Verificato che
un organismo geneticamente modificato (OGM) è un essere vivente che possiede un patrimonio genetico tramite tecniche di ingegneria genetica
nessuna Regione italiana abbia emanato leggi atte a normare la coesistenza tra ogm e il resto dell'agricoltura sia essa biologica, tipica ecc. in quanto è il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali che sta redigendo un quadro armonizzato dentro cui le Regioni si muoveranno
in Italia, ai sensi dell’articolo 1, comma 2 del decreto legislativo 24 aprile 2001, n. 212, non è consentito procedere alla messa in coltura di sementi transgeniche in assenza delle previste autorizzazioni di legge
il 26 aprile scorso due associazioni “Agricoltori federati” e “Movimento libertario” hanno annunciato che, sebbene in assenza delle prescritte autorizzazioni avrebbero, comunque, proceduto alle semine di mais transgenico su terreni di loro proprietà, in provincia di Pordenone
uno dei terreni sospetti, nel comune di Fanna, è stato posto sotto sequestro per ordine del Procuratore di Pordenone che ha, però, fissato un periodo di trenta giorni per le analisi peritali (analisi che in genere si fanno in un giorno), costituendo, di fatto, le condizioni per consentire la contaminazione dell’ambiente circostante per tramite del polline transgenico giunto, nel frattempo, a maturazione;
da analisi, comunque, effettuate in loco è stata acquisita la certezza che almeno due campi (quello sotto sequestro nel comune di Fanna e un secondo nel comune di Vivaro), sono costituiti da piante transgeniche (mais Ogm - MON810) e che, con ogni probabilità, altre coltivazioni geneticamente modificate sono state realizzate in aree circostanti
al momento non esistono studi scientifici che dimostrino la reale “separabilità” delle filiere. Viceversa esistono studi scientifici ed esperienze pratiche (il mais in Spagna ad esempio) che attestano il contrario, ovvero che non ci sono misure efficaci nell'evitare la contaminazione
gli ogm costituiscono un pericolo per la BIODIVERSITÀ, poiché contaminano le varietà prive di ogm, potendo trasformarne alcune in super infestanti che possono perdurare nell'ambiente indefinitamente, nuociono ad insetti benefici e danneggiano i microrganismi contenuti nel terreno
circa 550 comuni, quelli aderenti a Città del Vino, si schierano contro le coltivazioni Ogm, perchè non è pensabile poter far convivere produzioni agricole Ogm con le produzioni biologiche, che anche in Friuli Venezia-Giulia stanno assumendo un ruolo sempre più importante, sia in termini economici, sia di presidio del territorio, coinvolgendo centinaia di piccole e medie aziende agricole, spesso formate da giovani imprenditori
per tutto quanto sopra esposto
si ritiene necessario adottare le misure idonee a garantire la biodiversità degli ecosistemi locali, le produzioni di qualità e tradizionali che il territorio esprime, a fronte delle centinaia di richieste di autorizzazione per iniziare a coltivare prodotti Ogm, presentate da parte di agricoltori che operano in Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e Toscana
si chiede a Sindaco e Giunta
di dichiarare formalmente il territorio del Comune di Trieste OGM FREE, ed inoltre di operare in sinergia con gli enti locali e regionali affinchè:
- non venga compromesso l’equilibrio biologico e l’ecosistema
- si attuino politiche di prevenzione rispetto ai possibili danni alla salute della popolazione
- siano promosse le produzioni locali, di pregio, tradizionali
- si permetta alle aziende a conduzione biologica di poter continuare la propria attività
- si incentivi un modello di agricoltura dal massimo rispetto ambientale
- si informi la popolazione sugli effetti perversi di un’ agricoltura industrializzata
Alfredo Racovelli
Consigliere comunale Verdi per la pace
Comune di Trieste