Vicenza - First ladies

Le spose dei soldati statunitensi hanno più diritti del sindaco di Vicenza Achille Variati; è quel che emerge dalle cronache redatte da Outlook Newspaper, il settimanale della caserma Ederle, dove si racconta della gita del gruppo di donne sposate con i soldati, alle quali sono stati illustrati con cura i dettagli sull’avanzamento del cantiere.

2 / 12 / 2009

E così, mentre al sindaco Variati è stato sbattuto in faccia il cancello - nessuna ispezione nel cantiere militare, gli aveva detto il commissario Costa – all’interno del Dal Molin entrano liberamente le spose statunitensi. Laddove gli occhi vicentini non possono guardare, i militari accompagnano le proprie consorti, come si fa con una casa di proprietà in costruzione.

Che sia uno schiaffo in faccia – l’ennesimo – al primo cittadino è evidente a tutti; quasi a voler evidenziare, ancora una volta, l’impotenza di un sindaco che si era proposto come difensore dei diritti della comunità locale, ma che si è ritrovato nel giro di una manciata di mesi ad abbassare la testa. Evidentemente, al padrone statunitense non è bastato imporre all’amministrazione la propria volontà: gesti come questi, infatti, servono a umiliare una comunità locale a cui si vuol togliere la dignità.

Per quale ragione il primo cittadino di una città in maggioranza contraria al progetto non può accedere al cantiere per verificare che tutto sia a norma e non vi siano violazioni delle normative ambientali, mentre alle spose dei soldati viene illustrato, con dovizia di particolari, cantiere e progetto? Evidentemente, non esiste alcuna ragione di natura tecnica che può giustificare questa scelta; ne, tanto meno, si può tirare in ballo il segreto militare, che se vale per un sindaco dovrà pur valere altrettanto per delle civili.

La scelta, invece, è politica e comunicativa: quelle donne sono state portate all’interno del cantiere per far vedere chi comanda sul territorio vicentino. Ed è significativo che, in una città in cui le donne sono da sempre in prima linea nella mobilitazione contro il progetto, chi quella base la vuole imporre abbia scelto proprio le consorti dei soldati come simbolo della propria arroganza.

E’ la Vicenza 2020 disegnata dai generali statunitensi; una città a più cittadinanze: gli statunitensi che possono vivere l’intero territorio, preparandosi alla guerra all’interno delle strutture militari e facendo a pugni nei locali vicentini, e i cittadini italiani che saranno sempre più stranieri in casa propria. Non a caso, recentemente Turi Vaccaro è stato definito “clandestino” per essere entrato all’interno del Dal Molin. E per fortuna che chi sta al governo, una volta, gridava “paròni a casa nostra”; del resto – la storia italiana lo insegna – chi ha sbraitato contro il diverso ha sempre trovato un capo di fronte a cui chinare la testa.