La scuola del rispetto e della diversità: chi ha paura del gender?

I materiali dell'incontro pubblico del 31 Ottobre promosso dal collettivo Starfish e dalla Comitata Giordana Bruna

12 / 11 / 2015

“Ideologia del gender”, “lobby omosessuale”, “complotto omosessualista” sono solo alcune delle espressioni che da un po’ di tempo a questa parte terrorizzano genitori, insegnanti e non solo. L’ideologia del gender è quel complotto criminale che vuol insegnare ai bambini a masturbarsi e trasformare tutto il  genere umano in omosessuali, transessuali ed eliminare ogni possibile differenza tra i sessi convertendo tutti in persone neutre e prive di identità. E’ così sconcertante da non sembrare vero.

E infatti non lo è.

Il termine “teoria del gender”, improprio di per sé, fu coniato a metà degli anni Novanta dal Pontificio Consiglio per la Famiglia, è quindi un’invenzione Vaticana che ha portato in questi anni alla mobilitazione di movimenti conservatori e tradizionalisti contro l’acquisizione di diritti di persone gay, lesbiche, bisessuali, transessuali, transgender e intersessuali.

Esistono invece le teorie di genere, al plurale, o gli studi di genere, che altro non sono che dibattiti teorici e critici aperti che promuovono la convivenza tra le differenze, senza in alcun modo volerle cancellare.

La voluta semplificazione e mistificazione che viene fatta di questi studi e che crea un terrore immotivato, ha in realtà  lo scopo di far prevalere un’ideologia tradizionalista che si oppone alla proposta di legge contro l’omotransfobia e al sostegno che potrebbe essere dato nelle scuole agli studenti vittime di bullismo omofobo e transfobico. Queste dottrine mirano a difendere quella che viene definita “famiglia naturale”, dove l’uomo è padrone e la moglie, sottomessa, ha il solo compito di procreare.

L’allarme tra i genitori si è intensificato con l’invio di catene di messaggi che fanno riferimento al comma 16 del primo articolo della ‘Buona Scuola’ che così recita:

“Il piano triennale dell'offerta formativa assicura l'attuazione dei principi di pari opportunita' promuovendo nelle  scuole  di  ogni ordine e grado l'educazione alla parita' tra i sessi, la  prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni,  al  fine  di informare e di sensibilizzare gli studenti, i docenti  e  i  genitori sulle tematiche indicate dall'articolo 5, comma 2, del  decreto-legge 14 agosto 2013, n. 93, convertito, con modificazioni, dalla legge  15 ottobre 2013, n. 119,  nel  rispetto  dei  limiti  di  spesa  di  cui all'articolo  5-bis,   comma   1,   primo   periodo,   del   predetto decreto-legge n. 93 del 2013.”

L’integralismo no gender ha totalmente e volutamente confuso il senso di questo comma affermando che era la prova dell’inserimento dell’ideologia gender nelle scuole.

Ostacolare i tentativi di introduzione nelle scuole di un’educazione sessuale adeguata e di percorsi di formazione che educhino alla parità e all’accettazione delle diversità è deleterio e rischioso. In una società dove le persone che non hanno un comportamento di genere conforme agli standard sociali di maschile e femminile vengono derise e maltrattate e le cui sofferenze sono tali da portarle a decisioni estreme, un ambiente cruciale di aggregazione per i giovani com’è la scuola dovrebbe essere quel luogo sicuro in cui queste paure vengono abbattute e i giovani vengono educati al rispetto delle differenze.

Questo è solo uno degli esempi che si possono fare della disinformazione intenzionalmente attuata da queste frange estremiste, ed il motivo per cui sono necessari momenti di confronto e dibattito. Per questo eventi come quello di sabato 31 a Palazzo Toaldi Capra a Schio son determinanti e auspichiamo possano essercene altri numerosi e partecipati, per un’informazione critica, reale e condivisa.

Collettivo Starfish