Diritti civili di pari passo con i diritti sociali - Intervista a Camilla Seibezzi

31 / 3 / 2014

Abbiamo incontrato Camilla Seibezzi all'Happening "Venezia è antifascista", la mobilitazione di tanti che ha impedito la presenza di Forza Nuova in laguna. Con Camilla, consigliera della Lista in Comune e molte volte al centro dell'attacco di fascisti ed integralisti per le sue iniziative a favore dei diritti (l'iniziativa "genitori" per sostituire la definizione madre e padre, la proposta di libri didattici per i più piccoli attenti alla non discriminazione basata sull'orientamento generale), affrontiamo il nodo dei diritti civili nello spazio europeo.

Nell'intervista Camilla, che è impegnata nella Lista Tsipras, collega la difesa dei vecchi diritti e la conquista dei nuovi diritti all'opposizione alle politiche asfittiche di austerità.

Lo sviluppo di nuovo welfare, di diritti di cittadinanza pieni può contribuire alla crescita di nuovi orizzonti occupazionali. Così come in Europa i diritti civili non possono essere "a macchia di leopardo" ma garantiti a tutti in maniera estesa.

Il lotta per i diritti civili e quelli legati alla libertà di orientamento sessuale si inseriscono oggi in clima in cui destre reazionarie, integralisti e fascisti vecchi e nuovi utilizzano la difesa della famiglia e dei valori "tradizionali" per cercare di avvallare un'idea di disciplinamento sociale, di contenimento dei bisogni e dei desideri, che reclamano nuovi diritti e  libertà. Per questo ci è sembrato interessante intervistare un attivista come Camilla impegnata con continuità su questi temi inquadrandoli in una dimensione europea.

D. Camilla anche tu candidata nella Lista Tsipras che visione d'Europa vuoi portare in questo percorso?

Voglio portare una visione d'Europa che smaschera la fallace divisione tra diritti sociali e diritti civili e i problemi dell'economia.

Questi temi non sono contrapposti.

Il diritto al lavoro, il diritto al matrimonio, il diritto al'interruzione di gravidanza, il diritto alla fecondazione assistita: l'accesso universale ai diritti va insieme ai temi dell'economia, all'accorciamento della forbice di differenza degli stipendi per combattere quei 27 milioni di disoccupati che stanno imprigionando un'intera generazione di giovani.

D. Il tema dei diritti civili è al centro della tua attenzione. In Europa ci sono dei chari ma anche molti scuri nelle politiche europee su questi argomenti.

Diciamo che quello che emerge quando si guarda ai diritti in Europa è che vanno a macchia di leopardo. Delle famiglie che esistono in alcuni stati così come valicano una frontiera non valgono più nulla. Dei bambini che hanno due genitori in un paese, quando passano in un altro paese si trovano con uno, quello biologico nel migliore dei casi. Delle coppie che sono riconosciuti in alcuni paesi non lo sono per niente in tanti altri. E' insostenibile un diritto così.

D. In questo quadro aggiungerei anche la questione dell'aborto, che pensavamo fosse un problema archiviato nel secolo scorso e che invece in alcuni stati come la Spagna è non solo è sotto attacco come diritto delle donne a decidere della propria vita.

Questo è un punto fondamentale che voglio portare. L'interruzione volontaria di gravidanza è stata data per conquistata ma non è così. Non solo in Italia ma in tanti paesi europei l'obiezione di coscienza negli ospedali pubblici arriva all'80%. Questo significa declamare un diritto ma non renderlo praticabile. Con questo stiamo tornando indietro di trent'anni.

Gli obiettori di coscienza un tempo erano coloro che venivano invitati ad andare in guerra e proprio per rifiutarsi a questo obbligo belligerante facevano l'obiezione di coscenza e per questo venivano puniti. Oggi l'obiettore di coscienza è qualcuno che si antepone al diritto espresso in Italia ad esempio dallaLegge 194 di poter grantire alle donne il diritto d'abortire. Siamo a questo che un opinione diventa una lesione dei diritti altrui, conquistati con anni e anni di battaglie.

D. Una visione d'Europa di diritti e che potrebbero portare a nuovo lavoro, a nuove forme di integrazione sociale.

Questo è assolutamente dimostrato. I temi dei diritti civili si muovono laddove i territori riescono a mettere in moto delle economie che aderiscono al principio dell'eguaglianza, ad una giustizia sociale che sia diffusa e accessibile a tutti.

D. Un ultimo tema è quello dell'istruzione e della formazione che immagino sarà uno dei tuoi temi d'attenzione sull'Europa, in riferimento all'attenzione che tu hai voluto mettere sull'educazione dei più piccoli al passo con la modernità.

Partiamo da dei progetti che abbiamo fatto a Venezia, ma che dovrebbero essere estesi e riconosciuti in tutta Europa. La ricerca scientifica dovrebbe quanto meno orientare la politica non sostituirla con i governi tecnocratici. Sappiamo che i pregiudizi e gli stereotpi si consolidano nei bambini tra i tre e quattro anni, allora è da lì che dobbiamo iniziare per costruire una cultura della differenza. 

Intervento di Camilla Seibezzi all'Happening "Venezia è antifascista"