Padova - Continua il blocco all'Artoni contro i licenziamenti

Inaccettabile la proposta della Prefettura la lotta si allarga

7 / 1 / 2014

Da 8 giorni continua il blocco ai magazzini Artoni di Padova portato avanti dai 41 lavoratori licenziati. Il presidio che ha visto ampia partecipazione e solidarietà ha rappresentato un riferimento per la lotta volta a far rientrare i licenziamenti ed affermare i diritti dei lavoratori della logistica.

Questa mattina l'incontro in Prefettura, ottenuto con la mobilitazione, si è concluso con un niente di fatto vista la non volontà di aprire un tavolo reale di trattativa per far tornare a lavorare i licenziati ed addirittura la proposta di "mediazione" di smantellare il presidio e lasciare carta bianca ad Artoni nel decidere chi assumere.

I lavoratori tornati al presidio hanno dato vita ad un assemblea che ha deciso di rifiutare le proposte della Prefettura come inaccettabili, come spiegato nel comunicato che pubblichiamo di seguito.

L'assemblea ha deciso di continuare il blocco, facendo appello ai lavoratori degli altri magazzini Artoni del Veneto e delle altre regioni per mettere in atto forme concrete per esprimere solidarietà ai lavoratori licenziati. La vertenza di Padova ha un carattere generale come attacco alle forme di autorganizzazione dei lavoratori, che hanno conquistato in molti casi significativi risultati. Domani l'assemblea si riunirà di nuovo per discutere l'allargamento della mobilitazione insieme alle altre realtà di lotta della logistica.

La vicenda di questi lavoratori è emblematica di una situazione in cui si vorrebbe continuare a trattare questi lavoratori come "pacchi" da spostare a seconda del bisogno e del guadagno da trarre. Ma negli ormai da due anni le lotte portate avanti dall'esperienze come ADL Cobas, SiCobas etc .. hanno rotto il velo di ambiguità delle scatole cinesi rappresentate dalle cooperative nel settore della logistica.

Blocchi, scioperi, vertenze in varie città hanno messo al centro i diritti e la dignità, conquistando obiettivi concreti. A questo si vorrebbe rispondere con i licenziamenti per continuare uno sfruttamento selvaggio.

La lotta dei lavoratori dell'Artoni di Padova contro i licenziamenti non solo è giusta e va sostenuta ed appoggiata perchè sui diritti non si può mercanteggiare. Non posssono esistere lavoratori di serie B per cui non valgono i diritti fondamentali.

Gianni Boetto ADL COBAS commenta l'incontro in Prefettura e le nuove proposte di lotta.

Le voci dei lavoratori dal blocco

COMUNICATO SU INCONTRO ODIERNO IN PREFETTURA SU LICENZAIMENTI MAGAZZINO ARTONI.

In data odierna si è tenuto l'incontro in Prefettura riguardante la situazione venutasi a creare nel magazzino Artoni di Padova che ha portato al licenziamento di 41 lavoratori inquadrati con la cooperativa EMMEGIERRE, a seguito della volontà di Artoni di rinunciare all'utilizzo di personale e di voler procedere con un progetto di riorganizzazione del lavoro basato su una presunta internalizzazione della movimentazione delle merci.

In prima istanza veniva illustrata alla Prefettura la posizione di Adl Cobas e dei lavoratori, a partire da una analisi della situazione venutasi a creare negli ultimi tre anni con i 4 cambi di appalto e veniva ribadita la valutazione , già abbondantemente espressa, sulla gravità dell'iniziativa messa in campo da Artoni alla vigilia delle festività natalizie che ha portato alla perdita del rapporto di lavoro per 41 lavoratori. Veniva quindi chiesto che si riaprisse un confronto costruttivo volto a ripristinare i contratti di lavoro, contestualmente all'apertura di una discussione riguardante anche la necessità di riorganizzare il lavoro a partire da un superamento della forma di rapporto basata sul socio lavoratore di cooperative.

La risposta fornita da Artoni è consistita nel ribadire quanto già detto in precedenza e cioè che non vi era alcuna intenzione di riutilizzare personale delle cooperative, ma di creare un nuovo modello produttivo con l'intenzione di assumere personale selezionato direttamente e senza fare alcun riferimento ai lavoratori fin qui utilizzati tramite cooperative. Artoni specificava che secondo i loro calcoli e alla luce del ridimensionamento dei volumi di movimentazione, il personale necessario al funzionamento del magazzino di Padova, consisteva in 23 lavoratori a full time e 16 a part time. Veniva altresì chiesto di rimuovere immediatamente il presidio presente in Via Inghilterra, rispetto al quale erano già partite le denunce alla Questura di Padova.

