Arriva dall oltralpe la notizia che getta ombre e dubbi sulla burocratissima e la rigorosissima Germania, dove il gruppo di hack-attivisti del Chaos Computer Club (CCC)
ha rilevato la presenza su internet di un trojan messo in circolo dalle
autorità federale per spiare e registrare ciò che facevano I cittadini.
Per chi non lo sapesse, il CCC è un organizzazione di hacker tedesca, con sedi in molte città ma molto attiva a Berlino.
Il CCC si descrive come “una comunità galattica di esseri viventi che
indipendentemente dalll’ età, dal sesso, l’ etnia o gli orientamenti
sociali lotta attraverso I confini per la libertà di informazione”.
Un gruppo che insomma aderisce a quello che è l’ etica hacker, combattendo contro i limiti fisici e intelettuali dell’ informazione trasparente.
Il CCC nasce nel 1981 ma viene conosciuto dal grande pubblico solo anni
dopo quando sfruttando le falle della rete di computer tedesca
Bildschirmtext riuscì a far accreditare al club 134000 marchi tedeschi
da una banca di Amburgo. Per dimostrare come quest’ azione fosse svolta
al semplice scopo dimostrativo della debolezza della sicurezza online il
giorno dopo tutto il denaro fu restituito pubblicamente.
Negli anni seguenti il gruppo proseguì con azioni ti tipo politico ed
economico tra cui una famosa intrusione nella rete del governo americano
e altre iniziative riguardo alla sicurezza dei dati, mostrando per
esempio la facile clonazione di una SIM card.
Oggi però il CCC non mette in luce errori di fabbricazione o sviste
di qualche produttore informatico, bensì un azione volontaria e (quasi) ben architettata.
Gli hacker si erano accorti di questo programma capace di intrufolarsi
nei computer di qualunque cittadino, e dopo averlo studiato hanno
diffuso il comunicato in cui pareva chiaro che vi fosse una responsabilità da parte delle autorità.
Poco dopo il portavoce del governo federale Steffen Seibert ha annunciato l’ apertura di un inchiesta; e dalla Baviera (uno degli Stati della Repubblica Federale più a “tolleranza zero”) è arrivata la prima confessione: il software era stato realizzato da un azienda di Assia proprio su commissione pubblica.
Ovviamente il tutto era stato progettato per la sicurezza dei cittadini nella guerra contro il cattivissimo terrorismo, strumento ormai più reclamato dai governi di ogni Paese che dai terroristi stessi.
Inutile inoltre constatare che il mezzo utilizzato è stato considerato
incostituzionale e pesantemente criticato in passato dalla Colsulta
tedesca.
Insomma, si divertono a farle e a trasgredirle.
Ancora una volta possiamo essere soddisfatti di questi ragazzi e queste organizzazioni capaci attivamente di portare alla luce del sole le incongruenze e le contraddizioni di quegli organi il cui compito sarebbe garantire i diritti fondamentali dell’ individuo, ma che forse a volte se ne dimenticano.
Fonte: Liberarchia.net