Amministrative e referendum: è possibile la spallata a questo stato di cose e a chi le ha provocate?

Alfonso Mandia

15 / 5 / 2011

Credo proprio che, tra amministrative e referendum, a questo giro abbiamo la concreta possibilità di dare l’avvio ad un serio cambiamento di prospettiva rispetto al futuro che le nostre classi dirigenti stanno disegnando per noi e contro di noi. A partire da Milano, dove Giuliano Pisapia sta facendo sentire la mancanza di terreno sotto i piedi a Re Silvio da Arcore e ai suoi servi e togliendo il sonno, per come la vedo, anche ai signori del Pd, che se da una parte cominciano finalmente a capire l’importanza di espugnare la città dall’altra si porranno già il problema di come gestire un’eventuale vittoria riguardo allo stesso Pisapia, che credo abbia molto poco in comune, politicamente ed umanamente, con i satrapi della cosiddetta opposizione. Poi c’è Napoli, dove potrebbe verificarsi la possibilità di ribaltare il tavolo se dovesse vincere De Magistris, altro personaggio scomodo per il governo, inzeppato com’è, nelle liste, di fascisti, camorristi e delunquenti di vario ordine e grado, e per il Pd, complice silente di un’amministrazione di centrosinistra che per vent’anni ha fatto scempio di una regione, la Campania, che avrebbe potuto essere uno dei gioielli di questo paese e invece è stato ridotto ad un vergognoso immondezzaio, inteso nel senso più ampio dell’aggettivo. Ciliegina sulla torta il Dodici Giugno e i referendum, che con la vittoria di tre semplici “sì” potrebbero far crollare di schianto tutto un sistema tenuto in piedi da imprenditori pronti alla grande abbuffata degli appalti per le centrali nucleari, faccendieri, camorristi e amici degli amici che già sognano la pioggia di mazzette che grandineranno con la privatizzazione dell’acqua e politicanti di ogni livello colore e partito che si preparano a sentire sulla lingua il sapore di un’intoccabilità che mai avrebbero sognato di poter ottenere grazie al legittimo impedimento.

Dunque incrociamo le dita e, cosa importantissima, al mare quest’anno andiamoci con un paio di giorni di posticipo, perchè anche con due o tre giorni in meno di sole e spiagge si vive benissimo, ma se il dodici Giugno non andremo a votare ci toccherà sopravvivere alla tracotanza di una intera classe politica che avrà finalmente dalla sua la certezza che siamo un popolo di imbecilli che barattano un bagno in più in cambio di un futuro, non dico tanto, almeno decente e dignitoso.