"Padova Wake up, per il diritto alla città" a Sherwood 2016

28 / 6 / 2016

Domenica 26 giugno si è tenuto un dibattito, nello spazio Books and media di Sherwood festival, nel quale si è discusso delle forme di socialità urbana e della vivibilità di una città, partendo ovviamente da ciò che meglio conosciamo, ovvero le piazze e le strade di Padova. L’intento è stato quello di mettere in luce i processi e i cambiamenti (architettonici e urbani ma anche umani) che hanno preso forma a Padova, ma che interessano e colpiscono la maggior parte delle città.  Sono intervenuti Vincenzo Romania, insegnate di sociologia all’Università di Padova, due componenti della band di artisti di strada Gypsy Thief e il collettivo universitario Spam. Fondamentali sono stati anche gli interventi dal pubblico, rivolti ad allargare il nostro punto di vista anche altre città del nord est come Venezia

 Si è parlato di mutazioni, cambiamenti e processi di gentrificazione che hanno portato all’emarginazione di quella parte di cittadinanza che non solo non si riconosce nel consumismo estremo dei negozi del centro, ma che soprattutto non è in grado di sostenere uno stile di vita economicamente elevato. Cosa spesso evidenziata dall’alto costo degli affitti nel centro storico. Diverse sono state quindi le cause dello svuotamento delle strade e piazze patavine, di cui molti ricordano i vecchi splendori, verso l’emarginazione e la parcelizzazione dell’esistenza del singolo. I divieti antidegrado, di cui il gruppo Gypsy Thief sono stati vittime e testimoni, sono quindi solo l’ultimo colpo (come dimenticare il muro di via Anelli!) alla vivibilità della città e alla libertà d’espressione. Così nel corso dell’analisi abbiamo riconosciuto nell’incontro con le persone, nel contatto e non nella costruzione di limiti e barriere, il valore aggiunto delle nostre vite. Per questo è necessario continuare a costruire percorsi come quello di “Portello Wake up”, lanciato dai ragazzi del Collettivo Spam e della Palestra Popolare Galeano. Iniziative che in un anno hanno mostrato la vera anima di rione Portello: multiculturale, condiviso da diverse generazioni di studenti e residenti e infine vivace e arricchito da musicisti e artisti di strada.

Possiamo quindi chiederci quale sia il vero modo di vivere i nostri quartieri e quale sia il modo di sentirci sicuri in questo mondo, che sembra sempre più diffondere la paura per tutto ciò che è diverso ed estraneo alla nostra quotidianità. La risposta è chiara: Open your borders!