidanza è un mio diritto garantito dalla stato, non è che poi vado all’ospedale e ci trovo solo medici cattolici che mi dicono di tornare domani perchè loro “sono a favore della vita”. Se sei un tecnico, confrontati coi tecnici. Ci sono tantissim@ ginecolog@, medic@, giurist@ che possono spiegarti perchè bisogna abrogare l’articolo 9 della 194. L’associazione Laiga e il Comitato di Bioetica Laico nazionale sono solo due esempi: http://www.laiga.it/; http://obiettoridicoscienzano.wordpress.com/about/

"A proposito, nella tua relazione hai dimenticato un dato fondamentale: le donne e gli uomini che non dimenticano di avere dei diritti, tutt@ quell@ che non accettano alcun controllo sul proprio corpo, alcun debito sulle loro vite!"