La primavera è cominciata

Dopo Bruxelles verso le prossime tappe di mobilitazione euromediterranea

Utente: Ada
15 / 3 / 2013

Il 13 e il 14 marzo Bruxelles è stata attraversata da migliaia di persone: non soltanto i soliti funzionari e capi di governo di quell'Europa che si incontrava nello "European Summit" che con politiche di austerity e rigore sta affamando intere popolazioni, ma quell'altra Europa che si sta costruendo attraverso le manifestazioni, le assemblee, i cortei, le azioni che movimenti, associazioni, sindacati stanno costruendo e praticando nel cuore e fin sotto i palazzi dell'Europa della finanza. Perché colpirla, farla vacillare è possibile, perché mettere in piedi passo dopo passo un'Europa nuova è la scommessa che facciamo.

Il 13 marzo a Bruxelles sono partite le azioni itineranti di "For European Spring" che si sono sviluppate nel quartiere europeo fin sotto la Commissione Europea: diversi edifici simbolo sono stati occupati e sanzionati con azioni creative e comunicative da decine di attivisti.
Il 14 marzo le strade di Bruxelles sono state riempite dal corteo dei lavoratori delle fabbriche belga in crisi e del comparto dei servizi, al quale ha attivamente partecipato lo spezzone "For European Spring" insieme a "Blockupy Frankfurt", che a manifestazione conclusa ha proseguito con un corteo selvaggio che ha occupato la sede della Direzione Generale degli Affari economici e finanziari dell'Unione Europea, uno dei maggiori centri decisionali in cui si pianificano le politiche di austerity.
Non è mancata la reazione chiusa e spropositata da parte delle autorità, che già nei giorni precedenti avevano vietato ai manifestanti di attraversare il quartiere europeo durante il Summit ed avevano chiuso ed isolato le strade attorno ai palazzi dell'Unione con veri e propri recinti di filo spinato. Durante l'occupazione della sede dell'Ecofin, abbiamo assistito all'intervento massiccio e sproporzionato del reparto celere, che ha impedito ai manifestanti di lasciare lo stabile, circondandoli con scudi e caschi e mettendo in stato di fermo una trentina di attivisti.

Due giornate intense, partecipate, altre tappe di una strada già intrapresa dai movimenti europei per mettere in crisi la governance europea che decide delle nostre vite e del nostro futuro.
Queste giornate hanno dimostrato la determinazione dei movimenti europei a voler proseguire quel percorso costituente, cominciato a maggio del 2012 con Blockupy Frankfurt, alimentato nell'autunno 2012 dal meeting dei movimenti europei a Madrid durante "Agora99", e che, passato per Bruxelles, ha già scritta un'agenda fitta e impegnativa per le prossime settimane.

Dall'Italia i centri sociali, uniti in coalizioni, hanno portato avanti questo percorso europeo, con un sguardo rivolto al mediterraneo in rivolta.
Dal 26 marzo al 1 aprile saremo infatti al Social Forum di Tunisi e dal 2 al 5 aprile proseguiremo con una carovana verso il sud del paese per condividere le differenti esperienze, i percorsi, e l'idea comune di uno spazio euro-mediterraneo democratico e libero dal ricatto della crisi.
A fine maggio saremo nuovamente a Francoforte per la seconda tappa di Blockupy Frankfurt e per assediare ancora una volta la sede principale di diktat europei: la BCE.
E la prima settimana di giugno saremo ad Atene per l'Alter Summit, un appuntamento di dibattito, di analisi e di contaminazione tra realtà eterogenee provenienti da tutta Europa.
Quest'agenda cosi fitta e' il frutto di percorsi che si intrecciano attraverso le relazioni continue che da Blockupy Frankfurt e da Agora99 si sono rafforzate e ci hanno permesso di trovare la spinta e la determinazione di costruire l'Europa mediterranea che stiamo immaginando e praticando.
La primavera è iniziata, per chi non accetta questa Europa, basata sul ricatto del debito, sull'immiserimento sociale, e la cancellazione di diritti, per chi non accetta l'Europa della finanza e dell'austerità, per chi immagina e vuole costruire con pratiche comuni uno spazio Euromediterraneo, per un orizzonte di reddito, diritti e dignità.
Costruire una nuova Europa per mettere in crisi "quella dell'Unione" significa per noi aprire uno spazio europeo che è immediatamente mediterraneo, tracciare nuovi percorsi che possano cambiare radicalmente le cartine politiche che in qualche palazzo tra Bruxelles e Francoforte pensano di avere già tracciato.

Marzo 2013 Bruxelles European Spring

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