A fronte di posizioni rivelatesi inconciliabili, dopo un breve incontro separato tra Artoni e la Prefettura, si ricomponeva il tavolo ed il Capo di Gabinetto della Prefettura formulava una proposta di “mediazione” con la quale di chiedeva di rimuovere immediatamente il presidio come condizione per arrivare ad una riapertura del magazzino con l'assunzione da parte di Artoni di personale da Agenzie Interinali (con esclusione di tutti i licenziati da Emmegierre) e con l'impegno di selezionare, solo in un secondo momento, lavoratori provenienti da quelli attualmente licenziati, ma senza neppure specificare né quanti, né chi. A fronte dell'accettazione di tale proposta, Artoni si sarebbe resa disponibile ad avviare un tavolo di confronto in sede Provinciale volto a definire i contorni di questa proposta.

La delegazione di ADL Cobas, prendeva atto della proposta formulata dalla Prefettura e decideva di riportare l'esito dell'incontro all'assemblea dei lavoratori, riunitasi nella giornata odierna presso il presidio, la quale ha deciso quanto segue:

  1. LA PROPOSTA FORMULATA DALLA PREFETTURA VIENE REASPINTA, IN QUANTO LASCEREBBE CARTA BIANCA AD ARTONI NEL VOLER ASSUMERE SULLA BASE DEL PIU' ASSOLUTO ARBITRIO.

  2. DI CONSEGUENZA L'ASSEMBLEA DECIDE DI CONTINUARE IL PRESIDIO NELLE FORME E NEI TERMINI FIN QUI PRATICATI, A PARTIRE DAL PRESUPPOSTO CHE NON E' ACCETTABILE CHE LAVORATORI CHE OPERANO IN QUESTO MAGAZZINO DA MOLTI ANNI SIANO OGGETTO DI VALUTAZIONI DEL TUTTO ARBITRARIE DA PARTE DI ARTONI SULLA LORO IDONEITA' O MENO NEL LAVORARE PRESSO QUESTO MAGAZZINO;

  3. VIENE RIFORMULATA LA PROPOSTA GIA' FATTA IN PREFETTURA CONSISTENTE NELLA RICHIESTA DI PROROGARE IL CONTRATTO DI APPALTO CON SICURINT PER IL TEMPO NECESSARIO PER AVVIARE UN CONFRONTO SERIO CON ARTONI, AVENTE COME BASE LA PROPOSTA DI ASSUNZIONE DIRETTA DA PARTE DI ARTONI PER IL NUMERO DI LAVORATORI DA LORO INDICATO, MA, AL CONTEMPO DI PRENDERE IN CONSIDERAZIONE ANCHE ALTRE IPOTESI RELATIVE AD UN EVENTUALE SPOSTAMENTO DI ALCUNI LAVORATORI IN ALTRI CANTIERI ED IN ULTIMA IPOTESI ANCHE QUELLA DI POSSIBILI INCENTIVI ALL'ESODO.

  4. ALLA LUCE DI QUESTA GRAVE SITUAZIONE VENUTASI A CREARE, L'ASSEMBLEA FA APPELLO A I LAVORATORI DEGLI ALTRI MAGAZZINI ARTONI DEL VENETO E DELLE ALTRE REGIONI AFFINCHE' VENGANO MESSE IN ATTO FORME DI INIZIATIVE DI LOTTA CHE ESPRIMANO CONCRETAMENTE SOLIDARIETA' CON LA LOTTA DEI LAVORATORI ARTONI DI PADOVA, IN QUANTO LA DECISIONE PRESA DA ARTONI PER IL MAGAZZINO DI PADOVA ASSUME UNA VALENZA DI CARATTERE PIU' GENERALE IN QUANTO RAPPRESENTA UN PRECEDENTE GRAVISSIMO IN TERMINI DI ATTACCO ALLE FORME DI AUTOORGANIZZAZIONE DEI LAVORATORI DELLA LOGISTICA E ALLE OO.SS. CHE HANNO SOSTENUTO QUESTO PROCESSO DI LOTTE CHE HA PORTATO A CONCRETI MIGLIORAMENTI IN MOLTISSIMI MAGAZZINI.

  5. L'ASSEMBLEA , IN VIRTU' DEL FATTO CHE NON SI VUOLE RECARE DANNO AD ALTRI LAVORATORI, HA DECISO DI LASCIARE USCIRE 5 AUTOMEZZI PRESENTI ALL'INTERNO DEL SITO.

APPROVATO ALL'UNANIMITA' DAL PRESIDIO DI LOTTA DEI LAVORATORI DI ARTONI PADOVA.