Rimini - Casa e senza casa. Appunti per un percorso in divenire!

Un contributo di riflessione nelle giornate di mobilitazione diffusa del #29N e #30N

28 / 11 / 2013

Dalle cronache locali all'attività dello sportello "Diritti per tutti" e della Campagna Facciamo spazio: Autorecupero degli edifici dismessi e welfare dal basso!

Il 22 novembre è stato trovato, negli uffici dell'ex Fiera, il cadavere di un homeless italiano, si dice sia morto per cause naturali e che avesse problemi di dipendenze patologiche. Con lui “abitavano” altre 14 persone che sono state tutte identificate e segnalate oltre che sgomberate.

Nell'ultimo anno leggendo la cronaca dedicata al tema della casa e dei senza fissa dimora presenti nel territorio e dai colloqui allo sportello emerge un quadro preoccupante ma al contempo propositivo per una serie di aspetti.

Il primo è legato ad una lettura esclusivamente emergenziale e sicuritaria del tema prodotta con il puro scopo di fomentare le paure e, conseguentemente, legittimare maggiore controllo e militarizzazione del territorio (vedi proposta ronde con vigilantes privati al Borgo San Giuliano).

Il secondo è legato ad un dato che non può essere letto se non in chiave politica: sono tanti - perlopiù migranti e comunitari – quelli che “occupano” edifici abbandonati perché non hanno una casa esprimendo quindi una potenziale soggettivizzazione a partire da una necessità primaria che però non trova una sponda politica o meglio una spinta e sintesi ulteriore... Tant'è che poi queste persone - attraverso i ripetuti controlli - sono “rastrellate”, denunciate, schedate, sgomberate e spinte altrove.

L'altrove spesso sono o altre città o i due unici posti dedicati all'emergenza abitativa e ai senza fissa dimora - Caritas e Capanna di Betlemme - insufficienti numericamente a rispondere all'emergenza freddo, mentre altri luoghi dedicati alle accoglienze richiedono un iter d'accesso e di normazione che difficilmente risponde o riesce a rispondere a bisogni immediati e alle svariate necessità. Di pubblico, di dormitori pubblici con servizi di drop in ecc... non c'è nulla.

È solo un problema delle associazioni caritatevoli o forse l'amministrazione dovrebbe farsi carico di tutto ciò?

Come mai il tema della povertà viene legato solo ed esclusivamente al tema della sicurezza? 

Perché i poveri o sono considerati meri fruitori di assistenza (senza pretese peraltro) o puri e semplici delinquenti?

Attraverso queste “occupazioni” non legittimate e rivendicate su un piano politico ma spinte dallo stato di necessità e riconosciute/represse sul piano della legalità i poveri ci mostrano una tensione in divenire. 

Da un lato nel tentativo di sottrarsi alla normazione del mero assistenzialismo caritatevole (che per carità è buonissima cosa ma non risolve tutti i problemi e serve spesso per mettere a tacere e in pace le nostre coscienze) e dall'altro nel cercare soluzioni immediate ai bisogni primari mettendosi in gioco in prima persona fino in fondo e senza paura.

Quali altre sono le soluzioni o le alternative in campo? Nessuna!

Chiaramente queste pratiche non sono rivendicate con volantini di denuncia che magari chiedono il recupero degli edifici già esistenti ed abbandonati contro la cementificazione, la rendita e la speculazione ma forse questi temi dovrebbero essere altri a sollevarli provando ad inchiestare e ad attraversare i luoghi della dignità negata... altro che degrado!

Perché il degrado non sono i poveri che “occupano”o meglio riutilizzano gli spazi abbandonati ma la vergogna di chi li ha abbandonati in quel modo (sia esso pubblico o privato), dopo averci speculato, dopo essersi arricchito, dopo averli svenduti quando tante persone, troppe, sono senza casa, senza diritti, senza dignità. E nel frattempo le politiche di austerità impongono allo Stato di svendere, di svendere tutte le sue proprietà e beni immobili!

Un'ultima nota a margine ma non tanto, quest'estate sono stati diversi i lavoratori stagionali occupati o in cerca di lavoro che hanno dormito in luoghi di fortuna. Non sempre gli alberghi dispongono di tuguri in cui “ospitare” i propri lavoratori. A marzo di quest'anno, durante il consiglio comunale sul tema del lavoro gravemente sfruttato nel turismo, abbiamo presentato delle richieste e proposte specifiche, in primis alloggi dignitosi e salubri per i lavoratori stagionali così come ci hanno insegnato le vertenze e rivendicazioni autorganizzate dei braccianti migranti nel meridione d'Italia ma anche al nord (Saluzzo). 

Il lungomare delle varie frazioni è pieno di hotel fatiscenti in stato di abbandono, in cui si rifugiano già tanti homeless come più volte segnalato dalle cronache. 

Cosa ci vuole a recuperarne qualcuno per farci alloggi per i lavoratori in transito nel territorio? 

Non è un problema di soldi... non chiediamo finanziamenti ma possibilità di fare autorecupero degli immobili. Chiediamo politiche sociali e di welfare vero contro l'austerità non dei palliativi di facciata o nuove categorie sociali per incasellare i poveri. Per quello ci pensa già la polizia. Ed è proprio per queste ragioni che il tema dell'emergenza abitativa e dei poveri diventa immediatamente un problema di legalità, perché chi ha delle responsabilità politiche prima di tutto (a livello europeo, nazionale e territoriale) fa finta di non vedere, usando la legge a difesa della proprietà (sia essa pubblica o privata) e della rendita con un unico obiettivo punire e tenere buoni i poveri. O no?

Nessuno senza casa, diritti, dignità!

Ass. Rumori Sinistri – ADL Cobas Rimini – Campagna Facciamoci spazio Lab.Paz Project