Trento - Scuola di formazione politica "Odio gli indifferenti". Ciclo di incontri "Forme di Stato e rivoluzione"

17 / 11 / 2015

Perché questi incontri

Nel 1789 la «Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino» ha ridefinito le coordinate su cui si basava il rapporto dei singoli e delle comunità con l’istituzione statale, identificando un nuovo detentore della sovranità. Ha infatti stabilito al suo articolo 3 che «Il principio di sovranità risiede essenzialmente nella Nazione. Nessun corpo o individuò può esercitare un potere che non emani espressamente da essa». In tal modo si faceva coincidere la possibilità di determinare il proprio futuro, di passare da «suddito» a  «cittadino», con l’appartenenza ad una comunità politica definita come «Nazione». Ma che cos’è la nazione? Chi la compone? Come deve configurarsi lo stato perché questa sovranità sia effettiva? Quali sono gli scopi di questa collettività? E soprattutto è davvero la nazione l’unica o la migliore forma di comunità politica?

Domande tanto più attuali oggi, il tempo in cui la crisi del capitalismo neoliberista mostra tutti i limiti e le contraddizioni sia dello stato-nazione che degli organismi sovranazionali, mettendone a nudo l’ incapacità di assicurare un futuro ai propri cittadini ed alimentando rivendicazioni sovraniste e chiusure razziste. Intanto il Medio Oriente è teatro del conflitto tra lo spettro del ritorno alle barbarie, il fascismo fondamentalista del sedicente Stato Islamico, e la prospettiva di un futuro liberato dalle oppressioni di genere, di etnia o di classe, la rivoluzione del Rojava.

È tempo di tornare ad interrogarsi sulle diverse forme di stato e sulla loro effettiva capacità di rispondere alle esigenze degli esseri umani. Per farlo occorre ricostruire le coordinate di una cultura politica consapevole di quanto è stato elaborato in merito dal pensiero democratico e rivoluzionario degli ultimi due secoli. Occorre iniziare un percorso articolato di studio collettivo.

Il metodo che useremo

Quello che proponiamo non è un ciclo di conferenze, ma un percorso di apprendimento basato sull’approccio costruttivista.

Con l’espressione «costruttivismo» in ambito didattico si intende una metodologia di trasmissione di conoscenze, competenze e abilità che pone al centro il soggetto che apprende e non più il docente. Caratteristiche costitutive di questo tipo di approccio sono l’idea che le conoscenze vadano costruite e non semplicemente riprodotte, che sia preferibile evitare eccessive semplificazione a favore di una rappresentazione della naturale complessità del mondo reale. Si tratta di

«offrire ambienti di apprendimento assunti dal mondo reale, basati su casi, piuttosto che sequenze istruttive predeterminate; offrire rappresentazioni multiple della realtà; alimentare pratiche riflessive; permettere costruzioni di conoscenze dipendenti dal contesto e dal contenuto; favorire la costruzione cooperativa della conoscenza, attraverso negoziazione sociale»[1].

Cosa faremo

Questo percorso non è rivolto a dei fruitori passivi in cerca di qualche conferenza da ascoltare, ma a chi ha voglia di leggere parti consistenti dei testi che saranno presi in esame e di discuterne in gruppo per arrivare ad estrapolarne le parti più significative e stendere delle conclusioni utili per l’agire nel presente.

La rosa di testi su cui intendiamo lavorare riguarda gli elaborati di autori afferenti al pensiero democratico e liberal-socialista, a quello marxista (nelle sue varie declinazioni, dalla «via italiana al socialismo» al postoperaismo), alle riflessioni elaborate nell’ambito dei postcolonial studies, nell’esperienza zapatista e in quella del confederalismo democratico nel Rojava.

Nel corso di un primo incontro si delineerà il contesto storico del passaggio dall’antico regime allo stato nazione a cavallo tra XVIII e XIX secolo e si distribuirà un primo testo che sarà discusso collettivamente nel secondo incontro. Tutti i testi saranno brevemente introdotti e distribuiti alla fine degli incontri, letti autonomamente dai partecipanti e discussi collettivamente nel corso dell’incontro successivo.

