Cos' altro ci dice lo sgomebro del rave di Cusago

31 / 10 / 2012

Quando ho letto la notizia di quello che era successo a Cunago e della ragazza in coma, devo confessare, ho avuto un sussulto. Da operatore mi chiedo come è successo che la repressione e il controllo sociale si siano appropriati del territorio del lavoro sociale .

Pensavo che quello che un operatore sociale può commentare su un fatto del genere potesse evitare di concentrarsi sull'atteggiamento della Polizia. Pensavo che, siccome in tanti hanno sottolineato l’assurdità e l'inaudita violenza dell’intervento della Polizia, io avrei potuto trattare temi più attinenti al mio lavoro di riduzione del danno. Però mi sbagliavo, perchè il problema sta proprio qui. Perché la scelta d'intervenire in quel modo a Cunago (una vera imboscata) è anche spunto per denunciare quello che sta succedendo al welfare in questo paese. L’ennesimo spunto dopo la notizia del medico di Verona che al Pronto Soccorso prono sposa la diagnosi delle Volanti e scambia un autistico (di colore) per uno spacciatore. Solo per dirne una.

Nel lavoro di frontiera sulle sostanze questo spazio oramai è enorme. Non solo nei Ser.D. le teorie deterministiche delle neuroscienze di Serpelloni (quelle dei buchi al cervello) hanno corrotto quasi tutti, ma investigare e punire sono le sole proposte, una volta si sarebbe detto “il solo modello educativo". Faccio un esempio? Il nuovo impegno del DPA, e dei tanti Servizi territoriali che Serpelloni (unico sopravvissuto al Governo tecnico) ha cooptato, è a favore della Early Detection of Illicit Drug Use in Teenagers (un'altra americanata!). Cosa è? Se sei un genitore e hai il sospetto che tuo figlio faccia uso di droghe e ti rivolgi a un servizio per parlarne? Ti sarà proposto di sottoporre tuo figlio a un test che lo incastri ai suoi comportamenti. Non serve più parlare con il teenager; basta inchiodarlo. La cosa interessante è che per ammantare questa cosa di scientificità, qualcuno si sarà pure preso la briga di scrivere delle linee guida.

Per non parlare dei camper col medico a bordo e la pattuglia affianco, per fare subito il prelievo del sangue sulle strade il sabato sera; o dei test antidroga per i lavoratori; o gli incessanti inviti ai Direttori Scolastici a far presidiare le scuole dalla Polizia contro gli spacciatori e le migliaia di perquisizioni coi cani che ne conseguono. A me hanno insegnato, quando ho iniziato a lavorare nel welfare, che la relazione è lo strumento principe del mio lavoro. Qui ne vedo pochissima.

Oppure sui rave, per restare alla cronaca. La CRI è stata coinvolta dal Dipartimento Antidroga di Serpelloni e Giovanardi in un progetto straordinario: “Rave Party Prevention”, cioè (aggiungo io) “Invesitgate, Detect and Destroy”, se fosse un videogame. Questa è purtroppo la realtà e funziona che l'operatore sanitario che dovrebbe occuparsi di ben altro quando si tratta di feste e promozione del benessere, indaga la rete e segnala il rave che ha trovato alla locale Questura che lo deve impedire. Serpelloni dice che questo progetto rientra nel grande contenitore dell’allerta precoce. Peccato che in Europa l’allerta precoce significhi analisi delle sostanze alle feste, informazione immediata sui rischi e tanta, tanta relazione coi consumatori di sostanze e con gli organizzatori delle feste.

Invece in Italia, grazie alla strategia del Dipartimento, le feste diventano sempre più clandestine, rischiose e meno raggiungibili dai progetti di prossimità. Già i progetti di prossimità! Si capisce che di fronte alla strategia del Dipartimento questi “che pensano di fare salottini nei rave illegali e chiamarli chill out” e chiedono a gran voce di fare il test alle pasticche e non a chi le ingoia, sono messi all’angolo.

Come tutti i servizi di cura di fronte a fatti come Cunago, Verona e ogni volta che la Legge, il Pregiudizio e la Punizione prevalgono sulla persona, sui diritti e sulle opportunità.

Se c'è un motivo per continuare a fare il lavoro che faccio, è che non l'abbiano vinta loro.

*Operatore Sociale (Venezia).