Afghanistan: li ha uccisi la vostra guerra

Fiaccolata civica, Venerdì 18 Settembre alle 20.30 P.za Castello (Vicenza)

18 / 9 / 2009

L’ennesima strage in Afganistan coinvolge i soldati italiani. Questa sera la fiaccolata prevista per difendere i cortei in centro, è anche un momento per esprimere indignazione e opposizione a una guerra che continua a portare morte e distruzione; e di cui Vicenza è, suo malgrado, protagonista

Pochi decenni fa chi governava diceva di aver bisogno «di qualche migliaio di morti per sedere, da vittorioso, al tavolo della pace»; qualunque manuale di storia racconta come è andata a finire. Oggi i morti servono per “rispettare gli accordi internazionali” e prendere parte al consesso dove si spartiscono risorse e capitali. Lo sanno tutti, e molti lo accettano, fino a quando la morte non bussa all’uscio di casa, o a quella del vicino. Traffici energetici e finanziari in cambio di morti: è l’economia della guerra permanente, detta anche peacekeeping.

Sei soldati italiani sono morti in Afganistan, facendo la guerra. Sarebbe più corretto dire che almeno 21 persone sono morte in Afganistan durante un’operazione di guerra: ma si sa che i morti non sono tutti uguali, e così gli almeno 15 civili massacrati non fanno notizia; del resto, direbbe qualcuno che ancora crede di poter esportare la democrazia sulla punta delle baionette, la guerra ha pure un costo. E a pagarlo, in larga parte, sono i civili che la guerra non l’hanno scelta, ma a cui è stata imposta nelle loro case.

Altri ventuno lutti, dunque, che si aggiungono a quelli che quotidianamente provocano i bombardamenti indiscriminati, l’uso di armi vietate dalle convenzioni internazionali, gli scontri a fuoco, le esplosioni di mine e ordigni inesplosi. Ma di questi ventuno, sei hanno bussato alle porte dei nostri vicini di casa. E ci dicono una verità che governi e opposizioni vorrebbero continuare a nasconderci: a migliaia di chilometri dalle nostre case si combatte una guerra, ingiusta e atroce come ogni altra guerra.

E Vicenza ne è, ancora una volta, involontariamente quanto pesantemente protagonista; è dai bunker sotto i berici, dai comandi delle Ederle e dal “Villaggio della Pace” che partono ordini e armamenti, comandanti e “uomini addestrati a uccidere”. I ventuno morti di oggi sono l’ennesimo frutto amaro di una strategia che vede tra i suoi protagonisti le armate statunitensi ospitate nei “dormitori” - questo sono, per Paolo Costa, le installazioni militari a stelle e strisce – all’ombra della Basilica Palladiana.

Non ne vogliamo più sapere; di lutti e distruzioni, esplosioni e tragedie, guerre e violenze. “Not in my name”, si sarebbe scandito qualche anno fa; ma ora è più semplice dire “via dalla nostra città”: perchè non vogliamo più ospitare coloro che sono i responsabili di tutto ciò; non vogliamo sentirci complici di chi usa la guerra come strumento di tutela “del proprio tenore di vita”.

Un motivo in più, questo, per scendere in piazza questa sera, ed esprimere tutta la nostra indignazione per l’ennesima strage compiuta in Afganistan. Una strage che ha dei responsabili evidenti: coloro che questa guerra l’anno voluta, pianificata, combattuta. E non diteci, cari generali statunitensi, che volete regalare la democrazia al popolo afgano, perché siete gli stessi che l’avete negata alla comunità vicentina.

18 SETTEMBRE
FIACCOLATA CIVICA
20.30 P.za Castello [Vicenza]

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