ZeroCalcare per Ilaria Salis: “una storia di nazisti, galera e responsabilità”

31 / 1 / 2024

Un’udienza choc quella per Ilaria Salis, l’insegnante trentanovenne che a Budapest era presente di fronte al Tribunale ungherese: legata mani e piedi con le catene. Le immagini dure, che hanno fatto il giro dei mezzi di informazione, sono eloquenti, ma è solo l’ultima di tutta una storia assurda quanto estranea ad ogni logica democratica. La procura ungherese ha infatti chiesto 11 anni di detenzione perché Ilaria Salis ha partecipato agli scontri contro i neo-nazisti europei avvenuti l’11 febbraio del 2023, circa un anno fa quindi.

Salis in Tribunale si è dichiarata non colpevole, seguita dai suoi avvocati italiani, mentre la petizione su Change.org in cui si legge l’espressione “Trattata come un cane”è arrivata quasi a circa 50 mila firme, a dimostrazione di un altro vergognoso tassello di questo assurdo teorema repressivo. Altro elemento che ha dell’incredibile è anche la sproporzione dell’ipotesi di reato contestata rispetto alla reale entità dei fatti: ad Ilaria Salis sono contestate delle lesioni potenzialmente mortali a fronte di prognosi di 5 ed 8 giorni, un reato in realtà lieve per cui rischia di pagare con una pena di oltre dieci anni.

A raccontare la vicenda di Ilaria Salis è stato recentemente il fumettista ZeroCalcare, dalle pagine della rivista “Internazionale”, in un fumetto che ha guadagnato la prima pagina della rivista dal titolo “In fondo al pozzo – una storia di nazisti, galera e responsabilità”. Il fumettista italiano parte disegnando sé stesso a Budapest, in Ungheria, dove approfondisce i fatti relativi alla vicenda della Salis.

Tutto inizia proprio l’11 febbraio del 2023. È il “giorno dell’onore”, uno dei più importanti raduni neonazisti europei, in cui gruppi di nazisti di tutta Europa sfilano per le vie della città. Per ricordare il giorno in cui l’esercito nazista nel 1945 provò a rompere l’assedio dell’Armata Rossa ci sono ogni anno nella capitale ungherese gruppi italiani, francesi, tedeschi, scandinavi, balcanici, che hanno all’attivo centinaia di aggressioni – a volte omicidi – contro stranieri, omossessuali, minoranze.

Tutti “ospiti” del gruppo principale che organizza la marcia, “Legio Hungaria”, organizzazione suprematista antisemita ungherese. Si tratta di una realtà ungherese che insieme ad altre dell’estrema destra hanno agibilità nel paese di organizzare parate come quella dell’11 febbraio, oltre che concerti nazi-rock ed altre iniziative pubbliche. E poi, tra i fatti di cronaca in cui sono coinvolti, ci sono una serie di attacchi alla comunità rom avvenuti tra il 2008 e il 2009, che hanno portato alla morte di 6 persone.

Come scrive il fumettista romano, però, l’11 febbraio del 2023 la paura “cambia campo”: ci sono le contromanifestazioni al corteo nazista. Ma la situazione assurda e paradossale vede chi si è schierato dalla parte giusta della storia essere inghiottito dal buco nero del sistema penitenziario ungherese: la maestra italiana Ilaria Salis è stata per mesi in uno stato di massimo isolamento, in una cella stretta tre metri per tre, tra topi, cimici e mancanza di servizi essenziali.

In fondo al pozzo del sistema penale ungherese anche un amico di Ilaria, un attivista anti – fascista tedesco di nome Tobi. Chi si è schierato contro il nazismo contro il nazismo, invece di ricevere un riconoscimento, si trova addosso un teorema giudiziario – repressivo ed è invischiato nel pozzo di un sistema carcerario degradante. Ed è sulla scorta di queste ed altre considerazioni che alla fine del fumetto, Zerocalcare invita a riflettere sul prendere posizione tutte e tutti insieme e schierarsi dalla parte giusta della storia.