Il 17/11 la linea viva di un corteo disegnerà la crisi in questa città, unendone i punti, insieme a chi vorrà starci. Offriamo questo spazio come bene comune alla città, per costruire insieme la città anticrisi, ovunque, con ogni mezzo necessario.

#occupytrieste – 17.11 tramate tramate, stiamo concependo un futuro migliore

17 / 11 / 2011

Nella scacchiera della città non c'è una casella che ci contiene né una disciplina che può contenerci: molteplice come la vita in tutti i suoi aspetti, #occupytrieste assume le forme e i luoghi più adatti alle sue intenzioni. Ciò che mostriamo è di volta in volta ciò che vogliamo.

L'11.11.11, il giorno di #occupatutto, la nostra forma e le nostre intenzioni erano il corpo vivo del desiderio.

Il 16.11.11 la nostra forma è stata di nuovo uno spazio pubblico aperto la cui forza sta nella limpidezza e nella linearità semplice: c'era la necessità di raccontare la verità sull'11.11.11, senza i filtri dei media e le denunce della questura.

Oggi, il 17.11.11 la nostra forma è un corteo di studenti che partendo dal BUco Sociale Occupato attraverserà la città, toccando i luoghi della crisi – dalle s.p.a. dei beni comuni alle banche, da equitalia alle casseforti cittadine per finire davanti al palazzo della regione, dove pianteremo simbolicamente le tende e ci riapproprieremo della piazza usandola per una cena sociale della città.

La linea viva di un corteo che, unendone i punti disegnerà la crisi in questa città insieme a chi vorrà starci.

Sapete chi siamo: i ragazzi delle tende, quelli che per giorni sono stati accampati nella principale piazza di Trieste, a cui portavate la pasta e le sigarette, con cui vi fermavate a parlare di politica, con cui discutevate il cammino da inventare insieme per affrontare la crisi. Non sapete dove e non sapete come, perché la nostra forma cambia con la realtà che ci circonda, perché con la realtà noi abbiamo una relazione (complicata). Come è per ogni essere vivente, la nostra forma cambia, si evolve nell'ambiente in cui vive, cresce e si espande. Ringraziate noi, che siamo una moltitudine.

Il BUco Sociale Occupato, un piccolo ufficio nel cuore della città, è la nostra forma attuale: disturbateci, stiamo concependo un futuro migliore, e non possiamo farlo senza di voi.

Molti hanno sentito delle voci girare per la città. Ma a Trieste più che altrove, le voci le sentono i matti. Noi siamo un po' folli, è vero, ma le nostre voci hanno il corpo vivo che ha aperto in questa città prospettive impensate. E lo ha fatto proprio riempiendo di corpi visibili e concreti spazi impersonali e assenti, di rappresentanza ma non rappresentativi.

Noi siamo concreti. Siamo reali, il nostro stare nel mondo, nella città innanzitutto, è reale. Questa è la nostra forza, che ci ha reso più forti dei manganelli venerdì e che ci rende determinati ad andare avanti, senza paura, sempre insieme continuando a sentire il calore l'uno dell'altro.

Questa forza ha aperto in questa città uno spazio politico impensabile fino a poco tempo fa. Per aprilo e per mantenerlo sono state, e saranno, necessarie pratiche e modi da inventare e mutare. Intanto, offriamo questo spazio come bene comune alla città degna.

Lo faremo cominciando nei prossimi giorni un #occupytrieste tour, rivolgendoci ai tanti e diversi che pensano che le persone e la loro dignità vengono prima dei profitti, perché le idee e la forza crescono incontrandosi, intrecciando fili comuni e inventandone di nuovi. Vogliamo conosce tutte e tutti coloro che non abbiamo incontrato, unire con un fil rouge tutte e tutti coloro che non hanno intezione di subire la crisi.

Vogliamo costruire una città degna. Sapete chi: noi tutti. In ogni dove, in ogni quando, con ogni mezzo necessario.