Dopo l'oceanica presenza di piazza ieri al Cairo e nelle altre città l'opposizione egiziana lancia l'ultimatum al presidente Morsi.
Chiaro ed esplicito il messaggio; "Ha tempo fino a domani, martedì 2 luglio, alle 17, per lasciare il potere e consentire alle istituzioni di prepararsi per elezioni presidenziali anticipate". Se questo non avverrà gli esponenti dell'opposizione sono espliciti: "inizieremo una campagna di assoluta disobbedienza civile".
I manifestanti sono ancora a Piazza Tahrir e davanti al palazzo presidenziale, mentre nella prima mattinata è stata assaltata di nuovo la sede della Fratellanza Musulmana.
Egitto nel caos, ultimatum delle opposizioni
Roma, 01 luglio 2013, Nena News - L'Egitto è nel caos: per il
secondo giorno consecutivo proseguono le proteste cominciate ieri
durante la manifestazione anti-Morsi indetta dalle opposizioni e guidata
dalla campagna Tamarod. All'alba la folla ha preso nuovamente
d'assalto la sede della Fratellanza al Cairo: alcuni giovani sono
entrati negli uffici e hanno compiuto un vero e proprio raid, mentre migliaia di persone trascorrevano la notte in Piazza Tahrir e di fronte al palazzo presidenziale, a Ittihadiya.
In quella che si profila come una delle più grandi manifestazioni degli ultimi due anni, almeno
sei persone sono morte, centinaia i feriti. Tra le vittime un 26enne
ucciso durante l'attacco alla sede del Partito Giustizia e Libertà,
braccio politico dei Fratelli Musulmani, nella capitale. Decine di
persone hanno preso d'assalto gli uffici lanciando pietre e bombe
incendiarie. Un morto anche nella provincia di Assiut dove uomini armati
hanno aperto il fuoco contro i manifestanti. Una terza vittima nella
provincia di Beit Suef, a Sud del Cairo.
Le opposizioni non intendono arrendersi, forti dei milioni di
manifestanti portati ieri nelle piazze delle principali città egiziane
(Il Cairo, il Delta del Nilo, Porta Said, Suez, Menuf, Mansura, Tanta e
Zagagig) e dei 22 milioni di firme anti-Morsi raccolte nelle ultime
settimane. E al presidente inviano un ultimatum: dimissioni entro domani
alle 17. "Diamo tempo a Mohamed Morsi fino alle 17 di martedì 2
luglio per lasciare il potere e permettere alle istituzioni statali di
indire nuove elezioni. Altrimenti sarà l'inizio di una campagna di
completa disobbedienza civile", si legge nel comunicato di Tamarod, pubblicato sul sito web della campagna.
Non solo. Tamarod ha fatto appello all'esercito, alla polizia e al
potere giudiziario perché dichiarino apertamente il proprio sostegno al
popolo egiziano: "È necessario che le istituzioni statali, compresi
l'esercito, la polizia e la magistratura stiano chiaramente a fianco del
popolo rappresentato dalle folle di domenica". E c'è chi, tra le file
delle opposizioni, si appella all'esercito: "L'esercito deve agire,
perché è dalla parte della gente", ha detto Hamdeen Sabahi, candidato
alle presidenziali del 2012.
Morsi non cede e punta sul dialogo, "unica via attraverso la quale possiamo giungere ad un compromesso.
La presidenza è aperta ad un dialogo nazionale serio", ha detto il
presidente attraverso il suo portavoce, Ehab Fahmy. Nena News