Nel corso della discussione chi vuole potrà indicare le frasi, i periodi o i brani che ha trovato più significativi e spiegarne il motivo. Nel dibattito si potrà orientare intorno a tre domande:

a) Vi è una tipologia di conflitto posto in evidenza nel testo?

b)  Secondo l'autore cosa caratterizza le forme politiche e ideologiche di cui tratta (sia come stato ideale che si vorrebbe far sorgere che come articolazione di poteri o movimenti reali) ?

c) cosa trovate di attuale in questo testo (in positivo o in negativo)?

Naturalmente ogni forma di produzione scritta è gradita e potrebbe diventare la base di una relazione finale del progetto.

Programma

1° incontro: Venerdì 20  novembre ore 18,00 presso Centro Sociale Bruno (Lungadige S. Nicolò, 4)

Il volto umano dello stato nazione

Il pensiero di Giuseppe Mazzini nel contesto dell'affermazione degli stati-nazione.

Testo: Giuseppe Mazzini: «I doveri dell’uomo». Londra: biblioteca popolare 1860.

Parti: Introduzione «Agli operai italiani» (pag. 1- 17); Capitoli «Doveri verso l’umanità» e «Doveri verso la patria» (pag. 42- 64).

Giuseppe Mazzini (1805-1872) si impegnò per quasi tutta la sua vita nel tentativo di creare un’Italia unita e repubblicana. In questo testo, edito nel momento culminante del risorgimento sono contenute le coordinate base del suo pensiero politico e sociale inteso a legare l’emancipazione nazionale del popolo italiano con quella religiosa, politica e sociale.

Il testo sarò letto autonomamente e  discusso nell’incontro successivo.

2° incontro: Giovedì 17 dicembre ore 18,00 presso Centro Sociale Bruno (Lungadige S. Nicolò, 4)

Dibattito

La strada per la Comune

Marx dalla critica dei principi dello stato borghese alla Comune come governo dei lavoratori.

Testo 1: Karl Marx: «La questione ebraica» (1843) . Parti: da pag. 75 a 101

Testo 2:  «La guerra civile in Francia» (1871). Parti: da pag. 905 a 932

 In: Karl Marx e Friedrich Engels «Opere scielte». Roma: Editori Riuniti, 1966.

Nel 1844 il giovane Karl Marx (1818-1883) diede alle stampe il testo «Sulla questione ebraica» in cui partendo dai dibattiti del tempo in merito all’emancipazione degli ebrei e la laicità dello stato formula una critica allo stato e all’economia capitalistica. È l’inizio del percorso che lo porterà quasi trent’anni dopo, nel 1871, a raccontare la sfortunata lotta della Comune di Parigi facendo notare come quella rivoluzione schiacciata nel sangue avesse partorito «la forma politica finalmente scoperta, nella quale si poteva compiere l'emancipazione economica del lavoro».

I testi saranno letti  autonomamente e  discussi  nell’incontro successivo.

3° incontro: Giovedì 21 gennaio ore 18,00 presso Centro Sociale Bruno (Lungadige S. Nicolò, 4)

Uno stato, molte nazioni

Come organizzare la convivenza tra diversi popoli in un'unico stato? il dibattito agli inizi del XX secolo tra socialdemocratici austriaci e bolscevichi russi.

Testo 1: Otto Bauer: «La questione nazionale» (1907). Roma: Editori riuniti, 1999.

Parti: da pag.51 a 61; da pag. 79 a 101; da pag. 133 a 145; da pag. 162 a 170.

Testo 2: Josif Stalin: «Il marxismo e la questione delle nazionalità» (1913). Torino: Einaudi, 1974. Parti: da pag 43 a 92; da pag. 118 a 125.

