Frammenti - Nuova influenza: tra shock theraphy e biopolitica

30 / 11 / 2009

Sulla nuova influenza (ma c'è sempre qualche nuova influenza!) sono stati messi in campo, in maniera concertata e pianificata, tutti i mezzi informativi e mediatici. Con quale finalità?

Sempre la solita: creare allarme e paura sociale diffusa, o quantomeno incertezza, dubbio, sensazione di pericolo.

Si tratta, in maniera sempre più evidente, di una vera e propria “tecnologia di potere e controllo”, il cuore stesso del moderno concetto di biopotere.

Il biopotere non è altro che una trasformazione complessa e radicale, qualitativamente nuova, della vecchia figura del “Potere sovrano”. Se qust' ultimo si esercitava dall' alto della sua trascendenza quasi divina con la più feroce disciplina punitiva, l'arbitrio, la repressione violenta e spettacolare sui corpi, il biopotere si esercita sulle stesse condizioni della vita e della riproduzione, alla radice stessa del “bios”.

La cattura del “bios”, la sua manipolazione ed assoggettamento, sono iscritte nell'essenza stessa del biopotere: le tecnologie specifiche hanno quest'unica finalità. Potere e controllo sulla vita, del singolo e della moltitudine: non c'è potere moderno che possa prescindere da questi aspetti!

Una delle tecniche più usate recentemente, di ispirazione neo-con, è quella dello shock...shock. Economy, guerra shock etc..etc.

Lo schock è un colpo violentissimo, rapido, imprevedibile, scatenato con tutte le armi e con tutti i mezzi per annichilire e terrorizzare l'avversario e non dargli il tempo di reagire.

La campagna sull' influenza, come tutte le campagne emergenziali create ad arte come vere e proprie tecniche e dispositivi di controllo, ha seppure in forme diverse queste caratteristiche.

Attenzione però: non si tratta qui di una mera invenzione del potere, di una sua volontà astratta ed arbitraria. Al contrario: si parte da dati reali e nessuno vuole contestare alcuni aspetti di scientificità o esaltare un pseudo “naturalismo” radical chic. Il problema non è l' influenza in quanto tale e la necessità, in alcuni casi, di prevenirla o prestare ad essa una certa attenzione terapeutica. Il problema semmai è come, in che contesto, in quale forma, con quali modalità questa viene presentata, confezionata dai media, prodotta e riprodotta attraverso le tecniche comunicative. Questo aspetto ha per noi grande interesse: dietro l'apparenza di un potere democratico, che si prende cura delle popolazioni sui problemi centrali della salute, cura , qualità della vita, si nasconde in realtà la funzione che dicevamo prima: manipolazione e controllo delle coscienze, la creazione di uno “stato di eccezione “ permanente, la paura ed il sentimento della precarietà esistenziale.

Quest'ultimo aspetto, quasi hobbesiano, giustifica la rinuncia della libertà da parte del singolo e della moltitudine, libertà di decidere, libertà di critica, libertà di essere nella modalità più propria ed indipendente!

E' chiaro che il potere moderno, il biopotere, è figura assai più complessa del Leviatano di Hobbes, anche se, guardando bene la figura originaria di presentazione del vecchio classico, il corpo del mostro è composto da infinite, piccolissime reti umane moltitudinarie: il potere si nutre dell' alienazione di potenza e libertà delle moltitudini!

In ogni caso, la sensazione che la shock-theraphy sia funzionale al controllo sulla vita e sulle coscienze in base alle strategie di comando e di profitto è ormai abbastanza larga e diffusa.

Ma dove possiamo collocare l'origine di questa trasformazione del potere e dei suoi dispositivi, sempre più intrecciati con la vita stessa?

Le opere di Foucault sono illuminanti in tal senso:secondo la sua analisi si passa dalla società disciplinare verso il XVIII-XIX secolo, basata sul controllo dei corpi, attraverso meccanismi segregativi, coattivi, ripetitivi , al controllo sulla mente, sui cervelli, sulle coscienze attraverso le tecniche comunicative, creazione di immaginario, interiorizzazione soggettiva dei dispositivi di controllo.

Insomma, potremmo dire, dalla disciplina sui corpi alla vera e propria “produzione dei soggetti”: questo è lo sviluppo del biopotere, così come sul piano della produzione sociale si passa dal fordismo al postfordismo, dalla catena di montaggio al “general-intellect”.

Cruciale fu , in questo passaggio, fin dalla formazione dei moderni stati assoluti , la scoperta che l'esercizio del potere ha a che fare sempre di più non tanto con i singoli , bensì con le “popolazioni”, la questione dell'igiene, della salute, della cura.

Le grandi istituzioni totali, carceri, workhouses, ospedali avevano questa funzione panottica, di osservazione, controllo, disciplinizzazione dei singoli all'interno di vere e proprie macchine-sociali gestite dall'alto.

E' la nascita della biopolitica , dove la posta in gioco è la vita stessa ed il controllo sulla riproduzione. Nella realtà postmoderna, il rapporto tra biopolitica e biopotere diventa assolutamente strategico: il controllo si fa pervasivo, interiorizzato, si impadronisce delle anime. Chi di fronte al pericolo di vita, od anche al minimo dubbio in proposito, non è disposto ad interiorizzare i messaggi mediatici e sacrficare la libertà di critica?

Quante persone, pur consapevoli, sono tentate di cedere, soprattutto dopo l'enfatizzazione mediatica di alcune morti, alle sirene della shock-theraphy?

Quanti, devastati mentalmente dalle campagne sulla sicurezza, vivono in un clima di paura sociale permanente e diffusa, alimentata ad arte dagli “imprenditori politici” che su di essa basano le loro fortune?

La imposizione di comando tramite la creazione di emergenze continue è tipica della realtà postmoderna.Ma allora siamo di fronte ad un potere “Moloch” verso il quale le moltitudini sono impotenti? Niente affatto. Proprio perchè il “bios” è vita pulsante, esso è sempre e comunque “eccedente” rispetto ad ogni tentativo di riduzione ed impoverimento, è potenza e ricchezza contro paura e miseria. Le forme di resistenza della vita, dei singoli e delle moltitudini, si moltiplicano all'infinito, su tutti i terreni della riproduzione, si allargano su nuovi orizzonti e dimensioni, sociali, ecologiche, ambientali. Mille resistenze e conflitti: il terreno è fino in fondo “biopolitico, al di là del classico antagonismo capitale-lavoro. Di più ... molto di più: la posta in gioco è la vita stessa e la libertà! Tutto sommato neppure la shock-theraphy funziona come la sua gestione mediatica vorrebbe: tanti “resistono” e rifiutano l'appiattimento acritico sul nuovo vaccino, demistificando la logica del potere.

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