Correre in discesa – Perché il Movimento 5 stelle deve governare subito

dal blog di andrne Dazieri

1 / 3 / 2013

Il Movimento 5 stelle ha stravinto. Gli scenari “classici” che si aprono adesso sono due: il Governissimo per tener fuori i 5 Stelle, che sarebbe una mostruosità oltre che una forzatura democratica mica da ridere,  o il governo tecnico sino alle elezioni anticipatissime,  con tutti i rischi che comporta una nuova campagna elettorale. Oppure qualcosa di nuovo.

Il cambiamento, piaccia o non piaccia c’è stato, forse il futuro della politica del nostro Paese dobbiamo immagiarcelo differente da quello che speravamo, almeno molti di noi, fino a poche ora fa, con soluzioni al di fuori degli schemi usati sino a oggi. Perché gli schemi utilizzati sino a oggi  non valgono più. Credo che sia costituzionalmente impossibile, ma se fossi nel Capo dello Stato incaricherei il rappresentante dei 5 stelle (chi, a proposito, visto che Grillo non è stato eletto?) di formare il nuovo governo. E se questo accadesse, da elettore di sinistra chiederei alla mia coalizione, sconfitta e rintronata, di appoggiarlo, ribaltando lo scenario. Non più un vincitore nei numeri (risicatissimi) e sconfitto di fatto, che mendica voti per rimanere in piedi, ma un alleato che mette i suoi voti a disposizione di un progetto, sapendo di non averne il controllo, ma solo la responsabilità. Si invertirebbe il rapporto che sino a ora il centrosinistra ha immaginato per se stesso con i 5 Stelle (vi ricordate Faremo scouting? Il perdente che va a pescare dai vincitori ora non è molto credibile) e si costringerebbe i 5 Stelle ad assumersi la responsabilità di essere il primo partito italiano, come, piaccia o non piaccia, è. Hanno promesso molto per farsi eleggere, devono ora dimostrare di esserne in grado.

Non credo proprio che il Capo dello Stato darà l’incarico a Grillo o a chi ne fa le veci, e se lo facesse forse Grillo e i suoi non accetterebbero. Non in questa fase, non con molti ragionamenti ancora da fare sulla gestione della macchina Stato e sul premier da nominare (secondo le regole dei 5s  Grillo è ineleggibile), non quando stare fuori dà un vantaggio strategico: puoi punzecchiare e pretendere, tirare scappellotti. Aspettare a Canossa. Dall’altra parte, sarebbero costretti a ragionare da statisti. Certo, col porcellum sarebbe strano, il partito alla guida del governo avrebbe pochissimi deputati, l’appoggio sarebbe quasi tutto esterno. Ma se fosse possibile, per me  che non ho votato 5stelle e detesto Grillo (non sono saltato sul carro, tranquilli), un governo a guida 5 Stelle subito oggi sarebbe il male minore. Il centrosinistra avrebbe comunque le armi in mano per fare cadere il governo se si allontanasse troppo da quello che ritiene opportuno, e da elettore di centrosinistra pretenderei vigilanza assoluta. Ma pretenderei allo stesso modo che la coalizione che ho votato valuti con attenzione costi e benefici prima di mandare all’aria la baracca, perché  potrebbe comunque far approvare leggi che ha nel suo Dna, o dice di avere: Conflitto di Interessi, finanziamento ai partiti, riduzione dei costi della politica, nuova legge elettorale (forse), acqua bene pubblico eccetera. Fossi Bersani, sarebbe questa la proposta che porterei ai 5 Stelle, prima di rassegnare le mie dimissioni.

Dopo i primi exit ero sgomento. Adesso non sono felice, ma nemmeno rassegnato. Capisco solo che quando le cose vanno troppo avanti per poter tornare indietro, quando si è superato un dosso e si corre  in discesa, anche se non era la strada che volevamo prendere, è meglio accelerare il passo per assecondare il movimento. Fermarsi è peggio. A fermasi si cade.

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