Fonte: La Repubblica 22.08.09

Trento, i detenuti vogliono essere risarciti E a Trani scoppia la protesta nelle celle

È incandescente il clima nelle carceri italiane. Proteste da Trani a Venezia, Padova, Firenze... Il sindacato degli agenti invita i deputati: "Venite a fare un turno di lavoro con noi"

22 / 8 / 2009

TRENTO - L'atmosfera rovente - e non solo per il gran caldo - che si respira nelle carceri italiane, non accenna a stemperarsi, anche dopo la "tre-giorni" di visite dei parlamentari a Ferragosto. Le condizioni, in molti casi disumane dei detenuti e comunque in contrasto con il dettato costituzionale del nostro Paese, sta provocando denuncie da parte dei detenuti, richiami alla calma dei direttori degli istituti, ma anche protesta nelle celle che in questi giorni sono cominciate a Trani, Venezia, Padova, Firenze, Perugia Como.

Intanto 156 detenuti del carcere di via Pilati hanno presentato una denuncia ed una richiesta di indennizzo per "le condizioni inaccettabili di vita all'interno della struttura". Secondo i reclusi, "i termini minimi di vivibilità non sono rispettati". 

L'azione legale è stata affidata all'"Associazione diritti dei detenuti", di Roma. Tramite la denuncia verranno chiesti i "danni", in relazione anche alla recente sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, a Strasburgo che recentemente ha condannato l'Italia a risarcire un carcerato bosniaco per 1.000 euro, a causa dello spazio angusto in cui è stato costretto a vivere i suoi giorni di carcerazione. 

Il gruppo dei 156 carcerati lamentano anche la scarsa sicurezza: "un solo estintore - dicono - per ogni braccio, strumento antincendio che dovrebbe servire a salvare quasi 60 persone". Si segnala inoltre la "presenza della terza branda che non è a norma". 

È invece di ieri la notizia - ma la Segreteria Regionale del Triveneto della Uil Penitenziari l'ha diffusa solo ora - della protesta che ha assunto gli aspetti di una vera e propria rivolta al terzo piano della Casa Circondariale di Santa Maria Maggiore a Venezia. Ci sono state celle distrutte, suppellettili divelte, coperte e giornali date alle fiamme. 

Ma non è tutto. Sempre nel pomeriggio di ieri, nella Casa di reclusione di Padova, una sessantina di detenuti stranieri hanno dato vita nel campo sportivo ad una maxi rissa continuata nelle sezioni quando sono stati fatti rientrare. 

Nella nota del sindacato si sottolinea anche che "l'inizio del Ramadan, che inizia oggi, è stato sempre un momento di tensione. Questa degenerazione violenta delle proteste, tuttavia, nulla ha a che fare con la religione, anche se è auspicabile che l'Amministrazione faccia ogni sforzo per gestire questa delicata fase". 

Arriva nel frattempo la proposta provocatoria (la lanciata molto seriamente) di "Un turno di servizio in qualità di Poliziotto Penitenziario in una delle disastrate sezioni detentive italiane". E' la proposta che il segretario generale dell'Osapp, Leo Beneduci, rivolge dalle pagine del sito www.osapp.it ai Parlamentari e Consiglieri Regionali. 

"Un turno di sorveglianza effettuato alle stesse condizioni di chi svolge il lavoro di sorveglianza negli istituti di pena - spiega Beneduci- una proposta dura, indirizzata agli stomaci più resistenti, perchè quello che avete visto durante le ispezioni di ferragosto non basta a descrivere il quadro entro il quale ci muoviamo". 

"Per essere poliziotto per un giorno è necessario -afferma l'Osapp in una nota- chiedere al Ministro della Giustizia o al Capo del Dap Ionta l'autorizzazione a svolgere almeno per un giorno, in incognito, un turno all'interno delle strutture penitenziarie.