Fonte: corrieredelveneto.corriere.it/verona - 28/11/2009

Montorio come un formicaio «Si rischiano scontri tra detenuti»

L’emergenza carcere. Allarme della Camera penale: il sovraffollamento genera tensioni. Costruito per contenere 442 prigionieri, oggi ne ospita 846

28 / 11 / 2009

Verona — Celle come formicai, con detenuti costretti a vivere am­massati in condizioni intollerabili. Il grido d'allarme è stato lanciato ieri nel corso dell'incontro promosso in tribunale dalla Camera penale vero­nese. Avvocati, sacerdoti e volonta­ri, riuniti per denunciare una situa­zione che si è fatta insostenibile e pe­ricolosa. Il carcere di Montorio è stato co­struito per ospitare 442 detenuti. Mercoledì i carcerati erano 846, dei quali 51 donne. «Sono numeri che evidenziano quale sia la dimensione dell’emergenza carceri, non solo a Verona ma in quasi tutta Italia», spie­ga Stefano Zanini, presidente della Camera penale.

Gli italiani della prigione scalige­ra sono meno della metà degli stra­nieri: 289 a fronte dei 667 immigra­ti. Un crogiolo di religioni, lingue e nazionalità, con tutti i problemi che ne conseguono. I carcerati provengo­no da 50 nazioni diverse: israeliani e palestinesi, bosniaci e macedoni. Vi­vono gomito a gomito, stipati come sardine. Tra gli stranieri, il numero mag­giore di presenze appartiene ai ma­rocchini (163), seguiti dai detenuti originari della Tunisia (92), dai ro­meni (69) e dai 46 albanesi reclusi. «All’interno del carcere di Verona - spiega frà Beppe Prioli, fondatore dell’associazione La Fraternità, atti­va a Montorio - la religione ha un ruolo importante. Ci sono musulma­ni, protestanti, cattolici, ma anche induisti e testimoni di Geova. Il ri­spetto è reciproco, ma la situazione di questo sovraffollamento ci mette in difficoltà per arrivare a ogni sin­golo detenuto, per parlarci e offrir­gli un sostegno». Luca Geroin, l’antagonista in cella con l’accusa di aver picchiato un mi­litante di Forza Nuova, in una lettera descrive Montorio come una «disca­rica umana, si sta peggio delle be­stie. L’igiene è inesistente c’è puzza e sporcizia ovunque, i materassi so­no gialli e fatiscenti. I muri della cel­la sono costantemente bagnati, goc­ciolano e sono pieni di muffa».

Per i rappresentanti della Camera penale veronese il sovraffollamento comporta anche altri problemi. «Nel giorno di ricevimento - assicura Za­nini - si formano lunghissime code composte da mogli, bambini, paren­ti e amici dei detenuti. Vengono a far visita al loro congiunto, ma sono costretti ad aspettare anche un’ora e mezza, con il rischio che il colloquio si riduca a pochi minuti. È come se anche i famigliari fossero costretti a scontare una pena». A tutto questo si aggiunge la que­stione della droga. A Montorio un detenuto su tre è tossicodipenden­te. Questi problemi - spiega il presi­dente della Camera penale - metto­no a rischio la sicurezza all’interno del carcere veronese. Se la situazio­ne non cambia la tensione crescerà e gli scontri tra detenuti diventeran­no sempre più frequenti, con il ri­schio che vengano coinvolte anche le guardie». Il governo si prepara a costruire nuove carceri. «Ma non è questa la soluzione - ribatte Zanini - manche­rebbero i soldi per assumere le guar­die e in breve tempo ci troveremmo nella stessa situazione attuale. Oc­corre invece assicurare ai detenuti meno pericolosi la possibilità di ac­cedere più facilmente a pene alterna­tive, scontando la condanna in co­munità o in affidamento». Investire sui muri non paga, concordano av­vocati e volontari attivi all’interno delle prigioni. Frà Beppe è ancora più categorico: «Costruire nuove pri­gioni è pura follia».