Nucleare, nasce il Comitato Veneto

A Mestre un’assemblea partecipata ha dato il via alla campagna referendaria per il no all’atomo

23 / 2 / 2011

"Una battaglia che va vinta radicandola sul territorio. Qui non troveremo i nostri avversari a controbattere. Loro hanno altri canali di comunicazione. Parleranno agli industriali, ai gruppi di potere. Parleranno dalle televisioni. Noi dobbiamo parlare allagente che incontriamo per strada. Dobbiamo far capire a tutti che anche l’energia, come l’acqua, è vita, è un bene comune da difendere e da gestire a partire dalle comunità locali". Con queste applauditissime parole, Mario Agostinelli, ricercatore chimico e fisico all’Enea, ha aperto l’incontro preparatorio alla costituzione di un comitato veneto per il referendum sull’energia nucleare.

L’assemblea cui hanno partecipato numerose associazioni, comitati e movimenti regionali, si è svolta a Mestre, al centro pace di via Sernaglia, sabato pomeriggio. Agostinelli che è stato uno dei promotori del referendum contro il ritorno del nucleare, ha invitato a pensare e a comunicare il difficile tema dell’energia – per sua natura meno immediato rispetto ad altri beni comuni come, ad esempio, l’acqua – partendo dal fabbisogno energetico locale in contrapposizione al mito oramai sfatato ma tutt’ora dominante della crescita illimitata.

«Non limitiamoci a dire solo no o a giocare sulla paura di un incidenti che nessuno si augura. Siamo noi quelli che hanno le proposte più alte e più innovative: facciamolo capire a tutti – ha spiegato-. Una centrale nucleare non è solo il prodotto di una tecnologia obsoleta, costosa, inquinante, pericolosa e oramai superata, ma è anche una ecomostro che consuma territorio, brucia le sue risorse e la cui gestione e il cui controllo sono completamente slegati dalla comunità locale».

Col nucleare, in altre parole, il famoso «paroni a casa nostra» va a farsi benedire. Lo sa bene anche il governatore del Veneto, il leghista Luca Zaia, che da ministro ha approvato la normativa che bypassava i pareri delle regioni in teme di nucleare, ma da presidente della Regione si dichiara contrario alla realizzazione di centrali nel nostro territorio. Ciò nonostante, il Veneto che pure copre il suo fabbisogno energetico, rimane una delle regioni più accreditate per la costruzione di un impianto nucleare nella aree del rodigino o nella gronda lagunare veneziana.

La decisione della Corte Costituzionale del 4 febbraio scorso di cassare il provvedimento governativo e di rendere obbligatorio la richiesta del parere alle Regioni, sia pure consultivo, ha aperto la porta ad altre forme di lotta, oltre che alla consultazione referendaria. Il neonato comitato contro il nucleare valuterà la possibilità di raccogliere le 5 mila firma previste dallo statuto regionale per portare in Consiglio veneto una proposta di legge di iniziativa popolare che dichiari il Veneto una regione denuclearizzata. «Paroni a casa nostra» ma sul serio, questa volta.

di Riccardo Bottazzo

23 febbraio 2011

Tratto da: