La barbarie dell'antipolitica

di Alfonso Mandia

29 / 5 / 2012

E’ ora di dire basta al cancro dell’antipolitica.

Le reazioni all’uscita della foto di Anna Finocchiaro che fa la spesa all’Ikea, scortata dai guardioni, come è sacrosanto diritto di chi rischia quotidianamente la vita per difendere la democrazia di questo paese, ci danno la misura della cecità e dell’insensibilità instillata in noi, come veleno, da chi ha fatto del qualunquismo la panacea di tutti i mali, in un popolo la cui unica capacità è, ormai, soltanto quella di gettare fango su chi lavora duramente ogni giorno per rendere l’Italia un paese migliore.

E così, senza che ce ne rendessimo neanche conto, marionette manovrate da poteri oscuri e sicuramente comunisti, di fronte all’eroismo di una donna che con sprezzo del pericolo e nonostante la sanguinosa recrudescenza di un anarcoinsurrezionalismo spietato e deciso a minare le basi della civiltà occidentale, ha voluto capire sulla propria pelle cosa significhi essere una comune cittadina, sappiamo soltanto accusarla di trattare gli uomini preposti a proteggerla come servitori personali, e come se non bastasse, qualcuno, in rete, sicuramente di tendenze quantomeno sinistroidi, pretende anche di sapere il motivo per il quale le è stata assegnata la scorta, facendo pelosamente finta di non vedere la tensione e la stanchezza impressa sui volti dei tre agenti, semplici esseri umani chiamati ad assolvere ad un compito che soltanto pochi eletti hanno la forza ed il coraggio di svolgere, come moderni Perseo in un futuristico labirinto del minotauro, tenuto anche conto di quanto cazzo pesano i carrelli dell’Ikea.

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