Alla vigilia della grande guerra quasi tutta l’Europa centro-orientale è parte di due grandi imperi multinazionali: quello austroungarico e quello russo. Si tratta di territori abitati da decine di popoli diversi, tra loro mescolati ma spesso separati da odi etnici e religiosi. Da dove nascono tali conflitti? Come risolverli nel quadro di una ridefinizione socialista delle forme di stato? Nel 1907 pubblica le sue riflessioni in proposito Otto Bauer (1881-1938), un giovane esponente della socialdemocrazia austriaca che ha dedicato all’argomento la propria tesi di laurea. Sei anni dopo a rispondergli polemicamente è un bolscevico di poco più vecchio (nato nel 1878). Viene dal selvaggio Caucaso dove finanziava la rivoluzione rapinando banche, il nome di battaglia con cui firma il testo è tutto un programma: «acciaio»…

I testi saranno letti  autonomamente e  discussi  nell’incontro successivo.

4° incontro: Giovedì 18 febbraio ore 18,00 presso Centro Sociale Bruno (Lungadige S. Nicolò, 4)

Un mondo nuovo per i sopravvissuti

Le teorizzazioni della Resistenza su unità europea e "democrazia progressiva".

Testo 1: Altiero Spinelli, Ernesto Rossi e Eugenio Colorni: «Il manifesto di Ventotene. Per un’Europa libera e unita» (1941). Scaricato il 6.8.2015 dal sito http://www.educational.rai.it/materiali/file_lezioni/52151_635535499212588470.pdf

Testo 2: Eugenio Curiel: articoli 1943-1945. In Eugenio Curiel «Scritti 1935-1945», Vol. II. Roma: Editori Riuniti, 1973.

Parti: da pag. 11 a 16; da pag. 65 a 76; da pag. 80 a 84; da pag. 116 a 119; da pag. 173 a 177; da pag. 184 a 186; da pag. 187 a 201.

Mentre la seconda guerra mondiale devastava l’Europa e il mondo i combattenti antifascisti in carcere o in clandestinità cercarono di delineare i propri progetti politici per quando la guerra sarebbe finita. Confinati sull’isola di Ventotene Altiero Spinelli (1907-1986), Ernesto Rossi (1897-1967) ed Eugenio Colorni (1909 – 1944) scrissero nel 1941 quello che è considerato il manifesto dell’unità europea, in cui si delinea il superamento dello stato nazione come unico mezzo per garantire pace e sviluppo all’Europa.

Eugenio Curiel (1912-1945) fu uno dei leader del Partito Comunista clandestino e della resistenza sino al febbraio1945, quando venne fucilato dalle SS. Nei suoi scritti prospetta l’unità delle forze popolari per dar vita ad una forma politica capace di unire giustizia sociale e pluralismo politico, la «democrazia progressiva».

Due testi che ripercorrono progetti, i sogni e le illusioni dell’antifascismo e della resistenza. In buona parte resteranno solo sulla carta, «congelati» dalla restaurazione che accompagna l’inizio della guerra fredda.

I testi saranno letti  autonomamente e  discussi  nell’incontro successivo.

5° incontro: Giovedì 17 marzo ore 18,00 presso Centro Sociale Bruno (Lungadige S. Nicolò, 4)

Le forme della biopolitica

Riflessioni sul rapporto tra individuo, masse e potere

Testo 1 : Václav Havel: «Il potere dei senza potere» (1978). Milano: Garzanti, 1991.

Parti: da pag.13 a15; da pag.23 a 37; da pag. 53 a 65; da pag. 94 a 103.

Testo 2: Michel Foucault: «Nascita della biopolitica: corso al Collège de France (1978-1979) ». Roma: Feltrinelli, 2005

Parti: Lezione del 10 gennaio 1979 (da pag. 13 a pag. 34); Lezione del 17 gennaio 1979 (da pag. 35 a pag. 53).

Nel 1978, dieci anni dopo che i carri armati sovietici hanno schiacciato la «Primavera di Praga», la Cecoslovacchia è sottoposta ad un regime definito «post-totalitario» basato sulla convivenza tra autoritarismo e società dei consumi: non vi sono fucilazioni né campi di concentramento ma il conformismo e l’acquiescenza nei confronti del potere sono d’obbligo. Imprigionato per aver scritto una petizione in cui si chiedeva libertà di espressione lo scrittore e drammaturgo Václav Havel (1936-2011) descrive la «resistenza esistenziale» contro il sistema.

