Il 14 dicembre non ero a Roma. Quando il governo Berlusconi ha ottenuto la fiducia ho detto a chi era vicino a me: spero che spacchino tutto. Non perchè ha vinto Berlusconi. La fiducia non l’ha avuta Berlusconi. La fiducia l’ha avuta l’arroganza, l’ignoranza, la fiducia è andata a un’intera rmentalità. Una mentalità responsabile di tutto ciò che non avremo.
E mentre io speravo che in qualche modo qualcuno riuscisse ad entrare nel palazzo e non mi sarebbe interessato a fare cosa, i ragionieri dell’informazione già contavano i caschi e le vetrine rotte, quantificavano i violenti e i non violenti.
A chiunque abbia il coraggio di valutare il 14 dicembre soltanto attraverso queste categorie voglio dire che ha sbagliato piano. Se guardo da vicino, con la miopia del ragioniere, vedo solo un ragazzo che picchia un poliziotto o che spacca una vetrina e il piano personale.
Se allargo la visuale e vedo Roma che brucia il piano è STORICO. Il ragazzo e il poliziotto non smettono di esistere, ma semplicemente non mi interessa il loro primo piano. E’ una questione di prospettiva.
Dopo il 14 dicembre un intelletto scientifico ha provato a analizzare i singoli particolari tendando di operare una matematizzazione degli eventi:100 violenti,1000 idioti,ecc.
L’intelletto divide, la ragione unisce. Io quel giorno ho scalzato l’intelletto e mi sono appellata alla ragione, ho fatto un passo indietro ho guardato da lontano e ho visto la cifra nel tappeto. E a chi quel passo indietro non lo sa fare, ai miopi, a chi ha bisogno della matematica perchè ha paura della pancia, ecco la mia matematica: fuori in centomila chiedevano un futuro, dentro in tre il futuro se lo stavano comprando.