Accoglienza o espulsione per i migranti? Rosarno vivrà?!

7 / 8 / 2009

Ho partecipato al torneo “Diamo un Calcio al razzismo” – che si è tenuto a Caulonia in Provincia di Reggio Calabria, dal 3 al 5 agosto – con la squadra degli Sprar di Cosenza-Acri. Sino a due giorni prima dell'inizio, non si trovava pressoché nessuna informazione in rete. Sembrava un torneo tra conoscenti, in amicizia, in fratellanza. Il 1° agosto viene pubblicato un comunicato della Connecting People e viene fuori che il torneo è promosso e partecipato da questo consorzio di consorzi di cooperative a cui aderisce GOEL, le cooperative della Locride nate sotto il vescovo Bregantini, che attraverso la convenzione con il comune di Caulonia gestisce il progetto di accoglienza Sprar.

Il torneo è stato interrotto di comune accordo dalle squadre presenti sul campo per protesta e non concluso - come invece riportato da organi di stampa sempre pronti nella pubblicizzazione (oppure dal web che tace), e restii a riportarne le conclusioni. La finale si sarebbe dovuta svolgere tra lo Sprar di Cosenza-Acri e gli 'irregolari' della Cartiera di Rosarno, ma gli organizzatori a due minuti dall'inizio della partita, hanno comunicato che la Cartiera non avrebbe potuto giocare e che invece sarebbe dovuta scendere in campo la squadra dello Sprar di Stignano, in quanto c'era stato un errore nel conteggio della differenza reti. Dopo due ore e mezza di discussione in campo, tutte le squadre presenti hanno deciso di abbandonare il campo di gioco, assistere ed intervenire, nella sala comunale del vecchio mercato di Caulonia, al dibattito che si stava svolgendo, dal tema “Sud terra d’accoglienza: la sfida dell’immigrazione”.

Ci si ritrova in una bella sala nel centro storico di una ridente e nello stesso tempo decadente Caulonia. I presidenti di Goel e Connecting People comunicano la disponibilità ad allargare questa rete di accoglienza e qualche sindaco, siciliano e calabrese, racconta la sua esperienza. Eric della Cartiera di Rosarno, fa l'intervento: ringrazia tutti e racconta perché sono lì ancora con le divise e scarpe ai piedi, lancia un grido d'allarme sulla situazione della Cartiera che è sotto sgombero e bruciata e che lì sono loro i primi non volerci stare, dice pure che sono venuti con i loro soldi a Caulonia, che sono molto preoccupati per il futuro e chiedono ai presenti se sanno cosa sono i CIE. La voce è ferma e decisa, la Cartiera di Rosarno la vogliono chiudere, ieri è stato fatto il sopralluogo da parte di Arpacal e Comune. Gli agrumi in un qualche modo dovranno essere raccolti, l'8 agosto entra in vigore il decreto sicurezza che restringe all'inverosimile la libertà personale, anche la loro, e comunque in ogni caso li rende sempre più ricattabili. L'intervento non lascia spazio ad altre interpretazioni, è un grido d'allarme, forse l'ultimo.

Poi altri interventi, non riportati dalla stampa e quasi osteggiati: <<Connecting People non può, da una parte dichiararsi favorevole all'accoglienza dei migranti ed organizzare iniziative sociali per abbassare la tensione sociale e dall'altra lavorare per tenere anche in piedi il sistema di negazione della libertà di movimento, mediante la gestione dei CIE – Centri di Identificazione ed Espulsione, che nulla hanno a che vedere con la rete dell'accoglienza ufficiale, anche se purtroppo fatta solo per una parte del popolo migrante>> e la denuncia raccolta anche dal giornalista Rai Pietro Melia, per cui il Governo non denuncia più sbarchi e rimpatri per far credere che la questione delle migrazioni sono sotto controllo, esempio è l'ultimo rimpatrio silente fatto dal CIE di Lamezia Terme.

Da questo fallimento bisogna ripartire, senza distinzione alcuna, fra regolari e non. E soprattutto senza contraddizioni di fondo.