Preferirei di no

Da Bologna l'appello di Bartleby agli artisti

27 / 3 / 2009

I would prefer not to..” sono le parole di Bartleby lo scrivano, il nome comune scelto dagli occupanti e dalle occupanti dello spazio sito in via Capo di Lucca 30.

Bartleby è il tentativo di chiudere definitivamente con l'era Cofferati, di far uscire l'università dal suo miope autismo, di ripensare Bologna a partire da chi la abita, la vive, la rende ricca ogni giorno.

Bartleby figura della diserzione radicale e solitaria ha ora trovato casa e apre le porte alla città. Da una piega dell’Onda, nasce questa sperimentazione, una forma nuova di occupazione: un atelier in cui aprire un cantiere di ricerca, di riflessione e di connessione sulla produzione artistica in questa città con tutti quei soggetti che hanno attraversato il movimento di questi mesi. Dai musicisti del teatro comunale, ai ragazzi dell’Accademia di Belle arti e del conservatorio, agli scrittori che con noi costruiscono i seminari di autoformazione e gli eventi in università.

In questa situazione, l’uso che Bartleby intende fare degli spazi di Via Capo di Lucca 30, caratterizzato da iniziative di alto profilo culturale, che coinvolgono profondamente il tessuto artistico e relazionale di questa città, ci sembra una straordinaria occasione di confronto e crescita per l’intera comunità cittadina.

Per questo avremmo preferenza di no. Avremmo preferenza che un' esigenza espressiva e culturale, vissuta quotidianamente da moltissimi studenti, non fosse relegata a problema di ordine pubblico e risolta con i manganelli della Celere.
Avremmo preferenza che gli spazi di Via Capo di Lucca non fossero sgomberati. Avremmo preferenza che Bartleby non fosse costretto a cercare altri spazi per offrire un luogo di produzione e sperimentazione artistica.


Primi firmatari:

Ermanno Cavazzoni, Emidio Clementi, Giampiero Rigosi, Stefano Tassinari, Wu ming, Antonella Beccaria

Per adesioni: [email protected]