Individualità precarie metropolitane avviano un percorso costituente

Tempo di crisi.Tempo di alternativa

A Napoli Sabato 10 settembre Assemblea pubblica

3 / 9 / 2011

Siamo quelli che molti pensano essere solo delle cifre nelle indagini dello Svimez o dell’Istat. Siamo quelle statistiche che spaventano tutti quando sentono di parlare di una crisi economica che è qui ed ora, che ci racconta di giovani che non studiano e non cercano lavoro, oppure condannati alla precarietà lavorativa ed alla piena dequalificazione dei propri percorsi formativi.
La nostra quotidianità, è la povertà.
Il nostro sfruttamento, è l’intermittenza.
La manovra economica del governo Berlusconi altro non è che l’azione devastatrice applicata al nostro paese dei diktat della Bce e degli organismi sovranazionali che dopo aver salvato le banche, gli speculatori finanziari, i ricchi, ora scaricano i costi della crisi su di noi. Dall’aumento dei costi dei servizi che saranno privatizzati, alla libertà di licenziamento, dalla fine del contratto collettivo nazionale all’annullamento dello spazio del welfare e delle forme dirette ed indirette di redistribuzione della ricchezza verso il basso.
La crisi la vogliono far pagare a noi.
A noi, a cui il futuro è cancellato dalla precarietà (dal cognitariato ai lavori materiali) dalla disoccupazione (sempre crescente soprattutto tra i giovani) dalla povertà che risulta essere oggi il grande tema che la crisi ci pone di fronte.
Veniamo dalle scuole e dalle università distrutte dalla Legge Gelmini ed in particolar modo dai processi di destrutturazione dell’accesso pubblico ai saperi. Veniamo dai quei quartieri della metropoli dove la crisi non agisce come una mannaia che effettua un taglio lineare al peggioramento delle condizioni di vita, ma come una punta di coltello che affonda le sue lame nella carne viva distruggendo territori, sottraendo servizi, saccheggiando beni comuni, annullando la socialità. Perché la crisi non agisce allo stesso modo ovunque. Così come gli squilibri socio economici si acuiscono con un ampliarsi del divario tra Nord e Sud del paese in un rapporto di subalternità a discapito del Mezzogiorno, così nei confini della metropoli nelle periferie e nei quartieri popolari la crisi morde più che in altri.
Pensiamo che i tempi che abbiamo davanti siano incerti ed assolutamente inediti. Siamo coscienti che davanti ad uno scenario di crisi come i tempi che viviamo, sia necessario produrre una mobilitazione permanente capace di stimolare e attraversare un insorgenza sociale reale nel paese che indichi un alternativa dal basso alle politiche di austerità decise dagli organismi sovranazionali. Accanto all’espressione di una rabbia sociale sempre più forte nel paese, pensiamo che la costruzione di alternativa politica debba rappresentare il terreno su cui provare a battere i dispositivi di austerità così come i banchieri, gli speculatori ed i ricchi.
Veniamo da esperienze di attivismo, di militanza, ma anche da individualità  ribelli non disposte a pagare la crisi. Abbiamo sentito il bisogno di costruire un “luogo” politico, di discussione, di analisi e di mobilitazione permanente dentro la crisi, a partire da un percorso di omogeneità politico - relazionale ed a partire da un comune che i nostri territori politici e urbani ci consegnano.
Vogliamo aprire un percorso che sappia poi a sua volta relazionarsi con altri soggetti che nella crisi trovano la loro omogeneità, avviando con essi percorsi ricompositivi : dagli altri segmenti precari della moltitudine, agli operai che difendono il contratto collettivo nazionale.
Pensiamo di mettere al centro da un lato pratiche di riappropriazione dei bisogni e dall’altro mobilitazioni sui  temi del diritto casa, dei diritti sociali, dei servizi alla persona, contro una manovra economica che protegge ricchi e speculatori. Pensiamo che questo debba essere il pane quotidiano dell’autunno, a partire dai nostri sforzi soggettivi sperimentando dal basso pratiche di alternativa, auspicandoci che un movimento moltitudinario contro la crisi travolga austerità, banchieri e fino anche noi stessi.
Vogliamo uscire dalla crisi ponendo al centro il tema di una nuova idea di welfare a cominciare dal reddito per tutt*, ma anche il tema del lavoro a cominciare dalla cancellazione della Legge Biagi fino alla difesa del contratto collettivo nazionale.
Vogliamo un paese dove una nuova idea di ridistribuzione della ricchezza verso il basso si affermi. Vogliamo una città dove la giustizia sociale sia messa al centro, sottraendo spazio ad una idea di legalità vuota e desueta e legittimando invece pratiche di riappropriazione, di autoriduzione, di restituzione al valore sociale degli spazi che a loro volta siano il cuore di un concetto portante di giustizia sociale metropolitana.
Pensiamo che, così come nel paese debba esserci una stagione nuova delle lotte sociali capaci di contrastare una idea di irreversibilità della povertà intesa come condizione sociale ineluttabile affermando modelli alternativi, così nella metropoli debba esserci una stagione di riqualificazione sociale in cui i quartieri vengano messi al centro di un progetto di emancipazione collettiva dentro la crisi.
Per questo apriamo una fase costituente che immediatamente si immetta nel processo di mobilitazione permanente contro la crisi.
Se qualcuno pensa che siamo solo numeri : giovani disoccupati, studenti, precari…
E’ il tempo che i numeri si organizzino…

Sabato 10 Settembre  ore 10:30
presso Laboratorio Insurgencia, Via Vecchia S.Rocco 18


Assemblea costituente per una rete urbana oltre la crisi

 

Individualità metropolitane precarie