Venezia – Riparte la mobilitazione contro le Grandi Navi

Presentazione delle giornate in difesa della Laguna e del corteo acqueo del 20 aprile. Il testo del Comitato No Grandi Navi per l'assemblea pubblica di sabato 6 aprile (17:30 in sala San Leonardo).

4 / 4 / 2024

In questi giorni si continua a parlare di fantomatici sprint per la crocieristica a Venezia. Compagnie e Autorità Portuale promettono navi sempre più grandi e il raggiungimento di un milione di turisti l'anno, come se Venezia ne sentisse il bisogno. Ancora si insiste a perseguire questi progetti scellerati, tutto per riportare in Marittima le grandi navi, incuranti dei pericoli per l’idrodinamica lagunare che potranno anche incidere sul fenomeno delle acque alte. 

I progetti per riportare le grandi navi prevederebbero scavi imponenti sul Canale dei Petroli e ancora più insensati sul Canale Vittorio Emanuele, dove analisi condotte dall’Università di Padova e di Ca’ Foscari sui molluschi svelano che sul fondale del canale che verrà scavato per fare entrare le “grandi navi” ci sono veleni in quantità 120 volte superiore al resto della laguna. E ogni metodo di scavo li rilascerà nelle acque accanto alla città. Il Canale Vittorio Emanuele era stato scavato nel 1925 e poi abbandonato con lo scavo del Canale dei Petroli nel 1964, anche se nel tempo ha sedimentato i reflui tossici dell'area industriale che giacciono ora indisturbati nei metri di profondità. La Laguna nel tempo ha riempito il Vittorio Emanuele cercando di cancellare il taglio innaturale alle spalle di Santa Marta e della Giudecca.

Ora impunemente, Autorità Portuale con tutto il fronte del Porto, Ministero delle Infrastrutture, Regione e Comune vorrebbero proporre la Laguna del Futuro con entrambi i Canali scavati a nuove dannose profondità.
Si tratta di un investimento di 158 milioni di € (già dichiarato insufficiente) per creare approdi inizialmente definiti "provvisori", ma che ora senza alcun timore vengono chiesti a gran voce come definitivi dalle compagnie crocieristiche. Tutto questo mentre i decreti Draghi del 2021 prevedono, come unica funzione definitiva, un concorso internazionale per realizzare un terminal off-shore, fuori della Laguna.

Come dimostra la storia di Venezia, città e Laguna sono fatte della stessa materia. Non si può difendere la prima e lasciare la seconda in balia degli speculatori e della loro brama di profitto. La lotta per difendere la biodiversità sociale della città non è diversa da quella per difendere la biodiversità della città d'acqua.

L’unico sprint che serve alla città è quello per una lunga rincorsa: quella che ci porterà a respingere nuovamente le navi, questa volta fuori da tutta la laguna. A quelle fatte dall'Autorità Portuale rispondiamo con le nostre promesse: nessuno scavo distruggerà la nostra città, nessuna nave più grande, nessun porto diffuso. Le navi torneranno fuori dalla laguna, una volta per tutte: si tratta della vita e del futuro nostro, della nostra città, della nostra laguna.

Per questo, stiamo preparando una grande settimana di mobilitazioni, conferenze, workshop che ci accompagnerà al corteo acqueo del 20 Aprile... con annessa sorpresa!

Quello che possiamo dire con certezza è che il 20 Aprile noi, il popolo della laguna, ci riprenderemo la città e le sue rive ma anche la città d'acqua, la laguna, proprio in quei luoghi così delicati e messi in pericolo dalle mire speculative contro cui ci siamo battuti e continueremo a batterci.

Per discutere e presentare insieme la settimana NoGrandiNavi, il corteo acqueo e tutte le attività che faremo nei prossimi mesi ci vediamo sabato 6 Aprile alle 17:30 in sala San Leonardo.