Cosa succede a chi ricerca la libertà? A chi
tenta con le sue idee e le sue pratiche di cambiare la situazione nella
propria città? Lo abbiamo scoperto in questi giorni quando quattro
ragazzi del Collettivo ZTL si sono visti notificare il foglio di via da
Treviso. Questo provvedimento amministrativo adottato dalla Questura,
tecnicamente foglio di non ritorno, vieta loro di entrare nel territorio
comunale per tre anni (il periodo massimo richiedibile per questo provvedimento!!).
Questa misura è stata motivata dalla partecipazione alle occupazioni ed
alle manifestazioni che da tempo il collettivo ZTL sta portando avanti
per denunciare la situazione di abbandono culturale e sociale della
città, rivendicando uno spazio sociale che sia un laboratorio di
autogestione, condivisione e creazione di proposte ed idee, che i
cittadini possano attraversare e vivere partecipando e proponendo
attività ed eventi.
Con il suo intervento Ztl ha contribuito a
mettere al centro della discussione cittadina e della recente campagna
elettorale temi importanti come il riutilizzo degli spazi, la cultura,
la socialità e i beni comuni, portando riflessioni e proposte su un’idea
di città diversa da quella che la lega ha prodotto con i suoi vent’anni
di amministrazione.
L’esperienza dell’ex Telecom ha dimostrato che
abbiamo le capacità e la volontà per portare avanti questo progetto,
offrendo con il nostro lavoro e il nostro impegno un nuovo “bene comune”
fruibile da tutta la cittadinanza.
La risposta a tutto questo è
stata il foglio di via: impedire a 4 ragazzi del collettivo di poter
mettere piede nella città che stanno cercando di cambiare, impedire loro
di vedere amici e affetti che in quella città vivono e lavorano,
relegandoli ad un confino che ha un sapore di ventennio, quando i
“sovversivi” venivano confinati in altre città.
Per l’ennesima
volta, di fronte alle domande scomode che solleviamo, alle richieste che
facciamo, si alza un muro di repressione, arrivando al punto di negare
l’accesso alla città a chi, per l’impegno che le dedica, ne è di fatto
un cittadino.
Non deve esserci silenzio su questo. Chi ha in questi
mesi appoggiato in varie forme il lavoro di Ztl non può rimanete
indifferente a questa limitazione di libertà. Chiediamo che questi
provvedimenti, frutto di un’idea distorta di democrazia che la Lega ha
prodotto nei suoi anni di gestione della città, vengano immediatamente
revocati e il diritto di “movimento” venga ripristinato.
In ogni
caso non ci fermeremo! Continueremo a lottare, insieme, per dare a
Treviso una ventata d’aria fresca, ribelle e sorridente.
Complici e solidali con Ale, Cesco, Nicola e Simone
Collettivo Ztl Wake Up
- Sottoscrivi la Petizione Online
Dalla Tribuna di Treviso 18.06.2013 :
Avevano occupato gli spazi vuoti Foglio di via per quattro di Ztl
La Questura vieta a Vendraminetto e agli altri l’ingresso in città per tre anni: nel mirino le iniziative all’ex Telecom e all’ex ufficio Iva. Il difensore impugna i provvedimenti: «Giovani non pericolosi»
Hanno occupato due immobili abbandonati: “espulsi” dall’intera città per tre anni. Pugno di ferro della Questura contro quattro ragazzi nell’orbita del movimento Ztl, colpiti da foglio di via. In pratica, non possono più mettere piede nel territorio comunale di Treviso. Uno dei quattro, però, è residente in città e per questo motivo non può essere “espulso”: si tratta di Alessandro Tesser, per il quale il provvedimento è già stato revocato. Un altro, Nicola Vendraminetto, in città ha il domicilio, pur avendo mantenuto la residenza a San Donà: l’avvocato che segue i quattro ragazzi ha già annunciato l’intenzione di impugnare il provvedimento, quasi certamente con un ricorso al Tar (l’alternativa è il ricorso gerarchico al prefetto). «Ma il ricorso sarà fatto per tutti, non solo per Vendraminetto», dice l’avvocato Giuseppe Romano, «perché contestiamo il foglio di via nel merito». Secondo il legale, infatti, un provvedimento così restrittivo va motivato con una comprovata e dimostrata pericolosità dei destinatari. «Ma non è questo il caso», dice l’avvocato. Di parere opposto la Questura, che ha firmato il foglio di via il 29 maggio. Nelle motivazioni del provvedimento c’è il ruolo attivo dei quattro ragazzi in due delle recenti occupazioni diventate il simbolo della lotta di Ztl contro il degrado cittadino e l’abbandono degli immobili, ovvero quelle all’ex Telecom di via Dandolo e dell’ex ufficio Iva sulla Castellana. Inoltre sono citati altri episodi che hanno visti coinvolti i quattro, come un paio di manifestazioni non autorizzate (una contro le aperture domenicali dei centri commerciali, l’altra a sostegno delle attiviste russe “Pussy Riot”) avvenute in città nei mesi scorsi. Ma tra le vicende contestate c’è anche l’occupazione dell’ex bastione Camuzzi, sfociata in una rissa (ottobre) contro un gruppo di ragazzi nell’orbita dell’estrema destra. Fu la reazione a un’aggressione a sassate, secondo la versione dei movimenti di sinistra. La Questura però non fa sconti, e punisce la violenza. Non finisce qui, però. Come detto, l’avvocato intende impugnare il provvedimento. Per un caso, quello di Tesser, il foglio di via è già stato stracciato: il giovane risiede in città e non può essere allontanato. Per Vendraminetto si vedrà se prevale la residenza (a San Donà, quindi sarebbe “cacciabile”), come sostiene la Questura, o il domicilio, tesi dell’avvocato. Gli altri due, Rorato e Sommariva, sono di Vittorio Veneto: per loro l’unica speranza di revoca sta nel merito del provvedimento, ovvero se l’avvocato riuscirà a dimostrare che occupazioni e fatti contestati dalla polizia non “certificano” la loro pericolosità sociale. Immediata la reazione del collettivo Ztl: «Noi poniamo domande scomode sul futuro della città, e la risposta è un muro di repressione. Siamo complici e solidali con i quattro».