Nella mattinata di martedì 20 agosto, due ex lavoratrici dell'Hotel Nuova Riccione accompagnate da Adl Cobas e dal vice sindaco della città rivierasca, dopo una lunga trattativa ottengono il pagamento degli stipendi arretrati. Fra queste Lucia Genovese, la lavoratrice stagionale che il 24 luglio scorso si è ribellata ai ricatti e allo sfruttamento.
Una vittoria parziale quella di ieri ma incisiva per una serie di ragioni che proveremo a spiegare.
Il caso riguarda nuovamente l'hotel Nuova Riccione, più volte finito sotto i riflettori mediatici.
Nella
prima occasione, quando è stato oggetto di ispezione da parte della GDF
e poi successivamente della DTL, ispezioni in seguito alle quali furono
riscontrati 11 lavoratori in nero, o comunque regolarizzati tramite
voucer, su un totale di 14, e successivamente per la denuncia pubblica
di condizioni di sfruttamento di una di queste lavoratrici, Lucia
Genovese.
Su
questo aspetti ci sembra necessario fornire una puntualizzazione: quando
avviene un'ispezione, e si registra un numero così alto di lavoratori
non regolarizzati, purtroppo non sempre avviene la chiusura della
struttura, come accaduto ad es. nel caso dell'azienda di Zaccheroni a
Cesenatico (4 lavoratori su 20 trovati in nero), ma si "permette” alla
società di regolarizzare i lavoratori, appunto per evitare la chiusura
della struttura ricettiva. Ora il punto è semplicemente questo: in che
modo avviene la regolarizzazione dei lavoratori trovati in nero?
Attraverso l'attivazione e l'applicazione di contratti "regolari"?
Assolutamente
no, ma bensì attraverso l'attivazione di contratti part-time o a
chiamata di 15 o 20 ore settimanali, che nascondono in realtà un
rapporto di lavoro subordinato full-time con un ammontare di ore ben
diverso.
Possiamo
dire che l'intervento degli organi ispettivi porti a qualche risultato
importante rispetto alla condizione di sfruttamento e precarietà dei
lavoratori? Assolutamente no.
Ed
è il caso che ha interessato l'hotel in questione: lavoratori come
Lucia, regolarizzati per 15 ore settimanali, quando in realtà ne
facevano 15 giornaliere, e poi sbattuti fuori dall'albergo alle due di
notte, semplicemente perché hanno chiesto il rispetto dei propri
diritti.
Parlavamo
di una vittoria parziale perché, nella tarda mattinata di ieri, due
lavoratrici (fra cui Lucia) accompagnate da una delegata di ADL COBAS e
dal vice sindaco di Riccione, si sono recati presso l'albergo riccionese
per chiedere il pagamento degli stipendi arretrati. Va detto che gli
imprenditori del settore turistico non sono abituati a questo tipo di
accompagnamenti/presenze sindacali nelle strutture alberghiere, e questo
comporta sempre per il lavoratore e per il rappresentante sindacale la
gestione di una situazione conflittuale direttamente sul "posto" di
lavoro.
L'altra
anomalia, è stata la presenza del vice sindaco di Riccione, voluta e
richiesta da ADL COBAS, affinché vista la latitanza degli amministratori
locali sul tema del Lavoro Gravemente Sfruttato nel Turismo, vi fosse
da parte dell'amministrazione comunale di Riccione una presa di
posizione CHIARA nei confronti di quei lavoratori che come Lucia trovano
il coraggio di denunciare pubblicamente condizioni di lavoro
paraschiavistiche.
Siamo
convinti, infatti, che sia necessario attivare - da subito - quel
lavoro multi-agenzia e quelle sinergie che possano mettere nelle
condizioni le amministrazioni di non permettersi più di "chiamarsi
fuori" o di rimanere indifferenti di fronte a certi episodi. Vi sono,
infatti, responsabilità politiche importanti sull'illegalità diffusa
nell'industria turistica/stagionale da parte dei vari amministratori
locali che hanno gestito il territorio nell'ultimo ventennio e il lavoro
di emersione ed autorganizzazione portato avanti in questi ultimi 5
anni ci ha permesso di rendere visibili queste responsabilità.
Inoltre
il rilievo mediatico dei nostri interventi e delle nostre campagne,
insieme ad un lavoro capillare e di rete nonché di autorganizzazione che
stiamo portando avanti con i lavoratori e le lavoratrici stagionali, ci
ha permesso di incidere materialmente sull'agenda politica delle
amministrazioni locali ed anche di quella riccionese, la quale non
poteva permettersi di ripetere l'esperienza dell'hotel "Le Conchiglie”
della scorsa estate, né tanto meno che il caso dell'hotel in questione
tornasse sotto i riflettori mediatici.
Abbiamo apprezzato le parole del vice sindaco di Riccione espresse di fronte all'albergatore: "Non
si può infierire in questo modo su l'anello più debole della catena: i
lavoratori, devono essere i primi soggetti sottoposti a tutela dei loro
diritti, diritti inviolabili". Tuttavia le parole rimangono vacue se
non seguiranno da subito fatti concreti e la strada da fare in questo
senso è veramente tanta.
Le
due lavoratrici fra le quali Lucia, dopo una lunga trattativa durata
quasi due ore, hanno ottenuto il pagamento degli stipendi arretrati, il
resto, la parte del salario sottratta indebitamente attraverso contratti
farsa e ricatti, lo avranno attraverso le azioni legali che stiamo
predisponendo con i nostri avvocati.
ADL Cobas Emilia Romagna – Ass. Rumori Sinistri Rimin