La leggenda ci racconta
come Virgilio, il sommo poeta, sia stato il primo simbolo di difesa della
citta’ di Napoli nei tempi antichi. Si narra di come le sue spoglie fossero
state seppellite, dopo la loro trafugazione ed il loro ritrovamento, nelle
fondamenta del Castel dell’Ovo la fortezza sul mare che si erigge a
frangiflutti della citta’ proprio nei pressi di Santa Lucia. Lontani sono i giorni dei fasti, e gli hannus
horribilis si succedono per la citta’ di Napoli. Un tempo la leggenda narra che
il Castello fosse stato edificato su un uovo, per alcuni metaforicamente le
spoglie di Virgilio, e quando l’uovo nelle fondamenta si fosse rotto, la citta’
sarebbe caduta in rovina per sempre.
Nel giorno di San Silvestro i comitati contro il piano rifiuti, quelli di
Chiaiano e Giugliano innanzitutto, hanno deciso di costruire una installazione
dedicata agli artefici del malgoverno della citta’, una montagna di monnezza
sotto la sede della regione Campania. Da un lato il presidente del Consiglio
Silvio Berlusconi , che con i suoi annunci continui da “soluzione finale” sta mortificando la citta’ ed i napoletani tutti,
mentre gli amici del suo sodale Nicola Cosentino si fregano le mani tra
gestione dei subappalti e la chimera della gestione dei futuri inceneritori su
cui mettere le mani incassando i Cip 6. Dall’altro pero’ anche a quegli
amministratori locali come il Presidente della Provincia Luigi Cesaro , su cui
pende un mandato d’arresto per concorso esterno in associazione camorristica bloccato
solo dall’immunita’ parlamentare del presidente-deputato, ed al governatore
Stefano Caldoro, l’uomo fantoccio senza nessun peso specifico politico lasciato
dallo stesso Berlusconi nelle mani di Nicola Cosentino che, come dimostra lo
scandalo P3, in tutti i modi avrebbe voluto “bruciare” il presidente ex
socialista con dossieraggi e scandali.
Il quadro,pietoso e talvolta stucchevole, del potere politico e delle
competenze in materia di rifiuti a Napoli e’ questo. Napoli sommersa dai rifiuti e gli amministratori,
dal presidente del consiglio a quello dell’ultima provincia campana, a
scaricarsi responsabilita’ e colpe risolte con il consueto quanto deprimente “ghe pensi mi” di Berlusconi. Cosa voglia
esattamente dire l’ultima sortita del premier sui rifiuti napoletani e’ davvero
tutta da scoprire. I vertici di questi giorni che si sono susseguiti tra Napoli
e Palazzo Chigi, non hanno chiarito del tutto come si pensa di risolvere non
solo l’emergenza, ma come impostare l’intero ciclo di smaltimento dei rifiuti.
Le indiscrezioni circolate fino ad ora ci parlano di due nuove discariche da
costruire, magari a Tufino accanto allo Stir, oppure nella zona del nolano.
Probabilmente il vertice del prossimo 4 gennaio a Palazzo Chigi sara’ decisivo
per capirne di piu’ su come concretamente governo ed enti locali pensano di
affrontare l’emergenza. Come sempre tutte le soluzioni per lor signori ruotano
intorno – ed esclusivamente – a discariche ed inceneritori. D’altronde non pare
vero al vero capo del governo in Campania
ovvero Nicola Cosentino , di poter finalmente mettere le mani sulla gestione
del ciclo dei rifiuti. Per Nicola O’Mericano come viene soprannominato nelle
zone intorno Casal di Principe, si devono percorrere tutte le strade basta che
la percentuale di raccolta differenziata permetta sempre l’utilizzo degli
inceneritori. Guai a spingere la raccolta differenziata oltre certe
percentuali, si rischierebbe di rendere inutili gli stessi inceneritori!
Come sia l’andazzo, al di la’ dell’attuale assenza di un piano complessivo di
smaltimento dei rifiuti, lo possiamo osservare dalla recenti vicissitudini
sulla gestione della discarica di Chiaiano. Dopo oltre due anni di attivita’
della discarica, gestita per conto della Provincia dalla Ibi idrocarburi, viene
notificata – a tre mesi dalla chiusura della discarica – una interdittiva
antimafia alla Ibi che la estromette dalla gestione del sito di Chiaiano. Sono
passati addirittura due anni e mezzo per accorgersi che la Ibi e’coinvolta in
loschi affari in Basilicata e che e’ sotto inchiesta per la discarica
Bellolampo di Palermo? Nonostante gia’ dal 2008 i comitati avevano denunciato
gli affari strani della Ibi, c’e’ voluto quasi tutto il tempo di gestione del
cantiere della discarica per accorgersi della necessita’ di una interdittiva
antimafia. Recentemente i comitati avevano denunciato al Noe dei carabinieri ed
alla commissione ecomafie della regione campania tutti i guasti gestionali
della vicenda Chiaiano ed anche le omissioni della Ibi. Questa vicenda ci da il
senso di cosa e’ stato e cosa attualmente ancora sia la gestione dei grandi
eventi in Italia, quale e’ stata la portata delle procedure del modello
“Bertolaso” assunte ovviamente anche da Franco Gabrieli suo successore: deroghe
su deroghe e deroghe su tutte le norme e le procedure di appalto, un meccanismo
che permette anche di poter “gestire meglio”
dall’alto i finanziamenti pubblici. Ma cio’ che avverra’ adesso dopo
l’interdittiva antimafia alla Ibi, se e’ possibile e’ ancora piu’ incredibile.
La Provincia di Napoli nominera’ a chiamata diretta una nuova ditta che
gestira’ la fase di transizione. Senza nemmeno l’appalto. Insomma il trionfo
della malagestione all’interno del piu’ fulgido esempio di malgoverno.
Intanto soluzioni immediate sembrano girare sempre e solo intorno agli affari
per gli amici del Pdl. Il vertice del 4 gennaio vedrà la partecipazione del
governatore Caldoro, dei presidenti delle province campane, del premier
Berlusconi e del suo fido scudiero Gianni Letta. Già sappiamo che quella che ci
presenteranno come “la soluzione all’emergenza”
altro non sarà che l’ennesimo accordo affaristico tra politica e malaffare,
fatto sulla pelle dei napoletani e dei campani, senza prendere in
considerazione il piano alternativo dei comitati più economico e sostenibile.
Davanti a questo quadro, davanti ad una citta’ mortificata, davanti a quartieri
che sono avvolti dal fetore dei veleni, come si fa a non comprendere i
cittadini di Chiaiano e Marano che hanno bloccato e danneggiato gli auto
compattatori nei giorni successivi a Natale, come si fa a non comprendere
quella rabbia e quei vetri infranti come gesto di ribellione e voglia di
cambiamento radicale di una esperienza di lotta capace di indicare, come tutto
il movimento contro il piano rifiuti, alternative praticabili subito come il
trattemento a freddo e la differenziata porta a porta. Una resistenza che
somiglia tanto ad un gesto: quello di preservare e fortificare quell’uovo nelle
fondamenta del Castello, quel riferimento a Virgilio, che possa difendere e
rilanciare la citta’ di Napoli.
Tratto da "Liberazione" del 02.01.11