Quali sono
le reali esigenze che guidano la trasformazione a Nord della città operata
dalle Stu Stazione, Pasubio e Authority? "A quanto sembra la risposta non
ha niente a che vedere con la lotta al degrado, ma piuttosto con l'appetito dei
palazzinari che stanno facendo affari d'oro sulla cosiddetta riqualificazione,
con pochi o nulli benefici sulla qualità del vivere".
Lo sostiene la Società di riappropiazione urbana che tira le fila dell'incontro
dal titolo "Prendere casa a Parma" che si è tenuto nella sala civica
del quartiere San Leonardo e a cui ha partecipato il professor di Urbanistica
Giovanni Caudo dell'università Roma Tre. Secondo la Sru "interi pezzi di
città vengono svenduti a grossi gruppi che poi speculano sulle aree,
trasformando la città in maniera da far salire i prezzi delle case e degli
affitti e negare gli spazi pubblici. Piazze e panchine spariscono per evitare
stazionamenti, si è obbligati a passare senza fermarsi, facendo sosta solo in
luoghi a pagamento, bar e negozi".
A Parma, in dieci anni, fanno i conti gli attivisti, i prezzi degli affitti
sono "saliti del 177% nelle zone semicentrali e del 200% in quelle
centrali. Una situazione che riguarda il 20% della popolazione residente".
Prezzi di questo tipo renderebbero preferibile contrarre un mutuo, cosa
impossibile per chi si trova a lavorare con contratti atipici (la quasi
totalità dei giovani ha un contratto di questo tipo). Gli appartamenti sfitti,
che sono il 18% di tutte le abitazioni della Provincia di Parma,
"rappresentano un altro tassello della speculazione, se fossero sul
mercato infatti farebbero crollare gli affitti". Ulteriore punto debole è
la "mancanza di interventi pubblici che vadano efficacemente a calmierare
questo mercato". Sempre in dieci anni "non sono state costruite nuove
case popolari, anzi ne sono state messe all’asta e vendute ben 74, mentre
quest’anno il numero di domande per una casa popolare è arrivato a più di
1600".
Politiche abitative. Vi sono provvedimenti che garantirebbero un vero
diritto alla casa.
A cominciare dalla tassazione degli alloggi sfitti ( affitti che non superino
il 10% del salario); il blocco degli sfratti (con estensione retroattiva della
moratoria sui mutui a chi ha perso il lavoro); abolizione della legge 431/98
sulla liberalizzazione degli affitti e relativo recupero degli stabili
abbandonati per costruzione di nuove case popolari senza ulteriore consumo di
suolo. "La città deve essere costruita attorno agli abitanti e non sono
gli abitanti che devono adeguarsi alla speculazione indiscriminata",
conclude la Società di riappropriazione urbana di Parma.