Dal 30 dicembre i lavoratori che operavano presso il magazzino Artoni di Padova stanno presidiando giorno e notte il magazzino all'interno del quale hanno lavorato tanti anni e dal quale sono stati espulsi a partire dalla vigilia di Natale.
41 lavoratori, alcuni dei quali presenti in questo magazzino anche da 15 anni, sfruttati e spremuti come limoni per garantire lauti profitti ad Artoni e a tutte le cooperative che si sono succedute nel corso del tempo, buttati letteralmente in mezzo alla strada solo perchè Artoni non è disposto ad accettare che vi siano condizioni contrattuali e retributive dignitose.
I licenziamenti non sono dovuti alla mancanza di lavoro, ma al fatto che Artoni intende avvalersi di cooperative, o di altre forme di società che siano in grado di garantire un costo del lavoro più basso, pagando meno i lavoratori e truffando fisco e INPS, così come ha avuto modo di verificare l'Ispettorato del lavoro nelle ispezioni effettuate.
Questo e' quello che vuole Artoni, dichiarandolo anche nel comunicato ufficiale rilasciato, nel quale si afferma che si intende procedere autonomamente nell'assunzione del personale.
In Prefettura Artoni ha proposto di far ripartire il magazzino di Padova impiegando lavoratori interinali e, solo successivamente, assumendo in modo del tutto arbitrario lavoratori attualmente licenziati.
A fronte di una proposta di questo tipo, i lavoratori non hanno avuto dubbi nel respingerla in toto e nell'esprimere la volontà di continuare ad oltranza il presidio, puntando ad un allargamento della lotta ad altri magazzini Artoni e chiedendo solidarietà concreta a tutti gli altri lavoratori e alle realtà sociali.
DI QUESTI PROBLEMI, DICONO I LAVORATORI, VOGLIAMO DISCUTERE NELL'ASSEMBLEA DI DOMENICA PER ORGANIZZARCI MEGLIO, PER RESPINGERE QUESTO IGNOBILE TENTATIVO DI SMANTELLARE LE CONQUISTE OTTENUTE E DI ELIMINARE ADL COBAS IN QUANTO SINDACATO SCOMODO.