Venerdì 16 marzo h. 20:00 @ Strike SpA

Roma - Lavorare senza padroni

Viaggio nelle imprese recuperadas argentine

15 / 3 / 2012

Dieci anni dopo la crisi, il default, i tumulti, l’Argentina parla ancora di noi. Nel 2001 una delle risposte alla crisi fu l’occupazione delle fabbriche da parte dei lavoratori. Le “imprese recuperate dai propri lavoratori” (Ert) sono state una risposta alternativa alla crisi economica. Moltissimi sono stati i casi di autogestione e di cooperative organizzate dagli stessi lavoratori. Oggi si contano oltre 200 casi di imprese “autorecuperate” che sono riuscite a superare la crisi e a costruire un'alternativa economica concreta.

Questo risultato si deve all’enorme rete creata dai lavoratori – esperienze condivise che hanno aiutato chi si trovava nelle stesse situazioni – ma anche alla grande solidarietà della società civile che ha legittimato e sostenuto le lotte. Nei primi tempi il fenomeno ha destato grande curiosità internazionale, ma oggi sembra essere calato il silenzio, forse per paura che l’autogestione venga presa d’esempio in altri paesi e in altri settori. Lavorare senza padroni può diventare contagioso, quando i padroni sono sempre più parassiti di una produzione che è già comune e autogestita.


Il nuovo ciclo di movimenti che sta attraversando il mondo fa invece spesso riferimento all’Argentina dei piquteros, delle asembleas e delle fabbriche autorecuperate. È significativo come in molti paesi si stia passando dall’occupazione delle piazze e dei luoghi simbolo della crisi, all’occupazione produttiva. Il movimento #occupywallstreet ha organizzato #occupyhome (occupazioni di case di proprietà delle banche), o #occupycollege, in Spagna e in Grecia crescono le occupazioni e l’autogestione di ospedali dismessi.


In Italia teatri e cinema vengono occupati per autogestire la cultura in dismissione. Davanti alla chiusura delle fabbriche, sempre più spesso i lavoratori e le lavoratrici scelgono di occupare il proprio posto di lavoro, per impedire la dismissione e il licenziamento. In alcuni casi i lavoratori ipotizzano la costituzione in cooperativa e sperimentano la riattivazione della produzione.

A Roma la recente OCCUPAZIONE delle OFFICINE RSI di manutenzione Treni notte nel quartiere di Portonaccio/Casalbertone ci fa pensare all’Argentina per molti motivi. Per questo nelle assemblee e nelle discussioni comuni tra i lavoratori e il presidio di sostegno si cerca di capire e approfondire meglio tutte le possibilità per resistere alla crisi e conquistarsi un futuro.

Ne discutiamo venerdì 16 marzo con Elvira Corona, giornalista sarda, autrice del libro “Lavorare senza padroni”, frutto di un viaggio/inchiesta in Argentina. “Lavorare senza padroni” racconta tredici storie di autogestione e lotta, felicità e impegno: tredici realtà eterogenee che vanno da industrie vere e proprie ad atelier di moda, a servizi di informazione e grafica. Realtà diverse per posizione geografica, da Buenos Aires alla Terra del Fuoco, ma anche per gestione e composizione. 

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ORE 20 - PRESENTAZIONE di LAVORARE SENZA PADRONI

con Elvira Corona

Giuliana Visco (ricercatrice, autrice di “Ahora es cuando”)

Lavoratori RSI - officine occupate Portonaccio

a seguire

SOPA DE CARACOL

Cena di pesce a sostegno dell'Associazione Ya Basta!

(per info&prenotazioni: cell.328 55 87 032)

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Approfondimenti:

#OccupaRSI - il blog

"Nella fabbrica occupata", speciale di Radio Popolare Roma sull'occupazione delle officine RSI di Portonaccio

Ocupar, producir y resistir en Roma (articolo a cura di Alioscia Castronovo e Tomas Mantecon, Lavaca.org)

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STRIKE Spa - Spazio pubblico Autogestito -

Via Umberto Partini 21

Portonaccio/Casalbertone (Roma)