Capodanno sotto i rifiuti : la lotta dei comitati incalza il governo

Resistenza virgiliana

di Antonio Musella

3 / 1 / 2011

La leggenda ci racconta come Virgilio, il sommo poeta, sia stato il primo simbolo di difesa della citta’ di Napoli nei tempi antichi. Si narra di come le sue spoglie fossero state seppellite, dopo la loro trafugazione ed il loro ritrovamento, nelle fondamenta del Castel dell’Ovo la fortezza sul mare che si erigge a frangiflutti della citta’ proprio nei pressi di     Santa Lucia. Lontani sono i giorni dei fasti, e gli hannus horribilis si succedono per la citta’ di Napoli. Un tempo la leggenda narra che il Castello fosse stato edificato su un uovo, per alcuni metaforicamente le spoglie di Virgilio, e quando l’uovo nelle fondamenta si fosse rotto, la citta’ sarebbe caduta in rovina per sempre.
Nel giorno di San Silvestro i comitati contro il piano rifiuti, quelli di Chiaiano e Giugliano innanzitutto, hanno deciso di costruire una installazione dedicata agli artefici del malgoverno della citta’, una montagna di monnezza sotto la sede della regione Campania. Da un lato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi , che con i suoi annunci continui da “soluzione finale” sta mortificando la citta’ ed i napoletani tutti, mentre gli amici del suo sodale Nicola Cosentino si fregano le mani tra gestione dei subappalti e la chimera della gestione dei futuri inceneritori su cui mettere le mani incassando i Cip 6. Dall’altro pero’ anche a quegli amministratori locali come il Presidente della Provincia Luigi Cesaro , su cui pende un mandato d’arresto per concorso esterno in associazione camorristica bloccato solo dall’immunita’ parlamentare del presidente-deputato, ed al governatore Stefano Caldoro, l’uomo fantoccio senza nessun peso specifico politico lasciato dallo stesso Berlusconi nelle mani di Nicola Cosentino che, come dimostra lo scandalo P3, in tutti i modi avrebbe voluto “bruciare” il presidente ex socialista con dossieraggi e scandali.
Il quadro,pietoso e talvolta stucchevole, del potere politico e delle competenze in materia di rifiuti a Napoli e’ questo.  Napoli sommersa dai rifiuti e gli amministratori, dal presidente del consiglio a quello dell’ultima provincia campana, a scaricarsi responsabilita’ e colpe risolte con il consueto quanto deprimente “ghe pensi mi” di Berlusconi. Cosa voglia esattamente dire l’ultima sortita del premier sui rifiuti napoletani e’ davvero tutta da scoprire. I vertici di questi giorni che si sono susseguiti tra Napoli e Palazzo Chigi, non hanno chiarito del tutto come si pensa di risolvere non solo l’emergenza, ma come impostare l’intero ciclo di smaltimento dei rifiuti. Le indiscrezioni circolate fino ad ora ci parlano di due nuove discariche da costruire, magari a Tufino accanto allo Stir, oppure nella zona del nolano. Probabilmente il vertice del prossimo 4 gennaio a Palazzo Chigi sara’ decisivo per capirne di piu’ su come concretamente governo ed enti locali pensano di affrontare l’emergenza. Come sempre tutte le soluzioni per lor signori ruotano intorno – ed esclusivamente – a discariche ed inceneritori. D’altronde non pare vero al  vero capo del governo in Campania ovvero Nicola Cosentino , di poter finalmente mettere le mani sulla gestione del ciclo dei rifiuti. Per Nicola O’Mericano come viene soprannominato nelle zone intorno Casal di Principe, si devono percorrere tutte le strade basta che la percentuale di raccolta differenziata permetta sempre l’utilizzo degli inceneritori. Guai a spingere la raccolta differenziata oltre certe percentuali, si rischierebbe di rendere inutili gli stessi inceneritori!
Come sia l’andazzo, al di la’ dell’attuale assenza di un piano complessivo di smaltimento dei rifiuti, lo possiamo osservare dalla recenti vicissitudini sulla gestione della discarica di Chiaiano. Dopo oltre due anni di attivita’ della discarica, gestita per conto della Provincia dalla Ibi idrocarburi, viene notificata – a tre mesi dalla chiusura della discarica – una interdittiva antimafia alla Ibi che la estromette dalla gestione del sito di Chiaiano. Sono passati addirittura due anni e mezzo per accorgersi che la Ibi e’coinvolta in loschi affari in Basilicata e che e’ sotto inchiesta per la discarica Bellolampo di Palermo? Nonostante gia’ dal 2008 i comitati avevano denunciato gli affari strani della Ibi, c’e’ voluto quasi tutto il tempo di gestione del cantiere della discarica per accorgersi della necessita’ di una interdittiva antimafia. Recentemente i comitati avevano denunciato al Noe dei carabinieri ed alla commissione ecomafie della regione campania tutti i guasti gestionali della vicenda Chiaiano ed anche le omissioni della Ibi. Questa vicenda ci da il senso di cosa e’ stato e cosa attualmente ancora sia la gestione dei grandi eventi in Italia, quale e’ stata la portata delle procedure del modello “Bertolaso” assunte ovviamente anche da Franco Gabrieli suo successore: deroghe su deroghe e deroghe su tutte le norme e le procedure di appalto, un meccanismo che permette anche di poter “gestire meglio”  dall’alto i finanziamenti pubblici. Ma cio’ che avverra’ adesso dopo l’interdittiva antimafia alla Ibi, se e’ possibile e’ ancora piu’ incredibile. La Provincia di Napoli nominera’ a chiamata diretta una nuova ditta che gestira’ la fase di transizione. Senza nemmeno l’appalto. Insomma il trionfo della malagestione all’interno del piu’ fulgido esempio di malgoverno.
Intanto soluzioni immediate sembrano girare sempre e solo intorno agli affari per gli amici del Pdl. Il vertice del 4 gennaio vedrà la partecipazione del governatore Caldoro, dei presidenti delle province campane, del premier Berlusconi e del suo fido scudiero Gianni Letta. Già sappiamo che quella che ci presenteranno come “la soluzione all’emergenza” altro non sarà che l’ennesimo accordo affaristico tra politica e malaffare, fatto sulla pelle dei napoletani e dei campani, senza prendere in considerazione il piano alternativo dei comitati più economico e sostenibile.
Davanti a questo quadro, davanti ad una citta’ mortificata, davanti a quartieri che sono avvolti dal fetore dei veleni, come si fa a non comprendere i cittadini di Chiaiano e Marano che hanno bloccato e danneggiato gli auto compattatori nei giorni successivi a Natale, come si fa a non comprendere quella rabbia e quei vetri infranti come gesto di ribellione e voglia di cambiamento radicale di una esperienza di lotta capace di indicare, come tutto il movimento contro il piano rifiuti, alternative praticabili subito come il trattemento a freddo e la differenziata porta a porta. Una resistenza che somiglia tanto ad un gesto: quello di preservare e fortificare quell’uovo nelle fondamenta del Castello, quel riferimento a Virgilio, che possa difendere e rilanciare la citta’ di Napoli. 

Tratto da "Liberazione" del 02.01.11