Nelle lezioni al Collége de France il grande filosofo francese Michel Foucault, uno dei più grandi pensatori del Novecento, utilizza le categorie della biopolitica (intesa come disciplinamento e gestione dell’individuo e delle masse ad opera del potere), da lui mirabilmente messe al centro del dibattito filosofico internazionale grazie a testi come “Sorvegliare e punire” (1975) e “La volontà di sapere” (1976), al campo della governamentalità liberale.

I testi saranno letti  autonomamente e  discussi  nell’incontro successivo.

6° incontro: Giovedì 21 aprile ore 18,00 presso Centro Sociale Bruno (Lungadige S. Nicolò, 4)

Dall’Impero alla governance multipolare

Dibattito sulle trasformazioni che, a partire dalla fine della cosiddetta “guerra fredda”, hanno investito lo Stato nazione fino ad esautorarlo, dal punto di vista della sovranità economica, politica e militare.

-Testo 1: Antonio Negri, Micheal Hardt, «Impero: il nuovo ordine della globalizzazione» Milano: Rizzoli, 2002

Parti: Premessa; Parte Prima “La costituzione politica del presente”, Capitolo I “Il nuovo ordine mondiale”, Capitolo II “La produzione biopolitica”

- Testo 2: «L'Impero dalle piume di cristallo - Intervista con Michael Hardt di Giuliano Santoro», riv. cartacea “Carta”, 16 dicembre 2006

-Testo 3: Christian Marazzi, «Diario economico-politico: globosclerosi», sito internet “Uninomade.org”, 29 aprile 2011

-Testo 4: Centri sociali del Nord-Est: «Siamo in guerra», sito Internet “Globalproject.info, 13 gennaio 2015

Antonio Negri, uno dei “cattivi maestri” del post-operaismo, ed in generale del pensiero critico contemporaneo, conia la categoria di “Impero” negli anni Novanta, cogliendo a pieno le trasformazioni istituzionali, economiche e geopolitiche che attraversavano il mondo nella fase successiva alla fine della “guerra fredda”. L'Impero è lo spazio dove si coagulano le nuove forme dell’economia neoliberista, fondata sulla sussunzione delle risorse umane e materiali del pianeta e sulla espropriazione della ricchezza socialmente prodotta all’interno post-fordistmo, basato sulla messa a valore dell’intera vita ed egemonizzato dalla produzione immateriale.

7° incontro: Giovedì 19 maggio ore 18,00 presso Centro Sociale Bruno (Lungadige S. Nicolò, 4)

Rojava: la forma-stato della rivoluzione oggi

L'esperienza zapatista, la carta del Rojava ed il pensiero di Ocalan. 

Testo 1: Abdullah Ocalan «Confederalismo democratico»

Testo 2: Abdullah Ocalan «Liberare la vita: La rivoluzione delle donne».

Testo 3: «Carta del contratto sociale del Rojava».

L’elaborazione svolta in carcere dal leader del PKK Abdullah Ocalan è stata alla base della teoria e della prassi messa in campo dal movimento rivoluzionario nel Rojava. Un movimento che oltre a sconfiggere militarmente l’ISIS a Kobane è stato in grado di creare le proprie istituzioni di autogoverno democratico della società sulla base del «Carta del contratto sociale del Rojava».

8° incontro: Giorno, ora e luogo da confermare

Conclusioni

Per info: [email protected] / 3929877684


[1] Criteri di costruzione del curricolo di storia. A cura di IPRASE Trentino, Museo Storico in Trento, Università degli studi di Trento. Trento: Centro Stampa IPRASE del Trentino, 2006. P.11. Consultato il 3.9.2015 sul sito http://www.storiairreer.it/Materiali/Materiali/Modelli_di_progettazione/IPRASEcurricolostoria.pdf